Percorso

L'editoriale

Il cinema al centro dell’azione di rilancio economico della Sardegna. La lettera al nuovo governatore, Francesco Pigliaru: i bandi 2014 dell’hospitality fund e il futuro del cinema. di Enrica Anedda

Francesco PigliaruCaro professor Pigliaru,
ci rivogliamo a Lei per offrirLe qualche suggerimento. Potremmo apparire immodesti e  “cinecentrici”,  siamo solo realisti e molto preoccupati. Se avrà la pazienza di leggere sino in fondo comprenderà il nostro impegno. Le scriviamo per formularLe i nostri auguri  perché amiamo più del cinema la Sardegna.

Confidiamo che Lei presterà fede alle promesse espresse nella intervista che ci ha concesso quindici giorni fa: creare per il cinema un sistema fondato su competenza e trasparenza, che produca film di qualità e promuova la nostra isola, secondo una strategia di verifica periodica degli investimenti realizzati.
Il suo predecessore non ha dedicato grande attenzione al cinema: ha snobbato Cinemecum; si è occupato del settore in campagna elettorale con stanziamenti dell’ultimo momento e con la premura - un mese prima delle elezioni, dopo mesi e mesi di vacanza - di nominare i componenti mancanti del consiglio di amministrazione della Fondazione Sardegna Film Commission. Ora insieme a Antonello Grimaldi, Gianni CesaraccioGiovanni Follesa  ci sono Antonello Lai e Paolo Piquereddu.
Il presidente e la giunta, nella precedente legislatura non hanno dato grande importanza alla cultura e al cinema.
Noi invece, ci permettiamo di suggerire che proprio il cinema venga posto al centro della sua politica.
Lo slogan del Pdl era  “qui e ora”, Lei vorrebbe guardare al futuro, noi non possiamo fare a meno di partire dal passato. La Sardegna oggi piange lacrime amare per la sua arretratezza e per le rovine ambientali che si sono succedute nel tempo. Tutto questo lo dobbiamo soprattutto a coloro che  hanno sottovalutato la cultura e la economia sarda per sovvenzionare industrie fallimentari che hanno lasciato in eredità inquinamento e disoccupazione. Lo dobbiamo al fatto che non siamo stati capaci di creare un turismo di qualità  diffuso per tutta la isola e per tutto l’anno e di promuovere con forza la Sardegna per quello che è: un tesoro ambientale e culturale, un paradiso terrestre.
Non sappiamo se Lei abbia prestato attenzione al fiorire di film e documentari degli autori sardi, La preghiamo di guardare “Cattedrali di sabbia” di Paolo Carboni. Un interessantissimo documentario di qualità che descrive il deserto formatosi dopo il fallimento di quelle industrie che avrebbero dovuto portare lo sviluppo nell’isola e che hanno invece trasformato in cassaintegrati  tanti sardi indotti ad abbandonare i loro mestieri tradizionali. L’opera di Carboni dimostra come la forza delle immagini sia più efficace di mille parole e ci aiuta a riflettere, per pensare e progettare un futuro diverso.
Lei certamente avrà seguito l’intenso dibattito ospitato sulle pagine de “Il sole 24 ore”, nelle quali recentemente il filosofo Armando Masserenti ha addirittura proposto di fare del senato della Repubblica un organo che valorizzi merito, competenza e saggezza. Su quelle pagine circa un anno fa è apparso il Manifesto della cultura accompagnato da migliaia di firme autorevoli. “Niente cultura, niente sviluppo” è lo slogan condiviso da menti illuminate che sollecitano i governi a mettere la cultura al centro dell’azione di rilancio economico del paese attraverso una collaborazione sinergica e trasversale dei ministeri strategici e la complementarietà fra pubblico e privato, con sgravi ed equità fiscale.   
Dunque se Le chiediamo di mettere al centro della sua azione di governo il cinema non rischiamo di apparire velleitari. Di rivoluzione copernicana parla il Manifesto della cultura. Il cinema non è solo cultura: è arma potentissima; porta lavoro alle sempre più numerose maestranze sarde che si sono formate nelle nostre università e in giro per il mondo; crea economia nei territori circostanti, fa confluire denaro nelle casse degli albergatori, dei ristoratori, degli artigiani, etc etc. Scatena un circuito virtuoso fra tutti. Soprattutto promuove l’isola nel mondo. Professore, non ignori le parole di chi ha invitato a promuovere le nostre bellezze soprattutto nei paesi dell’est. Da dove, come Lei sa meglio di tutti, nei prossimi anni arriveranno i flussi turistici maggiori.
Dia uno sguardo al bellissimo spot sulla Sardegna commissionato dalla precedente giunta e realizzato da uno dei nostri registi di punta: Paolo Zucca.
Un piccolo capolavoro, estremamente efficace.
Caro professore, la preghiamo, dunque, di prendere a cuore immediatamente la Fondazione Sardegna Film Commission. Un organo di promozione che ha potuto fare poco durante la sua breve esistenza e ha dimenticato il suo ruolo fondamentale. Anche recentemente sono stati pubblicati i bandi  per l’hospitality fund per uno stanziamento di 470mila euro, ma nessuno si è curato di diffonderli. Il sito della Film Commission è ancora embrionale e nessuna risposta è stata data a coloro che hanno partecipato alla manifestazione di interesse per la realizzazione di un nuovo portale. Un paradosso per un ente di promozione, che prima di tutto deve preoccuparsi di comunicare le proprie iniziative. Si è sempre trascurato il ruolo e l’esperienza di Cinemecum e in questi anni si è sottovalutato il grande aiuto che avrebbe potuto apportare al cinema e alla sua promozione.
Di stimoli alla collaborazione e cooperazione fra tutte le forze in campo ne abbiamo ricevuti pochi, così svalutando le risorse pubbliche, comprese quelle poche che vengono concesse anche per le nostre iniziative. La collaborazione dovrebbe partire innanzitutto da tutti gli assessorati guidati da una volontà unica e determinata.
Oggi una delle scommesse è la ricerca di nuove occasioni di sviluppo. Il cinema è una tra queste. Non la abbandoni e non la trascuri.
Presidente solleciti immediatamente la modifica della legge cinema, attribuisca alla Fondazione tutte le competenze e la trasformi in un organo di coordinamento; investa con saggezza  affinché sia dotata di una struttura e di una squadra competente anche dal punto di vista manageriale. Provveda alla modifica dello statuto della Fondazione mutuando quanto di utile è stato fatto nelle altre regioni. Completi la formazione di tutti gli organi ivi già previsti che debbono gestire e controllarne l’attività e soprattutto ponga la trasparenza dell’operato come un must imprescindibile. Noi tutti vogliamo che il cinema, e non altri interessi, siano al centro del progetto. Ci segua e consideri la nostra esperienza a sua disposizione.

Grimaldi: “Le Cinéma? C'est moi!”

Il futuro del cinema in Sardegna: la parola ai candidati

Il cinema e le prossime Elezioni Regionali in Sardegna

 

 

19 febbraio 2014

Powered by CoalaWeb

Accesso utenti e associazioni