Percorso

A Sassari i bambini di Marcias

Prima proiezione in città dell'atteso film distribuito da Gianluca Arcopinto. L'incontro col regista e l'emozione della sala. L'autore: "E' stato un viaggio a ritroso nella mia memoria". di Francesco Bellu

La conferenza stampaUn puzzle dell’anima e dei sentimenti. Alice cerca di recuperare tutti i cocci della sua infanzia tra ricordi sfuocati e inquietudini. Al centro una madre scostante, una nonna forte e determinata e un misterioso ragazzo francese che gli fa quasi da padre.

Questo è “I bambini della sua vita”, il nuovo film di Peter Marcias, presentato lo scorso 20 maggio al cinema Verdi di Sassari dopo l’anteprima a Cagliari.

Uscito da pochi giorni nelle sale, “I bambini della sua vita” è reduce dalla partecipazione al 12mo Festival del cinema europeo di Lecce, dove ha vinto un premio per la miglior attrice non protagonista a Piera Degli Esposti, ed ora candidato al Ciak d’oro nella categoria “Bello e invisibile”. Un premio dato a quelle opere di qualità che con grande fatica di ritagliano uno spazio nel panorama della distribuzione italiana.

Peter MarciasA Sassari, il giorno prima dell'uscita c’era stata anche una conferenza stampa alla Camera di commercio, alla presenza del regista, del produttore Federico Demontis della Janas Pictures e del segretario della Camera di commercio Pietro Esposito. Tra le righe il regista non ha nascosto le difficoltà per un film tutt’altro che semplice, non solo nel farlo ma anche per il modo stesso in cui è stato girato: la strada scelta è quella delle ellissi piuttosto che quella del racconto lineare, in cui lo spettatore segue le vicende attraverso l’occhio della protagonista. In questo modo il film affastella ricordi e frammenti di vita in maniera apparentemente sfuocata. Solo alla fine tutto troverà una coerenza e le tessere del puzzle, disseminate lungo i 90 minuti, formeranno un’immagine nitida.
''I bambini della sua vita''Per questo durante la proiezione il pubblico, soprattutto a metà film, è rimasto disorientato, confuso come Alice, la ragazza di 22 anni che tira le fila a tutto il racconto nel tentativo di dipanare il mistery esistenziale della propria infanzia negata.  Marcias stavolta ha voluto, insomma, sorprendere un po’ tutti, giocando in contropiede, realizzando un’opera che ha una sensibilità più europea, tant’è che poteva essere ambientato anche in qualsiasi altro luogo. La scelta di girare in Sardegna però è stata voluta con forza. Per il regista è stato un modo per riavvicinarsi alla sua terra, «ritornare nella città in cui sono cresciuto, Cagliari. Ho percorso un lungo “viaggio” nei vicoli e ho scoperto tante realtà emozionanti». Emozione che, a fine proiezione, si poteva vedere anche negli occhi dei ragazzi di Sassari che come segretari di produzione, aiuto regia o montaggio, assistenti sul set, hanno partecipato alla lavorazione a Cagliari.
Per loro andare al cinema, stavolta, aveva veramente un sapore diverso. Unico e irripetibile.
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