Percorso

Le quattro stagioni di Mocci

Il documentarista alle prese col cambio di stagioni nel Gennargentu. Per tutti gli appassionati il 2 dicembre il regista presenterà a Selargius il suo ultimo lavoro:  “Un lavoro molto faticoso. Organizzare un set sulle cime del Gennargentu con quasi un metro di neve non è stato facile”. L’intervista. di Maria Elena Tiragallo

Davide Mocci“Le quattro stagioni di Aritzo” è il titolo dell’ultimo lavoro di Davide Mocci,  documentarista della nota trasmissione di Rai tre “Geo & Geo”, che sarà presentato  venerdì 2 dicembre,  (dalle 18) nell’Aula consiliare del Comune di Selargius.

Il lungometraggio,  frutto del lavoro di quattro anni,  racconta i diversi volti della Sardegna al trascorrere delle quattro stagioni, focalizzando l’attenzione sulle bellezze naturali del Gennargentu.  Oltre a documentare l’evoluzione dell’economia  di Aritzo, Mocci svela un aspetto poco conosciuto della Sardegna, ricostruendo la storia dei “niargios”, uomini che raccoglievano, custodivano e trasportavano la neve in tutta l’Isola dal 1600 fino al 1920 circa (oltre a documentare il giuramento barbaricino).  Gli aritzesi, infatti, per molti secoli hanno incentrato la loro economia sull’utilizzo della neve, oltre che sullo sfruttamento dei prodotti della montagna. E il regista  parte da inquadrature  nella stagione primaverile, accompagnata dalla fioritura della peonia, nota anche come “rosa del Gennargentu”, percorre un viaggio virtuale della Sardegna nel corso delle stagioni estiva, autunnale ed invernale.

Immagini e suggestioni di AritzoMocci, nel filmato ci sono anche gli antichi mestieri?
Il film mostra anche la lavorazione della carapigna e del torrone, mostrando nel dettaglio le antiche fasi della loro lavorazione. Ci racconta anche alcuni aspetti della vita di Bachis Sulis, un personaggio che amava la cultura e raccontare storie d’amore e che, forse per le tristi vicende che segnarono la sua vita, finì  per scrivere e tramandare i disagi della sua sofferta esistenza. I contenuti, la fotografia e i testi molto curati rendono davvero molto bello questo documentario che oltre agli aspetti antropici racconta la natura della Sardegna, in particolare quella del Gennargentu, nelle quattro stagioni.  Le immagini mostrano anche alcune preziose rarità del territorio sardo.

Immagini e suggestioni di AritzoSi inizia con la primavera…
Le immagini partono  con  la primavera  quando i raggi del sole raggiungono la terra in modo incisivo,  la vita si risveglia dal lungo inverno. Osserviamo come ciascun essere vivente occupa il suo ruolo.  L’ impressione che si ha è quella che ogni cosa abbia un senso nel meraviglioso progetto della natura. In Sardegna la fioritura più attesa è quella del simbolo della montagna, la Peonia, chiamata anche “rosa del Gennargentu”. Con l’arrivo della stagione estiva le scarse precipitazioni rendono il territorio più arido, le strade polverose.  In questa stagione vedremo, non solo i castagni fioriti ornati da lunghi amenti di colore giallo pallido, ma anche la Genziana, una pianta molto rara da osservare in Sardegna, filmata sui rilievi del Gennargentu.  Dopo le ultime calure estive i lunghi amenti dei castagni cadono al suolo e tappezzano la boscaglia. Le lunghe foglie nervate e seghettate raggiunte dalla luce del sole rivelano un colore verde intenso poi, dopo breve tempo, assumono prima le dominanti giallo-arancio e quindi quelle rossastre. Anche nei ricci, in seguito alla maturazione, avviene la stessa evoluzione cromatica. E’ arrivato l’autunno. Nel Gennargentu il bosco ancora una volta cambia il suo volto. In questa parte della Sardegna la neve cade regolarmente tutti gli anni già dalla stagione autunnale. I pastori nella montagna e gli animali si preparano ad affrontare la stagione fredda.  L’ autunno e l’inverno ci permettono di apprezzare meravigliosi paesaggi imbiancati che, soprattutto quando si accendono sotto la luce del sole, sono capaci di attrarre anche l’osservatore meno affascinato dai disegni della natura. Lungo le strade, in alcuni anfratti, si possono ammirare le formazioni stalattitiche di ghiaccio.
 
