Percorso

Un film nel film: il mistero di Vito Campo

di Anna Brotzu

Una presentazione del filmNoto attore piemontese e/o nuovo volto del cinema? Dietro gli occhiali scuri di quest'uomo alto e imponente, che molti chiamano affettuosamente Chicco si nasconde il piacere del gioco. Alessandro Sanna regista de “I 5 re” lo presenta come affermato artista della scena torinese, sbarcato per l'occasione in Sardegna: ma chi è davvero Vito Campo? «Una persona che ha vissuto ed è nata a Torino e vive da 30 anni in Sardegna». Ma i suoi trascorsi in teatro e sul set? Sorride sornione «Nessuno».

Un esordiente, quindi. Scoperto dal cinema?
Una scoperta di breve durata... Mi è sempre piaciuto il cinema e anche cimentarmi in alcune scommesse nuove e cercare di vincerle possibilmente. Però rimangono fini a se stesse: non ho velleità “artistiche”. Se  ci saranno occasioni le prenderemo con il piglio dello scherzo e di non dare l'importanza che non c'è. Per me è un gioco, anche perché a 58 anni non posso neanche pensare di dover iniziare una nuova carriera.

Di che si occupa?

Faccio il rappresentante di abbigliamento. Nel palcoscenico della vita noi recitiamo quotidianamente da quando ci alziamo al mattino fino a quando andiamo a dormire per conquistare un qualcosa che ci permetta di andare avanti e quindi recitiamo: ogni cliente è un palcoscenico nuovo.

E il suo personaggio?
E' nato sulla sceneggiatura: io ho sostituito un altro attore. La moglie del regista è una mia cliente e gli ha segnalato la mia presenza. E il ruolo mi calzava, mi piaceva: quel personaggio era il mio personaggio. Io sono così fondamentalmente. Ho aperto dei locali  come la Locanda Caruso, a Cagliari in via Crispi, dove si faceva musica dal vivo, un locale eccezionale che ha avuto molto successo, in cui io facevo quello che ho fatto in questo film in toni molto meno pesanti.

Lei interpreta un “seduttore”, anzi un imbonitore che si rivela non così malvagio.
E' necessario alla storia, che è una bella storia secondo me. Il merito è di Alessandro Sanna, il regista. Se poi si pensa che il film è stato girato con una sola telecamera: campo, controcampo, eccetera, tutte le scene venivano riprese da varie angolature! Potrà sembrare un po' pesantuccio, un po' lento in certi passaggio, ma nel suo complesso è un film che si fa seguire perché è interessante.
Penso che il regista meriterebbe di essere sostenuto e aiutato: in Sardegna – come dappertutto d'altronde – se non sei legato a certi carrozzoni non riesci, o comunque fatichi ad uscire, a emergere. Adesso speriamo che questo film  possa avere un certo eco, un risvolto positivo per il suo prosieguo.

E lei? Dopo quest'esordio felice, con tanti ammiratori.
Io continuerò la mia attività: se dovrò cimentarmi in altre scene da film lo farò per il gusto di divertirmi. Perché io facevo il mio film nel film: mi portavo il fotografo personale, il truccatore personale – in ogni cosa cerco di trovare il lato di divertimento per me - e nelle scene del film che dovevo girare, ero un po' il divo della situazione. Non a caso tanti ragazzi che facevano magari le comparse dicevano “Ah finalmente un attore vero!”. Quindi avevo dato la parvenza di un grande attore che arrivava dagli studios di Roma e hanno creduto tutti in questa mia performance! Mi son proprio divertito a girare il “mio” film!

E chissà che Leonardo Pieraccioni, come preannunciato da Sanna, non trovi in questo attore per caso e per gioco il volto di un personaggio del film che girerà in Sardegna. La vita è piena di sorprese. "E l'importante è divertirsi".

4 maggio 2011

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