Percorso

Deaglio: "Tutta la forza delle immagini"

Il giornalista, autore de “Gli imbroglioni", docufilm presentato a Cagliari nelle sedi dell'Umanitaria, racconta la sua personale visione del cinema del futuro. di Arianna Salaris
 
 Grande partecipazione e momenti di riflessione politica di qualità in occasione di “Sguardi di Resistenza”, la rassegna cinematografica organizzata dal Circolo del Cinema "Nuovo Pubblico”, a Monserrato, in collaborazione con la Società Umanitaria - Cineteca Sarda.  
Venerdì, 15 giugno scorso, appuntamento speciale con “Gli imbroglioni”, il documentario sull'ipotesi di brogli in occasioni delle politiche del 2006. Dopo la proiezione, l’intervento telefonico di Deaglio e Cremagnani, autori dell’inchiesta, ha dato vita a un vivace confronto col pubblico.
Poco più tardi, nella redazione milanese di "Diario", Enrico Deaglio è stato “intercettato” da Cinemecum.
Deaglio, venerdì scorso, il suo film è stato proiettato in Sardegna, al Circolo del Cinema di Monserrato. E’ soddisfatto della risposta del pubblico sardo al suo film?
La mia presenza alla proiezione è stata solo telefonica, tuttavia dopo la proiezione ho avuto il piacere di sentire via cavo, un lungo applauso. E’ stato un momento molto gratificante. Inoltre, dal pubblico sono partite molte domande intelligenti, pertinenti, profonde: sono rimasto piacevolmente colpito dalla preparazione delle persone presenti in sala.
 
  Lei ha a disposizione importanti canali di comunicazione, quali la stampa o la televisione. Perché, ancora una volta, sceglie di diffondere i contenuti della sua inchiesta attraverso il linguaggio cinematografico?
Il documento visivo ha una grande forza comunicativa, un impatto sulle persone nettamente superiore alla carta stampata. Il binomio inchiesta – documento visivo è decisamente vincente. Con questa formula si ha la possibilità di vedere con i propri occhi i volti  e le parole dei potenti. L’effetto della resa visiva, della presa diretta è formidabile. Sicuramente il linguaggio del cinema è uno strumento molto valido; se usato con talento e intelligenza può diventare utile per allargare la consapevolezza della gente.
 
 La distribuzione dei vostri film avviene tramite “Diario”, le librerie, le proiezioni in giro per l’Italia e il vostro sito internet. Quali sono le ragioni di una distribuzione così alternativa?
Le sale ci costerebbero troppo, i nostri sono film a budget ridotto, i costi di produzione sono contenuti e accessibili, intorno ai  70.000 euro. L’operazione di diffusione e distribuzione alternativa che abbiamo scelto, si è rivelata efficace, e abbiamo avuto degli ottimi risultati. Sia Diario che il sito si sono rivelati un’ottima piattaforma per lanciare e vendere il film girato. E l’idea di consentire la proiezione nelle sale dei circoli e delle associazioni si è rivelata comoda e conveniente. Il nostro compenso per la proiezione si limita, in fondo, all’acquisto di venti copie del documentario. E’ un prezzo accessibile: decine e decine di persone l’hanno acquistato. Ottimi anche i risultati della vendita attraverso il sito: il film precedente, ad esempio, è stato acquistato direttamente sul sito da almeno 8mila persone. Le cose stanno andando molto bene anche per quest’ultima produzione: le vendite sono già ad un a buon punto. E’ evidente: il sistema di diffusione che abbiamo scelto ha funzionato.
 
Ultimamente il film- inchiesta è molto in voga, pensiamo al successo delle inchieste di Michel Moore o al documentario “JFK- un caso ancora aperto”.. A quali autori vi siete ispirati per realizzare i docu-film?
Certamente non ci siamo ispirati a Michel Moore: il suo stile è molto distante delle nostre produzioni. I suoi lavori, infatti, ruotano costantemente intorno al suo personaggio, che è diventato ormai popolarissimo. Nelle sue inchieste Moore è sempre al centro, protagonista assoluto  della scena, bene in vista in tutte le interviste che compaiono nei suoi film. Io e Cremagnani, invece, ci siamo ispirati ad un film poco conosciuto “The kid stays in the picture” sulla vita del leggendario produttore hollywoodiano Bob Evans, uno che il cinema ha dimostrato di averlo nel sangue producendo "Love Story", "Rosemary’s Baby", "Il Padrino", "Chinatown" . “The kid stays in the picture” racconta la tormentata e avventurosa biografia di questo incredibile personaggio ed è un film interamente realizzato attraverso spezzoni  di materiale di repertorio, commentato attraverso la sua voce.
Ma ci sono altri bellissimi film-inchiesta che voglio citare, e che ci hanno offerto spunti molto interessanti: alcuni, bellissimi, sulla mafia, come “Il fantasma di Corleone”, oppure “La mafia bianca”. Notevole anche “O’ sistema”, sulla camorra. E’ evidente che il film- documentario sia diventato un vero e proprio genere e sono sicuro che in futuro questo genere si svilupperà ancora di più e sarà destinato ad avere un grande successo. Sia che si realizzino delle clip, sia che si scelga l’intervista lunga, l’inchiesta, o come abbiamo fatto noi in alcune parti del film, si scelga di contaminare il materiale televisivo, di repertorio, con degli spezzoni di vecchi film. L’immagine, il documento storico visivo, ha un valore di testimonianza più forte della parola scritta. Faccio un esempio: quando abbiamo girato il film sul Berlusconi, siamo riusciti ad ottenere due documenti visivi estremamente preziosi. Il primo è uno spezzone di film, un documento sulla visita di Gorbaciov ad Arcore, dove vediamo Berlusconi intento a mostrare a Gorbaciov il suo enorme mausoleo ad Arcore. In questo caso le immagini parlano talmente chiaro, e testimoniano così bene il sintomo, il senso di "grandiosità" del premier, che non c’è  neanche bisogno di commentarle.
Il secondo documento visivo veramente  speciale è quella quindicina di minuti di puro delirio, il discorso di Berlusconi al Parlamento di Strasburgo. Furono 15 minuti indimenticabili, naturalmente censurati dai tg. Ma è stato semplice avere il filmato, una semplice richiesta al Parlamento di Strasburgo e, al costo di soli 25 euro, ce lo hanno spedito.
Con questo voglio dire che ormai, l’enorme, quantità  e disponibilità di materiale visivo, televisivo, di repertorio, può offrire l’opportunità ad autori di talento, di realizzare, anche a basso costo, delle opere di grande interesse, a livello storico, politico e culturale. Credo che anche questo sarà il futuro del cinema.
 
C'è un autore sardo che la ispira?
No, ammetto la mia ignoranza, conosco più che altro gli scrittori sardi. Non ho avuto molto tempo, ultimamente, per colmare questa lacuna, spero di farlo presto. So che avete una nuova legge sul cinema e che presto, in Sardegna, sarà attiva anche la Film Commission.  Mi auguro che vi ispirerete alla Film Commission di Torino, dove hanno fatto un lavoro eccellente, riuscendo a valorizzare non solo il cinema ma l’intero territorio della regione Piemonte. Mi pare un bel modello da seguire.
Powered by CoalaWeb

Accesso utenti e associazioni