Immagini e suggestioni di AritzoQuali difficoltà ha incontrato nel girare questo documentario?
Organizzare un set sulle cime del Gennargentu con quasi un metro di neve non è stato facile, anche perché le telecamere si ribellavano per il grande freddo. Ma anche coordinare la colonna dei fuoristrada che di tanto in tanto si fermavano per le difficoltà del percorso sotto la tormenta, è stato davvero molto complesso.  Altre difficoltà le ho incontrate, e le incontro sempre più nel mio lavoro, filmando senza troupe, con una piccola telecamera nella folla, in questo caso durante la sagra delle castagne. Da una parte ci sono persone che amano essere filmate,  mentre altre appena vedono una telecamera spesso divengono molto violente e vanno in escandescenza. In alcun casi è capitato che urlassero di non voler finire su you tube. Sembra che la gente cominci a stufarsi di essere asfissiata da tanti occhi elettronici che oggi le spiano ovunque. Oggi è sempre più marcato il divario tra i professionisti e gli amatori che a flotte filmano ovunque sperando di fare uno scoop e di pubblicare le immagini da qualche parte, questo sta creando molti problemi.
 
Immagini e suggestioni di AritzoAndrà in onda su "Geo e Geo"? Se sì quando?
Questo è un lungometraggio di quasi due ore, quindi non adatto ai tempi televisivi, in ogni caso dal film ho tratto due documentari, uno da 45 minuti, dal titolo “il popolo della montagna”, e uno da 30 minuti, “le stagioni del Gennargentu”, sicuramente tagli più adatti ai tempi tv di Geo sulla Rai. Tuttavia adesso non riesco a preventivare una data di messa in onda.     
 
Ha progetti futuri?

Attualmente sono al montaggio di due documentari sulla Norvegia, in onda su Geo in primavera, e quindi inizierò a scrivere e montare due documentari che ho girato nel corso di tre viaggi in Croazia nel corso di quest’anno. In uno di questi esploro la vita della popolazione e racconto quelle aree martoriate dalla guerra dei Balcani nel 199, esattamente è incentrato sulla Slavonia, una terra poco conosciuta ma molto interessante, un’enclave croata tra Ungheria, Serbia e Bosnia. Nel secondo filmato mostrerò quasi tutti i bellissimi parchi della Croazia, alcuni di questi lagunari e ricchi di tanti uccelli acquatici, il mio oggetto di studio, che ho potuto filmare durante le fasi riproduttive.

Immagini e suggestioni di AritzoIn questo film avrei voluto inserire un breve accenno a Molentargius, facendo un confronto tra le grandi colonie  in cova nel Mediterraneo, ma purtroppo la scorsa primavera, nonostante avessi richiesto tutte le autorizzazioni per filmare nel Parco di Molentargius, mi hanno letteralmente ignorato, non solo non mi hanno sostenuto, ma addirittura mi hanno ostacolato in ogni modo. Purtroppo, contrariamente a quanto pubblicizzano, il Parco di Molentargius è un parco privato, su suolo pubblico, ma fortunatamente i fenicotteri volano alti e anch’io cerco di fare altrettanto su queste questioni. Colgo l’occasione per rispondere ai tanti visitatori del sito del parco che proprio in seguito a questa presa di posizione da parte loro, ho chiesto di rimuovere immediatamente dal loro sito web i miei documentari, che erano stati inseriti senza  aver chiesto il permesso al sottoscritto, dopo averli linkati dal sito della Regione Sardegna. Oggi sono visibili sulla digitallibrary.it  dove chiunque potrà visionarli, con mio grande piacere.     

(All’anteprima sarà presente, oltre agli amministratori e al Sindaco di Selargius, che aprirà i lavori con un saluto rivolto a tutti i convenuti, una sostanziosa rappresentanza dell’ amministrazione del Comune di Aritzo, nonché il famoso coro Bachis Sulis, protagonista della parte finale del documentario. Interverranno, inoltre, i famosi “carapignai” di Aritzo che, indossando il costume sardo della loro zona, prepareranno la Carapigna e la offriranno a tutti i presenti).

30 novembre 2011

Powered by CoalaWeb

Accesso utenti e associazioni