Percorso

“Creuza de Mà”, applausi e qualche dubbio

Successo del festival di Carloforte che si attesta come appuntamento
animato da un pubblico raffinato e programmazioni di qualità. Cabiddu,
gran timoniere: “Io qui non porto le big star”. di Enrica Anedda

Gianfranco Cabiddu durante la manifestazioneIL VIDEO DEL CONCERTO A CAPOSANDALO DOPO L'ARTICOLO

VAI ALLA GALLERIA FOTOGRAFICA

“Io non porto star a Carloforte; il festival quest’anno mi ha dato grandi soddisfazioni in particolare per la scelta di due bellissimi film “Into paradise” di Paola Randi e “Due vite per caso” di Alessandro Aronadio, entrambi registi alla loro prima prova di lungometraggio, che hanno realizzato due piccoli gioielli”.

Queste le parole conclusive del direttore artistico Gianfranco Cabiddu per un festival che dal programma (pubblicato solo pochi giorni prima) non sembrava promettere molto, proprio per la assenza di grandi nomi, se si esclude il musicista Peppe Servillo.

Creuza de Mà 2011In effetti bisogna dargli ragione: anche quest’anno il festival è stato di ottimo livello ed ha avuto un grande successo di pubblico. Il regista ha aggiunto: “quest’anno l’equilibrio fra tutte le componenti del festival è stato perfetto: musica, film, dibattiti, concerti e documentari, natura, divertimento”. Più che di equilibrio si dovrebbe parlare di intensità: da giovedì a domenica gli appuntamenti si sono prolungati sino alle due di notte con i concerti e le proiezioni al “Giardino di Note”, uno spazio fortemente suggestivo che turisti e carlofortini (che si sa: hanno un debole per la notte) hanno mostratodi apprezzare.  Fra i musicisti anche uno scatenatissimo Leonardo Cabiddu con la sua band. Il realtà il pubblico ha onorato tutti gli appuntamenti anche quelli “più difficili” come gli incontri con i musicisti; sembrerebbe che, insomma, si stia appassionando a una formula che predilige la qualità al glamour, ma non disdegna un certo profilo popolare, quale quello presente nei concerti.

Tramonto a Capo SandaloVenerdì notte è stata la volta di “Suite in viaggio fra film e musica” straordinario omaggio video musicale di Romano Usai e Maurizio Palmas a Fiorenzo Serra e sabato notte con “Spassionatamente” si è assistito a una superba interpretazione della musica napoletana con Beppe Servillo e i Solis String Quartet. Lo stesso quartetto d' archi  che domenica sera ha incantato il folto pubblico con un repertorio di musiche da film,  al solito appuntamento del tramonto a Capo Sandalo.
Col tempo “Creuza de ma” sta assomigliando sempre più all’isola che lo ospita e alla sua natura popolar-chic. Un luogo semplice e popolare, abitato dagli eredi dei tabarkini e frequentato d’estate da turisti anticonformisti che alle passerelle e agli yachts di Porto Cervo preferiscono le passeggiate fra le viuzze del paese e la vita di mare.

Concerto a Capo SandaloAlcuni di loro, forse sentitisi chiamati in causa, sono trasaliti nel sentire Simonetta Soro cantare “il sole fa godè i capitalisti mentre fa tribolà noi poveri cristi”, celebre strofa di “Tramonta o sol”, canzone popolare toscana dell’800, resa famosa da Dodi Moscato e scelta, fra le altre, da Maurizio Palmas. Mentre qualcun altro si è domandato perché incontri artistici sulla musica debbono necessariamente essere usati per esprimere personali opinioni politiche che, a dir la verità, non a tutti interessano. Ci riferiamo a Louis Siciliano (autore della magnifica colonna sonora di “Due vite per caso”) quando ha spiegato che se il bel film di Aronadio, dopo la selezione al festival di Berlino, ha avuto poca pubblicità è stato per il regime imperante “che per fortuna si sta sgretolando” (insomma il solito: tutta colpa di Berlusconi).

Creuza de Mà 2011Noi ci domandiamo perché ancora in Italia tutto debba essere ridotto a becera politica. Spesso si dimentica quanto sosteneva il pittore anarchico Maurice Vlamink sull’arte: “la pittura non ha niente a che fare con la politica. Non c’è pittura di destra o di sinistra”. L’arte, quella vera, è soprattutto ricerca dell’assoluto e se si mette al servizio di una fazione si svilisce.
Per il cinema, certo, il discorso è più complesso: il cinema sociale e certi documentari devono sollevare dibattiti; ma usare i festival per esprimere opinioni legate a scelte di potere, lo troviamo di cattivo gusto. Pertanto ci auguriamo che la maglietta di Superman con la falce e il martello al posto della S che indossava il gentilissimo cameriere del "A ciappelletta", dove ogni sera cenavano gli ospiti del festival, fosse solo una spiritosaggine e non il segno che anche “Creuza de Ma” per essere politically correct sta diventando un festival di sinistra.

''La Caletta''A proposito di dibattiti, sarebbe stato interessante, invece, che qualcuno dell’amministrazione di Carloforte, fra i patrocinatori del festival, avesse spiegato come mai dalle macerie dell’albergo " Baia d'argento", sulla costa della scogliera de “La Caletta”, stia crescendo a vista d’occhio un mostro edilizio.

Se è vero che Carloforte vive di turismo e che un albergo di lusso potrà portare molto lavoro sull’isola, non si capisce però il perché di scelte estetiche sgradevoli e di costruzioni così imponenti in un’isola che sin ora era riuscita ad evitare brutture architettoniche sulle coste.

VAI ALLA GALLERIA FOTOGRAFICA 


 

14 settembre 2011

Powered by CoalaWeb

Accesso utenti e associazioni