È “Perfidia” la realtà vista da Bonifacio Angius
Il regista racconta il tempo perduto in una Sassari nascosta - Guarda il Trailer. di Elisabetta Randaccio
C'è dolore mai elaborato, amarezza e rancore più che Perfidia, nel nuovo film di Bonifacio Angius. Nel cast tra gli altri Stefano Deffenu, Mario Olivieri, Noemi Medas, Alessandro Gazzale, Andrea Carboni e Domenico Montixi. Abbandonato il racconto esemplare, visionario di Sa Grascia, il regista si precipita in una realtà cruda e, allo stesso modo, senza tempo, dove il conflitto generazionale si trascina fino a un dramma, svolta esistenziale del protagonista.
D'altronde, anche il bambino di Sa Grascia si opponeva a un mondo di adulti, nella maggior parte, ottusi. Così, chiediamo a Bonifacio Angius se esiste una sorta di filo conduttore nel raccontare i mondi opposti delle generazioni a confronto.
Perfidia è un film completamente diverso sia dal punto di vista narrativo sia da quello produttivo; gioca su registri assai differenti. È solo un caso che il protagonista di Sa grascia sia un bambino e Angelino in Perfidia abbia, in un certo senso, la personalità di un ragazzino bloccato nella crescita emotiva.
In effetti, il livello narrativo in Sa Grascia era orientato sul grottesco, in Perfidia, invece, si respira un realismo venato di un certo “assurdo”, accentuato da battute ripetitive, quasi di tipo beckettiano...
Lo stile è cambiato perché il racconto si prestava a una tipologia narrativa diversa, maggiormente realistica; certi scambi nei dialoghi, certamente, si ripetono, ma questo capita anche nella quotidianità. C'è un gioco interno nella reiterazione delle battute: ci sono tante domande e i personaggi non hanno mai una risposta; c'è un lavoro di architettura del dialogo proprio basato sulla ripetizione, dà un tocco d'assurdo ma, nello stesso tempo, veritiero. I dialoghi, d'altronde, li ho scritti di getto, recitandoli a me stesso, cercando di dargli un livello di realismo convincente.
La location è molto interessante: una Sassari periferica poco scontata sul grande schermo...
Quella che si vide nel film è la città da me frequentata, conosciuta. Ho vissuto in quei quartieri, i quali possono sembrare abbastanza anonimi, tipici di qualsiasi altra località urbana di provincia. È stata una scelta naturale, non avrei potuto ambientare Perfidia nel centro storico, dove la realtà non è distante, ma è decisamente diversa. Ho vissuto in quei luoghi e mi sembrava perfetto ambientarvi il film.
Che tipo di distribuzione avrà Perfidia?
Il film avrà anche una distribuzione nazionale. Partiremo prima dalla Sardegna e, in seguito, usciremo nelle sale del resto del paese. Abbiamo, infatti, una nostra distribuzione, la Monello film, che si occuperà di supportare Perfidia nei cinema italiani.
Puoi sintetizzarci l'emozione di aver rappresentato, con la tua ultima fatica, l'Italia al Festival di Locarno?
Avere il film alla manifestazione di Locarno è stata una bella soddisfazione. Perfidia è stato accolto benissimo, molti lo hanno amato, ha ricevuto tantissime recensioni positive, alcune perfino imbarazzanti nella loro passione, un trasporto emotivo, che è stato lo stesso in cui il pubblico è riuscito a identificarsi. Certo, si tratta di un lungometraggio che divide, perché non è accondiscendente, non è accomodante. Però, quando piace, mi sembra lo faccia in maniera totalizzante.
Con Perfidia stiamo girando il mondo: siamo stati a Montreal, in Germania, dove porteremo il film in varie manifestazioni cinematografiche, in Francia. Recentemente abbiamo conseguito la menzione speciale della giuria al Festival di Annecy, abbiamo vinto il premio dei giovani critici a Locarno. Insomma, siamo soddisfatti della risposta del pubblico e della stampa specializzata. Siamo consapevoli che non si tratta di un film destinato a piacere a tutti, perché delinea la realtà vera senza barare, ma se fosse gradito a ogni spettatore sarei molto preoccupato: un film che piace a tutti è mediocre, a casa mia...
22 ottobre 2014
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