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Grazie Padre Piras

Cinema e meditazione: due modi per dare al prossimo. Il ricordo del gesuita che da giovane voleva fare il regista. La meditazione secondo David Lynch. di Enrica Anedda

Padre PirasDopo l'articolo, la videointervista e un ricordo di Padre Piras

Padre Francesco Piras, non era solo un sacerdote e un gesuita; non era solo il fondatore della scuola di meditazione di Cagliari. E’ stato un grande appassionato di cinema e uno degli ispiratori della  attività culturale della città.

Nella scuola sono nate due associazioni teatrali, una ancora in piena attività, “Teatro i“ e due associazioni di cinema: Namaste e la nostra: “Cagliari in corto”. Le tre edizioni del festival “Cagliari in corto” si sono svolte nella sala stracolma del cinema dei gesuiti, alla presenza del maestro, in collaborazione con l'associazione Namaste e con l’aiuto di tutti i volontari della scuola di meditazione. Tutt’ora si tengono interessanti rassegne di cinema e nel 2005 Procacci e Grimaldi vi hanno presentato la scuola di cinema “Circus”.

Le tre edizioni del festival “Cagliari in corto” si sono svolte nella sala stracolma del cinema dei gesuiti...La meditazione è soprattutto silenzio; dal silenzio fioriscono le idee e la creatività.
In un'intervista di qualche anno fa il fondatore della scuola confidò a Cinemecum un suo sogno giovanile, quello di fare il regista; dopo pochi giorni gli mostrammo un'intervista del grande David Lynch, che aveva rivelato: “Ho compreso a fondo l’importanza del silenzio solo nel momento in cui ho appreso la tecnica della meditazione 38 anni fa” e aveva aggiunto che meditare “è come trovarsi in un ascensore cui all’improvviso tagliano i cavi; cominci a sprofondare ma invece di schiantarti al suolo cominci a fluttuare nel vuoto. In quel movimento si sciolgono ansie, tensioni e preoccupazioni, il mondo sembra un posto più  bello e luminoso e ti senti in sintonia con la natura”. Il regista aveva precisato che: “l’unico angolo dove trovare un po’ di quiete è dentro noi stessi… puoi meditare anche mentre stai girando un film”, sottolineando che la meditazione gli consentiva di affrontare anche i peggiori produttori e di lavorare al meglio.

Francesco Casu e Padre PirasNessuna contraddizione con l’inquietudine dei suoi film: per lui clangore e silenzio esercitavano lo stesso fascino. La meditazione, infatti, è la vita vissuta con la massima intensità, con motivazione, ma con serenità. Per Padre Francesco Piras la meditazione era uno “strumento” per agire in aiuto del prossimo. Il cinema un mezzo per contribuire alla crescita culturale della società: un servizio, così come la meditazione.  
Il giorno della sua morte, oramai talmente stanco da non riuscire a parlare, perfettamente lucido e  consapevole della sua imminente dipartita: scrisse su un pezzo di carta, consegnato ad un suo allievo, guarda caso un altro regista, Francesco Casu (socio di “Cagliari in corto”), un messaggio di straordinaria bellezza, un invito alla solidarietà, un inno alla vita e al suo ciclo infinito: “Respira, respira per dieci, respira al posto mio”. Senza la scuola di meditazione in tanti non avrebbero trovato la forza e il coraggio di partecipare attivamente alla vita culturale della città. Senza Padre Piras Cinemecum non sarebbe mai esistito.
Per questo lo vogliamo salutare con un breve ricordo e riproponendovi la intervista sul cinema che rilasciò qualche anno fa.

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