Percorso

La cultura come progetto

Online il Piano Comunale per le Politiche Culturali di Cagliari. di Anna Brotzu

Enrica PuggioniLa città delle idee: nuove geografie dell'immaginario e orizzonti di senso nella Cagliari del futuro disegnata dal Piano Comunale per le Politiche Culturali (online sul sito comune.cagliari.it), presentato in un'affollata riunione al MiniMax – il Ridotto del Teatro Massimo dall'assessore Enrica Puggioni e da Francesca Ghirra, presidente della commissione cultura.

Un progetto articolato e complesso che riflette la complessità della società contemporanea, individua spazi di creatività e promozione sociale in una visione policentrica e inclusiva, nel rispetto dell'identità storica e delle differenze, affidando all'amministrazione e soprattutto alla politica il ruolo di catalizzatrice di energie e risorse fra la sfera artistica e il tessuto economico, in una nuova grammatica di reti e sinergie.

L'obiettivo, ambizioso, è “Reinventare la città su base culturale”, favorendo da un lato l'emergere di un parternariato pubblico privato (PPP) per far fronte alla crescente scarsità di fondi e contributi istituzionali, dall'altro trasformare il capoluogo in «un grande laboratorio urbano di sperimentazione e ibridazione dei linguaggi dell'arte, della scienza e della tecnologia» capace di configurarsi come «punto di snodo per itinerari culturali abitati e vivi», aperto al confronto e il dialogo con l'altro e l'altrove.

Teatro Civico di CagliariFondamentale dichiarazione d'intenti per una «valorizzazione massima dell'esistente», ribadita nella premessa teorica, attraverso la «lettura e ri-scrittura dei segni materiali e immateriali stratificati nel tessuto urbano» preferendo alla «programmazione aprioristica di contenuti calati dall'alto» una più efficace e mirata «strategia di sviluppo che parta da una mappatura, valorizzazione e reinvenzione delle istituzioni culturali al fine di renderle centri di attrazione e irradiazione delle energie creative e artistiche». Trasformare la teoria in prassi significa portare avanti delle “azioni” concrete, di cui il documento programmatico dà in parte ragione, nel segno di una dichiarata trasparenza che peraltro non sopperisce a ritardi, carenze e perfino ambiguità: nel catalogo dei progetti e delle intenzioni, con una finestra sui nuovi Mondi Possibili con l'invito a cittadini e attori di ridisegnare i profili dei luoghi, nessuno spazio è stato (finora) dedicato alla decima musa.

Fra le vocazioni e destinazioni individuate per i Musei Civici, il Search, il Teatro Civico, l'enogastronomia a Villa Muscas e il polo teatrale nell'ex Vetreria, l'ExMà dedito all'arte contemporanea e il Ghetto come sede di un laboratorio urbano e del paesaggio, la scienza al Castello di San Michele e il Lazzaretto di Sant'Elia per la Città dei Bambini e dei Ragazzi, il “teatro abitato” al Massimo e la danza all'Auditorium Comunale, la chiesetta aragonese e la nuova Arena Concerti, la riorganizzazione della Scuola Civica di Musica nonché la Passeggiata Coperta con artigianato e design, (ancora) non si parla di cinema.

Villa MuscasFocus sul tema “sensibile” dei contributi, per salvare quel che resta della programmazione culturale dell'anno in corso – e l'estate è già cominciata – in cui si conferma la volontà e pare la decisione dell'amministrazione di non infliggere ulteriori (e tragicamente intempestivi) tagli al comparto, salvaguardando l'entità delle cifre precedemente stanziate. Un segnale rassicurante, sul fatto che la preannunciata rivoluzione culturale non significhi far tabula rasa per ricostruire su uno scenario di rovine ma semmai innestare in un'Isola e un panorama cittadino ricco di fermenti nuove strategie operative adatte alla non rosea, per non dire drammatica situazione attuale. Qualche doveroso e necessario chiarimento arriva, dalla voce di un esperto come Alessandro Hinna, sul fronte dei (futuri) bandi per gli spazi comunali, con due fasi, dal concorso d'idee all'assegnazione temporanea, che prevedono da un lato la tutela dei progetti (il latore dell'idea più interessante nel successivo bando avrà un punteggio ad hoc e eventualmente un tempo per riadeguare il progetto a nuove istanze).

Lazzaretto di Sant'EliaInsomma, siamo ancora ai preliminari: la  progettazione culturale per la città di Cagliari deve ancora entrare nel vivo e importante per ridefinirne le linee guida sarà, ancora una volta, pare, la concertazione. Il cinema in fondo è la più giovane tra le arti, e avrà il tempo di farsi ascoltare: le numerose associazioni culturali che operano nei diversi ambiti, dalla promozione di rassegne e – si spera in un prossimo futuro – festivals, corsi e concorsi, potrebbero forse cogliere l'occasione e il tempo per organizzarsi in rete. E ancora accettare la sfida dei Mondi Possibili, individuando sedi ipotetiche che, assicura l'assessore, verrammo “messe a bando”. En attendant la costituenda Cagliari Film Commission – a quanto pare da quest'attesa è scaturito il ritardo presente nei riguardi della decima musa – si potranno ridisegnare scenari e sinergie, pensare manifestazioni di respiro nazionale e internazionale, in una programmazione almeno biennale o meglio triennale. Nell'ipotesi ottimistica che si possa finalmente uscire da una tradizione di perpetua emergenza e invece di continuare a lottare contro l'incertezza per cercare di sopravvivere, si possa soffermarsi a riflettere sul cinema di oggi e di domani.

(Registi e filmmaker potranno invece attendere l'avvio della sezione produttiva della Film Commission cittadina, e anche confrontarsi con la Legge regionale del 2006 – e successive varianti, ovvero sperimentare in anteprima le possibilità di una sponsorizzazione dei privati, oltre che battere la via consueta dell'autoproduzione low cost. Ovvero emigrare).

PIANO POLITICHE CULTURALI

LA VIDEO INTERVISTA A ENRICA PUGGIONI

4 luglio 2012

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