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This is Mirrionis

Is Mirrionis e San Michele: quartieri nell'obiettivo con eureca!. Gli scatti di Vanessa Winship e George Georgiou alla Galleria Comunale. di Valentina Corona

''This Is Mirrionis''Se durante i mesi tra marzo e maggio vi fosse capitato di imbattervi in una coppia di inglesi muniti di macchina fotografica che girovagavano per le vie di San Michele e Is Mirrionis, è finalmente arrivato il momento di svelarvi chi e cosa si celasse dietro quegli obiettivi puntati sui due quartieri cagliaritani.

Vanessa Winship e George Georgiou, entrambi laureati a pieni voti in fotografia, video e arti visive al Polytechnic of Central London, sono stati protagonisti della residenza d’artista di eureca!, progetto di arte pubblica e partecipata inserito nella programmazione dei Musei Civici per la Candidatura di Cagliari Capitale Europea della Cultura 2019 e realizzato dall’agenzia fotografica Prospeket.
Per quasi due mesi, i loro occhi hanno scrutato ogni angolo dei quartieri di Is Mirrionis e San Michele ricercando persone, luoghi e la natura che li circonda. Il risultato è “This Is Mirrionis”, una mostra composta da centoventi fotografie e una installazione video, allestita alla Galleria Comunale di Cagliari (fino a ottobre).

L’esposizione comprende due serie di scatti, a colori e in bianco e nero.
I primi sono di George, osservatore invisibile e attento del tessuto cittadino. Si è concentrato soprattutto nei centri di maggior afflusso cittadino come la Chiesa di San Michele o la mensa universitaria di Via Premuda e, sapientemente, ma senza interagire con i soggetti, ha osservato e registrato i flussi di persone e le loro abitudini. I protagonisti sono distratti, immersi nelle loro azioni quotidiane, nei loro spazi. George si mimetizza in quelle pareti dall'intonaco sbreccato, con i colori spenti ma pieni di scritte dei writers del quartiere.

Vanessa WinshipLe immagini rigorosamente in bianco e nero sono di Vanessa. L’approccio nei confronti degli abitanti dei quartieri è visibilmente diverso, qui l’interazione con i soggetti diventa fondamentale: posizionati di fronte all'obiettivo, prevalentemente con lo sguardo in camera, ci osservano e partecipano nell'atto fotografico. Sono per la maggior parte ritratti singoli o in coppia, icastiche immagini delle persone che con grande disinvoltura si sono messe in gioco di fronte al grande banco ottico della Winship. I loro sguardi e i loro gesti sono intensi, fieri, dolci, umili, reali... e poetici.
Sebbene vi siano molte differenze tra gli scatti dei due professionisti, c’è un filo rosso che unisce la loro esplorazione visuale: il rapporto tra uomo e lo spazio che lo circonda. In una periferia cittadina composta per lo più da un'architettura malsana, con muri scrostati e decadenti, antenne sui tetti e di automobili parcheggiate, uomini e donne vi danzano al suo interno. Ma tra la jungla moderna, si fa spazio anche la natura: anomala e sofferente nel centro urbano, mastodontica e fagocitante nel suo perimetro. Se nelle foto di Georgiou i movimenti delle persone riempiono i fotogrammi, Vanessa fa uso della natura per descrivere movimento e flussi, quasi come se l’uomo si fosse trasformato in delicati e comuni fili d’erba. Danzano al ritmo del vento, si muovono sinuosi, esattamente come i protagonisti umani immortalati del collega fotografo.



''This Is Mirrionis''Vanessa Winship e George Georgiou, hanno saputo dar lustro a quella quotidianità dei gesti e degli spazi che probabilmente non ci saremmo mai sforzati di vedere. Hanno saputo aprire una finestra sui quartieri di Is Mirrionis e San Michele, svelandoci un territorio di profondo interesse sociale e ambientale.
«I loro scatti, quegli impercettibili istanti, hanno generato un'epifania capace di dare una lezione anche agli scettici: non più la dicotomia tra estetica ed etica, ma un’estetica che, facendo proprio lo stravolgimento contemporaneo del concetto di bello, si prende il compito etico di aprire gli orizzonti, di indicare nuovi mondi possibili»  ha sottolineato l'assessore alla cultura di Cagliari, Enrica Puggioni.

L'arte quindi che recupera il suo ruolo visionario, quale strumento fondamentale per capire il presente e immaginare il futuro. Sicuramente l'aver ospitato questi due artisti ha portato una ventata di aria fresca alla città di Cagliari, con un'apertura al mondo e l'opportunità di specchiarsi nello sguardo dell'altro. Ci auguriamo che sia uno dei tanti passi che compirà il capoluogo nella sua riqualificazione culturale verso nuovi mondi possibili.

23 luglio 2014

 

 

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