Percorso

La "Grande bellezza" alla sfida dell'Oscar

Il film di Paolo Sorrentino scelto per la cinquina del miglior film straniero. di Elisabetta Randaccio

''La grande bellezza'': Isabella Ferrari, Toni Servillo, Paolo Sorrentino e Sabrina FerilliIl cinema italiano cerca, attraverso l'affermazione agli “Oscar”, quell'attenzione che, nel nostro paese, le istituzioni non gli danno, condannandolo a una sopravvivenza penosa e suicida.

Così, ci si rivolge all'inserimento della “Grande bellezza” di Paolo Sorrentino nella cinquina del “miglior film straniero” nella competizione per gli Academy Award, come ad un'opportunità capace di dare una mondiale visibilità alle opere cinematografiche italiane e a un mercato internazionale che le accolga, riportando l'attenzione a questa fetta di industria culturale del nostro paese, il quale, come ha affermato lo stesso Sorrentino quando gli è stato consegnato il Golden Globe della stampa straniera, a Los Angeles, “è una nazione bellissima, ma pazza!”. Matta sì, ma sembrerebbe resa piuttosto cieca, sorda e ignorante dalla sua classe dirigente che non riesce a fare della nostra cultura, un patrimonio vincente.

''La grande bellezza'' 2013Manca pure di memoria, cancellando cosa abbia significato il cinema per la nostra recente storia. Magari si potrebbe ricordare, facendo uno dei tanti possibili esempi, quanto la distribuzione di “Roma città aperta” di Roberto Rossellini (1946), nel secondo dopoguerra, abbia mutato l'atteggiamento dei paesi stranieri nei confronti di un popolo che aveva sostenuto una guerra devastante e sanguinaria, una nazione, però, come descriveva la pellicola, ricca anche di positività e dignità...
“La grande bellezza” ha caratteristiche di contenuto e di stile capaci di intrigare il pubblico e la critica americana, che, forse semplificando troppo, lo ha definito come un film sulla decadenza socio politica dell'Italia.

''La grande bellezza'' 2013Sicuramente il film di Sorrentino ha una chiave di lettura maggiormente complessa, ma negli USA la descrizione, tecnicamente impeccabile, della classe alto borghese e intellettuale come un mondo schiacciato dal cattivo gusto, dall'eccesso di soldi e esibizionismo, provoca una associazione con le proprie tragedie post crisi economica e evoca gli stereotipi diffusi sui piaceri e i vizi dell'impero romano antico, che tanto cinema hollywoodiano ha esibito con successo nei propri peplum. A questo si aggiungano le citazioni e il “modus filmandi” alla Fellini (il regista italiano, negli Stati Uniti, maggiormente noto e studiato insieme a Sergio Leone), nonché le splendide immagini di Roma, che tutti vorremmo vedere e vivere anche nella quotidianità e, forse, le probabilità di vittoria della “Grande bellezza” aumentano e possono annullare i quattordici anni che separano il cinema italiano da un “Oscar”, ovvero dai tempi della “Vita è bella” di Roberto Benigni (1999).

''La grande bellezza'' 2013Certo, gli avversari sono agguerriti: “Alabama Monroe” di Felix von Groeninger , “Il sospetto” di Thomas Vinterberg, “L'image manquante” di Rithy Parh, “Oman” di Harry Abu Asaq, sono opere molto interessanti, originali e di buon successo anche nei paesi anglofoni. Soprattutto “Il sospetto” con la sua trama drammatica su una infamante accusa di pedofilia per un insegnante, è stato molto apprezzato dalla critica statunitense. La competizione è certamente poco prevedibile nei suoi risultati. Ma la “Grande bellezza” sta dimostrando, dopo molti anni, come un film italiano abbia le caratteristiche per essere un prodotto (culturale) apprezzabile a livello internazionale. Inoltre, il suo trailer è tra i migliori costruiti nella scorsa stagione: è una sintesi del senso del film e affascina lo spettatore curioso, il quale, magari qualche elemento deludente lo troverà, ma intanto avrà la spinta per andare a vederlo in sala.

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