Percorso

Ora bisogna stare uniti

In Sardegna autori e operatori protestano, ma ancora manca una volontà comune.
 
La Cineteca SardaMartedì 21 febbraio in Cineteca, erano presenti in tanti, ma non tutti quelli che ci si aspettava, alla conferenza stampa a favore del cinema in Sardegna. Nel corso della riunione è emersa la volontà di tutti gli operatori di far sentire ad amministratori e opinione pubblica la voce del “cinema sardo” e la sua potenziale importanza per lo sviluppo economico della nostra isola. Nonostante l’eccessiva cautela del portavoce Simone Contu, da più parti si è levato un vivace lamento nei confronti di un’ amministrazione che sin ora non si è mostrata in grado di gestire un settore complesso,  importantissimo anche sotto il profilo industriale e turistico. E’ evidente che gli uffici dell’Assessorato Cultura, gravato da mille incombenze attinenti al settore culturale e sportivo, non possono garantire, con l’attuale legge, quel salto di qualità necessario per portare la Sardegna allo stesso livello di altre regioni italiane. Vedi la solita Puglia che alla Bit ha allestito uno stand solo per il cinema e che a questo settore ha riservato nella amministrazione uno spazio autonomo coordinato da esperti e professionisti. Ora arriva, però, il momento più difficile e delicato: bisogna passare dai proclami e dalle proteste generali alle proposte concrete da sottoporre al Consiglio Regionale e alla Giunta.

Trovare un accordo fra tutti gli operatori non è un impresa facile e sin ora proprio la mancanza di una unione vera è stato l’ostacolo maggiore nel formulare rivendicazioni precise ed efficaci. Le opinioni riguardo alla legge e al ruolo della nascente Fondazione Film Commission sono differenti e spesso sono contaminate da singoli interessi specifici che mancano di una visione di insieme, senza la quale è difficile pensare a un vero “Progetto Cinema” per la Sardegna.

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22 febbraio 2012

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