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Si svolgerà dal 9 al 12 dicembre 2016 nella sala Primo Longobardo, sull’isola de La Maddalena il “secondo atto” del festival La valigia dell’attore, manifestazione intitolata a Gian Maria Volonté.Dopo...

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Tutti i vincitori dell'ottava edizione della kermesse che guarda il mondo dal sud Sardegna. di C.P. Si conclude l’ottava edizione del Carbonia Film Festival. Soddisfazione da parte degli organizzatori del concorso...

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Percorso

''Tex e il Signore degli abissi'' di Duccio Tessari

 
''Tex e il Signore degli abissi'' locandinaIl 1942 è la data in cui presumibilmente inizia il non felice rapporto tra fumetti e cinema italiano. Con “Cenerentola e il signor Bonaventura”, Sergio Tofano porta sul grande schermo il suo fumetto reso celebre nel Corriere dei Piccoli. Si dovrà aspettare la metà degli anni 60 e i suoi fermenti culturali per far incontrare macchina da presa e fumetti, tutto made in  Italy. L’indimenticato Mario Bava con “Diabolik” e  l’anarchico Umberto Lenzi con “Kriminal” danno movimento alle storie di Max Bunker & Magnus e delle sorelle Giussani. Tralasciando  altre –spesso inconsistenti– pellicole arriviamo al 1985, anno in cui  un veterano dello spaghetti western – come Duccio Tessari, osa - forse- l’inosabile: realizzare un film sul mitico eroe bonelliano Tex Willer: “Tex e il Signore degli abissi”.
Il film si basa grosso modo sugli albi a fumetti 101, 102 e 103 e racconta di quando Tex (Giuliano Gemma)  aiutato dai suoi “pards” Kit Carson (William Burger) e Tiger Jack (Carlo Muccari) sgomina una banda di trafficanti che assale i trasporti d'armi dell'Esercito americano per rivenderli ad una tribù di origini azteche.
 
''Tex e il Signore degli abissi''“Aquila della Notte” verrà così a conoscenza che gli Yaquis sono in possesso di alcune piccole pietre verdastre che, sparate con una cerbottana, mummificano in pochi minuti i colpiti. Tex dovrà scendere in un'enorme caverna sotterranea, dove lotterà e sconfiggerà il Signore degli abissi  (Riccardo  Petrazzi), uno stregone che estrae le pietre mortali dal fuoco perenne di quelle montagne. La scelta di far girare il film a Tessari sembrava azzeccata. Tra gli anni 60 e 70 aveva girato alcuni interessanti spaghetti western: “Via la muerte…tua!”, “Una pistola per Ringo” e “ Il ritorno di Ringo” (questi ultimi con lo stesso Gemma come protagonista). Collaborò con Sergio Leone al soggetto e alla sceneggiatura de  “Il colosso di Rodi” e “Per un pugno di dollari” passando poi per tanti Peplum e Avventurosi.
 
''Tex e il Signore degli abissi''Qualcosa però non ha funzionato e il film ha più cose brutte che belle. Gli attori , ad eccezione di Berger, perfetto nella parte del vecchio Carson, sono terribili. Gemma “faccia d’angelo”, è paradossalmente la scelta meno azzeccata (fu selezionato dopo un sondaggio tra i fan della serie); sarebbe stata una gran cosa doppiarlo per dare a Tex un po’ più di carisma. Gli scenari non hanno niente di suggestivo e i buoni propositi con cui nacque il film: “tratteggiare Tex come una specie di Indiana Jones nel far West”, sono purtroppo falliti. Tessari ha forse la colpa di avere tenuto un’inutile – in questo caso- rispettosità per il fumetto di Gian Luigi Bonelli, (quest’ultimo compare anche in un piccolo cammeo). L’idea era quella di riflettere la tecnica delle tavole disegnate per cui anche i personaggi dovevano parlare stando fermi.
 
''Tex e il Signore degli abissi''Da qui tutta la staticità della macchina da presa che si riflette in un film lento e allo stesso tempo prolisso dove non serve (penso alle lunghe cavalcate e camminate). Un vero peccato perché il film aveva dalla sua una trama potenzialmente intrigante per i cultori del cinema di genere: un amalgama di western, fantasy e horror. Gli effetti speciali non a passo con i tempi, e qui mi rendo conto di essere nella soggettività più estrema, rendono il tutto piacevolmente retrò quasi ci trovassimo in qualche produzione di Roger Corman. E per i più attenti c’è la citazione di un topos del cinema di Leone: il carillon che suona una nenia malinconica.
Purtroppo, o per fortuna, la serie Tv che doveva nascere da questo film non è mai stata fatta…fino ad oggi

Il segreto di mio padre era che lui scriveva delle storie di cui avrebbe voluto essere il protagonista, mentre a me piaceva stemperare la situazione mettendoci dentro riferimenti legati al mondo del cinema che amavo: Gianni e Pinotto, Stanlio e Ollio, persino un po' di cartoni animati (Sergio Bonelli)
28 settembre 2011
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