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La Sardegna Film Commission esiste (ed è femmina)

La giunta assegna i fondi per produzioni e festival direttamente alla Fondazione Film Commission. Meno burocrazia, più competenza. Cinemecum intervista la neo direttrice, Nevina Satta. di Enrica Anedda

Nevina Satta. Foto di Stefano Anedda EndrichDOPO L'ARTICOLO LA VIDEO INTERVISTA

Foto di Stefano Anedda Endrich. Non vuole fare promesse Nevina Satta, ma il suo eloquente curriculum e il suo entusiasmo sono promettenti: una laurea in filosofia con tesi in Storia e critica del cinema (110 e lode), numerose specializzazioni in Italia e in America e una lunga esperienza a tutto campo nel mondo del cinema: dall’organizzazione all’insegnamento sino alla regia e alla produzione.

Un lungo viaggio da Nuoro, dove è nata, passando per la Puglia (Apulia Film Commission), Roma, Milano, Locarno, Zurigo, Londra, Cameron e Guatemala, sino a Los Angeles dove è vissuta e ha lavorato parecchi anni. Sono stati certamente questi i motivi per i quali fra i quattordici partecipanti è stata lei la prescelta a dirigere la Film Commission Sardegna. Nessun appoggio politico, ci tiene a precisarlo e lo fa scherzosamente: “l’unico politico  per cui ho fatto campagna elettorale è Obama”; dall’America ha imparato “la possibilità della meritocrazia, la prima caratteristica che vorrei difendere e diffondere in Sardegna; l’importanza di lavorare all’insegna della trasparenza per cercare chi veramente è bravo e merita; il lavoro di gruppo, la necessità di  unire le forze per ottenere risultati” e chiosa: “in questo gli americani sono davvero bravi”.

Nevina Satta e Antonello GrimaldiSembrerebbe scontato, eppure si può esclamare: finalmente un manager che oltre il linguaggio del cinema parla anche le lingue degli altri popoli e ha le capacità e i contatti per comunicare davvero con il resto del mondo! L’idea dalla quale parte il suo progetto è quella “giusta”: portare la Sardegna nel mondo e il mondo in Sardegna; concepisce la Film Commission “come un network con le porte girevoli”; quella principale è Cagliari, “la grande entrata della Sardegna”, dove ha sede la Film Commission e dove vive da pochi mesi: “l’ho trovata completamente trasformata e migliorata”. Nel fluire rapido del suo eloquio si percepisce una grande passione per il suo lavoro e si colgono i punti fondamentali di un progetto che finalmente è di largo respiro. Alla base ci sono le parole chiave: comunicazione, promozione, collaborazione, alleanza, professionalità. La Film Commission sarà punto di riferimento per tutti coloro che si occupano di cinema.

L’espressione precisa è “ombrello dove tutti potranno proteggersi e trovare un sostegno e un supporto in termini di competenze e promozione; un aiuto professionale per l’accesso alle risorse”. Anche sotto questo profilo Nevina Satta ha le idee chiare: dal 2006 (anno di pubblicazione della legge cinema) ad oggi sono cambiate molte cose; “Il denaro ora si cerca, non si aspetta che arrivi”. La direttrice infatti è già all’opera per creare forme di collaborazione e consentire alle realtà locali di entrare nei progetti europei.

ContributiPer quanto riguarda i contributi per le produzioni e gli autori sardi, la brutta notizia è che l’Assessorato alla cultura quest’anno non ha pubblicato i bandi, neppure quelli per i festival; ma la buona notizia è la pubblicazione della delibera con la quale sono stati trasferiti  alla Fondazione 520,000,00 euro (oltre i 500mila già stanziati per lo start up) affinché “attraverso procedure più snelle ed efficaci provveda, nel rispetto degli obiettivi previsti dalla L. R. n. 15/2006, al rilancio della filiera del cinema”. Alleluia! Ciò significa che per il 2013 sarà la Fondazione ad occuparsi dei bandi per i contributi destinati alla distribuzione, alle sceneggiature e a cortometraggi, festival e iniziative di promozione.  I lungometraggi, purtroppo dovranno stare fermi per un giro: i fondi non erano sufficienti. La delibera, comunque, mette in luce l’indirizzo politico dell’Assessorato che finalmente ha accolto le richieste e i suggerimenti di tanti operatori, e Cinemecum fra questi. Meno burocrazia, più competenza e professionalità.

