"Perfidia" di Bonifacio Angius
Di Valentina Corona
Psicodramma intimistico, “Perfidia” è il vivido ritratto della decadenza italiana dei giorni d’oggi. Sassari: Angelino, ragazzo di trentacinque anni, scandice le sue giornate tra il bar e pochi momenti a casa insieme al padre, Peppino, alla disperata ricerca di un lavoro per il figlio.
Completamente disadattato ma idealista, alla ricerca di uno scopo, il ragazzo si invaghirà di una ragazza e cercherà di entrare in empatia con lei. Quando le cose tra i due andranno storte, Angelino, definitivamente disilluso riguardo la società, si chiuderà in se stesso. Comincerà così per il giovane una claustrofobica discesa nel baratro della solitudine, in bilico sui margini della sanità mentale. La solitudine dilaga, onnipresente nell'arida jungla urbana della periferia sassarese, e per Angelino diventerà una vera e propria vocazione, elemento scatenante di un disturbo mentale latente. Lo straniamento del protagonista arriverà ad essere totale e lo stato di primordiale libertà, libererà le pulsioni represse in una esplosione di violenza.
“Perfidia”, unico film italiano in concorso al 67esima edizione del Festival del Film di Locarno e vincitore del premio della giuria giovani, è un film attento e profondo che con lentezza e silenzio accompagna lo spettatore attraverso una realtà impastata tra clientelismo, disoccupazione e solitudine. Il senso di vuoto, di distanza, che permea nella vita di Angelino sono trasmessi con efficacia da ambienti e situazioni presentate. In una Sassari invernale, Peppino cerca di dar senso a un rapporto padre-figlio che non ha mai avuto modo di crearsi e che ora, meno che mai, potrà essere instaurato. Due mondi diversi, inviluppati nell'assenza di comunicazione che si manifesta in maniera decisa nella scena in cui Angelino rimane chiuso fuori in balcone e padre e figlio sono separati da una finestra che può essere aperta solo internamente. Angius alterna lucide ricostruzioni contestuali a ritmi visionari, che permettono di calarci nei meandri dalla psiche del protagonista. La macchina da presa, ferma e decisa nei suoi movimenti, segue in maniera discreta il protagonista e si libera con dei movimenti a mano solo in coincidenza nei momenti di forte destabilizzazione del ragazzo. La brillante l’interpretazione di Stefano Deffenu e Mario Olivieri, rispettivamente nei ruoli di Angelino e Peppino, quest’ultimo al debutto cinematografico, sono la forza trainante del film.
Il primo lungometraggio firmato da Bonifacio Angius è un film che si insinua sotto pelle, che colpisce allo stomaco, che fa male e fa riflettere. Apre gli occhi su una situazione che potremmo ritrovare nelle periferie di qualsiasi quartiere italiano: persone fragili, invisibili che sognano la “normalità” ma che allo stesso tempo, per via di una quotidianità stagnante in cui vivono, portano i propri gesti a una follia devastante. L’unica motivazione che si può dare alle loro azioni si trova nella loro vita vuota di elementi culturali, alla mancanza di aspirazioni e di passione, dove l’invidia e le attese contribuiscono a caricare la molla della ferocia.
Prodotto da Movie Factory e il Monello Film, con il contributo della Fondazione Sardegna Film Commission, “Perfidia” è un film che segna una cesura rispetto alla cinematografia sarda vista in precedenza: una boccata d’aria fresca segnata da una coraggiosa produzione low budget e da una visione giovane e promettente come quella di Bonifacio Angius.
28 ottobre 2014
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