Maddalena, storia di una fascinazione
Solinas e Volontè, ovvero la passione per il mare e per il cinema. Così una piccola isola nel cuore del Mediterraneo è diventata laboratorio cinematografico frequentato dai grandi registi e attori. Quest'anno abbiamo incontrato Lo Cascio, ma anche Martone, Andò, Paolo Rossi e la Bonaiuto. di Giovanna Branca
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Nessun glamour, nessuna anteprima “di grido”: anche se la Costa Smeralda è a due passi e la Maddalena è una delle mete più ambite del turismo internazionale. Quegli stessi attori e registi che a Venezia calcherebbero il tappeto rosso si ritrovano nell'isoletta sarda in mezzo alla gente, senza nessuna barriera, a dichiarare una differenza tra chi vede il proprio nome sui titoli del grande schermo e chi per vivere fa tutt'altro.
Quello dell'attore è un mestiere, una tecnica.
Chi si trova alla Maddalena per il Festival La valigia dell'attore lo fa per condividere questa tecnica: con il pubblico e con gli apprendisti, coloro che stanno imparando il mestiere.
“Le rassegne sono la parte visibile del lavoro di un cineasta, che si può anche donare al pubblico, ma bisogna preservare una parte dove si riscopra un modo di educare a questo mestiere con un rapporto diretto”, spiega il regista Gianfranco Cabiddu, uno degli ideatori dei Festival delle isole minori sarde (Tavolara, Asinara, Carloforte, Maddalena) nonché direttore di quello di Carloforte, incentrato sul rapporto tra cinema e musica. “Nell'isola cadono tante barriere e orari, e i ragazzi stanno insieme con i maestri.
Questa è l'anima profonda di un mestiere – quello del cinema - che non si fa mai da soli ma sempre per e con gli altri”. I ragazzi, alla Maddalena, sono i diciotto attori selezionati tra le principali scuole di recitazione italiane, che nell'isola sarda fanno un seminario di due settimane con un “veterano”: l'anno scorso era Toni Servillo, quest'anno Paolo Rossi. “Paolo non è avaro dei propri trucchi, del proprio metodo, che ha condiviso completamente con noi”, racconta Rita, una delle attrici che partecipavano al corso. “Quando ci è stato chiesto di scegliere dei monologhi da interpretare, io ho scelto quelli in cui mi sentivo più insicura, perché non si è affatto creato un clima competitivo. Una delle esperienze più interessanti è stata quando Paolo Rossi ci ha fatto inscenare delle barzellette come se fossero delle tragedie. Ad esempio la morte del carabiniere: io recitavo la parte di una delle parenti che lo piangevano e raccontavano come era morto”.
Il nume tutelare è ovviamente Gianmaria Volontè: il premio che porta il suo nome – ideato da Felice Laudadio e consegnato non solo dal Festival della Maddalena ma a nome di tutte le isole del cinema – va quest'anno a Luigi Lo Cascio, protagonista di un lungo incontro con il pubblico poco prima che venga proiettato il suo film d'esordio I cento passi. Questi eventi hanno luogo ai Colmi, una conca tra le rocce granitiche - tipiche del paesaggio del nord della Sardegna - in una delle parti più alte dell'isola, allestita come schermo a cielo aperto. Qui si svolgono anche gli incontri con Mario Martone e Anna Bonaiuto, attrice italiana interprete di gran parte dei film di questo regista: Morte di un matematico napoletano, L'amore molesto, fino al film del centocinquantennale del Risorgimento, "Noi Credevamo", proiettato per il pubblico della Maddalena.
Le proiezioni, non essendo anteprime, sono un ulteriore momento di approfondimento: come il film “di apertura” che, come di consueto, è dedicato alla memoria di Gianmaria Volontè, la cui figlia Giovanna Gravina è direttrice del Festival. Quest'anno è toccato a "Cristo si è fermato ad Eboli" di Francesco Rosi, poi dibattuto insieme al regista Roberto Andò.
Nell'anno della morte di Mario Monicelli viene anche proiettato un documentario su questo regista, "Una storia da ridere - Breve biografia di Mario Monicelli" di Alessandra Gambetti e Fabrizio Ruggirello, particolarmente interessante per il suo mostrare un Monicelli inedito, che parla della propria infanzia tra le due guerre, in cui comincia la fascinazione per il cinema, e dell'adolescenza sotto il regime fascista, periodo in cui inizia a fare questo mestiere. Gli esordi di cui si parla sono anche recuperati dall'oblio in cui si trovavano fino ad oggi: il film mostra alcune sequenze del primo cortometraggio di Monicelli, tratto da Il cuore rivelatore di Edgar Allan Poe, tacciato dal regime di essere paranoico e – scherza Monicelli - “avevano ragione!”.
A chiudere il Festival è lo spettacolo di e con Ascanio Celestini, "La fila indiana", e l'assegnazione del Premio Solinas a Massimo De Angelis per il progetto "Il Mestiere". Negli anni '60 e '70 era alla Maddalena che lo sceneggiatore Franco Solinas invitava i registi con cui doveva lavorare per scrivere i film: “qui fuori dal mondo riusciva a creare storie”, racconta ancora Gianfranco Cabiddu. Tra gli ospiti c'era anche Gianmaria Volontè: “fu lui a suggerire a Felice Laudadio un premio per la sceneggiatura intitolato a Solinas”. Era il 1985, e il premio fu a quel tempo portato via dalla Sardegna per “una certa miopia della Regione, che tagliò i finanziamenti”, e dal 2010 riassegnato all'arcipelago di cui Volontè e Solinas erano innamorati. “La grande sfida che ci proponiamo è riuscire a presentare le quattro isole del cinema come un unico grande evento”, spiega il regista sardo.
“Un evento che declina quattro aspetti fondamentali dell'arte cinematografica, esplorati nella loro natura di tecnica artigianale. “Si punta all'armonizzazione di queste tecniche fondamentali, all'opportunità di creare un posto di riflessione che possa interagire col cinema italiano, dunque anche luogo di sviluppo”. E poi, “è' assurdo che nel 2012 i nostri ragazzi debbano emigrare per imparare il mestiere del cinema”.
“L' isola non deve essere vista come un posto isolato, ma come un posto da cui ci si può connettere in tutte le direzioni”, continua il regista sardo. E non a caso il premio Volontè rappresenta una barca a vela, passione dell'attore coltivata proprio alla Maddalena ma anche simbolo dell'attraversamento del mare, non più frontiera ma luogo da percorrere, in questo caso verso il cinema.
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