Ora la patata bollente è in mano della Fondazione che dovrà ovviamente darsi dei regolamenti per definire criteri e modalità per la concessione dei benefici e dovrà predisporre bandi a evidenza pubblica. Dopo la sbronza dei festival, dunque, un duro lavoro attende la direttrice che ha garantito notizie concrete nel giro di alcuni mesi. Non c’è tempo da perdere, lo sa benissimo, come sa anche molto bene che la sua nomina molto attesa ha suscitato grandi speranze in tutti gli operatori culturali: per questo si affretta a precisare che “la Fondazione non è un bancomat” e che il fondo di 500mila euro assegnato per farla partire arriverà soltanto nel 2013; al momento la Fondazione non ha ancora neppure una sede e un numero di telefono.

Promozioni della Film CommissionPuò essere sempre contattata ai vecchi numeri e indirizzi email dell’ufficio Film Commission e si augura che ciò avvenga perché è sua ferma intenzione lavorare all’insegna della collaborazione e cooperazione, con tutti: associazioni e enti come la Cineteca e l’Istituto etnografico per esempio, ma non solo. Anche i privati devono essere coinvolti. Nessuno sinora in Sardegna ha usufruito delle agevolazioni fiscali previste dalla legge (tax credit e tax shelter). Per Satta il cinema è un microcosmo; tutti possono ottenere dei benefici dalla Film Commission: ristoratori, albergatori, società di trasporti, noleggiatori di barche, artigiani. Il cinema può diventare davvero un volano economico determinante per la Sardegna. E’ fondamentale la promozione, lanciare e promuovere la SFC è il lavoro principale a cui ha dedicato questi primi mesi di attività che lei definisce “di semina”. “La Sardegna ha potenzialità altissime in ogni campo, dal gioielliere al falegname, tutto il settore dell’artigianato ma anche il mondo del cinema è ricco di talenti”. Il problema, sottolinea, è che abbiamo difficoltà a promuoverci.

Nevina Satta, senza accorgersene, tocca un tasto dolente: nonostante se ne parli dagli anni ‘30 e nonostante tutti gli sforzi, la Sardegna continua ancora a essere carente sotto questo profilo. Per anni si è puntato sulle industrie (oggi fallimentari) senza comprendere che sul turismo, la preservazione del territorio e la promozione soprattutto si deve puntare per lanciare la Sardegna. Ancora oggi in molti non l’hanno capito e se a Cagliari cominciano a circolare i turisti è soprattutto merito delle compagnie low cost.

Nevina Satta. Foto di Stefano Anedda EndrichCe la farà Nevina Satta a convincere tutti che la promozione può essere il nostro asso nella manica? Che è inutile produrre i film se poi non sappiamo promuoverli e distribuirli? Ci sta provando, così come sta provando a convincere i produttori a venire in Sardegna a girare i loro film mettendo a disposizione delle produzioni - forse anche di associazioni e festival - un fondo di ospitalità: “Insieme al Presidente Grimaldi e al consiglio di amministrazione della Fondazione abbiamo aperto le danze a Venezia - in occasione della presentazione di Bellas Mariposas, dove abbiamo iniziato a dialogare con produttori cinesi e russi”. In quei paesi infatti “ci sono i maggiori capitali da attirare in Sardegna”e aggiunge: “sono fortunata perché la parola Sardegna suscita subito interesse, tutti la  identificano come un luogo particolare , quasi da sogno”.

Poi è stata la volta del Festival di Roma, al quale hanno partecipato “Proibito” di Monicelli restaurato dalla Cineteca sarda e “L’insolito ignoto. Vita acrobatica di Tiberio Murgia” di Sergio Naitza, prodotto dalla Karel di Cagliari. Anche nella capitale la delegazione della FC era presente nel mercato e ai tavoli con i produttori.
Ora l’infaticabile direttrice è al Festival di Torino. In occasione della presentazione dei tre film “made in Sardinia”, sono stati già fissati numerosi incontri con gli autori sardi ma anche con i produttori, le università e le film commission.

Cala GoloritzePer lei, infatti, con le altre film commission non ci deve essere competizione, ma alleanza per portare i nostri registi e le maestranze anche fuori dalla Sardegna in virtù di quel circolo virtuoso con le porte girevoli per cui gli altri devono venire da noi, ma anche noi dobbiamo andare dagli altri per crescere e imparare: “Il cinema oramai si muove per aggregazioni eterogenee, non esistono più i festival che si occupano di un solo aspetto. Nei festival ci sono i convegni, il mercato, i tavoli per le produzioni, le scuole di cinema”.

In conclusione chiede fiducia, e nel descrivere la sua location preferita traccia il suo carattere ma anche quello che dovrebbero coltivare i sardi per avere successo: Cala Goloritze, la roccia che si staglia sul mare, rappresenta una Sardegna dinamica ma consolidata e forte.

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