Percorso

Lingue, linguaggi e cinema in Italia

Da Fellini a Sorrentino, sino agli ultimi lavori dei registi sardi. Una vivace tavola rotonda scalda la Norvegia. di Myriam Mereu* English translation by Rita Bainton

''Lingue, linguaggi e cinema in Italia''Si è concluso con una bella e vivace tavola rotonda il convegno internazionale “Lingue, linguaggi e cinema in Italia” organizzato da Marco Gargiulo all'Università di Bergen (Norvegia), in collaborazione con l’Istituto Italiano di Cultura di Oslo. Il cinema in Italia è stato il filo conduttore dei diciotto interventi che si sono avvicendati dalla mattina di mercoledì 29 al pomeriggio di venerdì 31 ottobre.

La prima giornata è stata inaugurata da Massimo Arcangeli, linguista dell'Università di Cagliari, che ha parlato dell’evoluzione del linguaggio del corpo nel cinema italiano dell'era del sonoro, con un’analisi dettagliata dei gesti sdoganati dai film ed entrati nella comunicazione quotidiana, dal gesto della vittoria al dito medio, dal gesto priapeo dell’ombrello (I vitelloni) a quello che indica l’omosessualità (Totò, l’imperatore di Capri, I soliti ignoti, ecc.). La grande bellezza di Paolo Sorrentino e La dolce vita di Fellini, spesso accostati, spesso freudianamente confusi per la somiglianza dei titoli (La dolce bellezza), sono stati tra i film più citati ed evocati. Vera Gheno dell’Accademia della Crusca ha messo in risalto la stereotipia culturale e la denuncia sociale che emerge dalle battute dei personaggi de La grande bellezza; Giulia Pierucci della Aarhus Universitetet (Danimarca) ha analizzato la funzione dei due film come media della memoria, il primo come testo culturale, il secondo come un fitto ordito di richiami intertestuali.

''La dolce vita'' 1960Fabio Rossi dell’Università di Messina ha presentato una eccellente storia dialettale del cinema italiano attraverso gli usi, le funzioni, le rappresentazioni e le deformazioni dei dialetti e degli italiani regionali da 1860 di Alessandro Blasetti a Terraferma di Emanuele Crialese. La figura del migrante come soggetto privato della facoltà di comunicare, oggetto dei discorsi altrui, è stata efficacemente analizzata da Aine O’Healy (LoyolaMarymountUniversity) nella sua relazione incentrata su tre film della produzione nazionale contemporanea: Soltanto il mare, Terraferma e (s)comparse. La rappresentazione del sud si esplica nel “pensiero meridiano”, l’estetica del meridione cinematografico esplorata da Federico Giordano (Università per Stranieri di Perugia); si riflette nell’infedeltà del dialetto parlato dai personaggi di Belli, sporchi e cattivi, il bel film di Ettore Scola magistralmente analizzato da Silvia Capotosto (Università Tor Vergata); è satira raffinata, “autobiografia immaginaria” nella parabola artistica di Carmelo Bene, celebrata da Gianluca Pulsoni (Università la Sapienza). “Il circo delle lingue” del padrone di casa Marco Gargiulo aveva per protagonista le peripezie e le acrobazie linguistiche e metalinguistiche del grande istrione del cinema italiano: Federico Fellini.

''L'arbitro''Tante le immagini da lui prodotte e i termini da lui inventati o riscoperti ed entrati nel linguaggio comune - da vitellone a bidone, da paparazzo a dolcevita- che dimostrano la forza e la vitalità della lingua filmata. Un intero panel è stato dedicato al “nuovo cinema sardo”: Antioco Floris (Università di Cagliari) ha fissato le coordinate per lo studio dell’estetica del cinema sardo, brillantemente ripreso da Ivan Girina della University of Warwick attraverso una lettura critica dell’ultimo lavoro di Maria Bonaria Urban, Sardinia on Screen. La sottoscritta ha presentato un’analisi linguistica dei principali titoli della produzione cinematografica made in Sardinia, da Cenere a L’arbitro, condensati in “cent’anni di isolitudine”. Riferendosi ad ambiti scientifici diversi, gli interventi hanno mostrato la capacità di far interagire i linguaggi e le metodologie di ricerca e di analisi in un’ottica di dialogo interdisciplinare. La speranza e la volontà di tutti i partecipanti è di incontrarsi ancora e lavorare affinché questo incontro non rimanga un momento unico e isolato. Gargiulo promette un altro appuntamento, ancora a Bergen, per il 2015. Intanto, aspettiamo gli atti che usciranno a metà del prossimo anno per Aracne.

*MyriamMereu, scuola di dottorato in Studi filologici e letterari, Università degli studi di Cagliari


Languages​​, Dialogue ​​and Cinema in Italy

From Fellini to Sorrentino,  to the recent works of directors from Sardinia. A lively panel discussion heats up Norway. By Myriam Mereu *

It ended with a beautiful and lively round table for the International Conference "Languages​​, Dialogue ​​and Cinema in Italy" organized by Marco Gargiulo at the University of  Bergen Norway, in collaboration with the Italian Cultural Institute in Oslo. The cinema in Italy was the main theme of the eighteen meetings that have come and gone since the morning of Wednesday the 29th, to the afternoon of Friday 31st of  October2014 . The first day opened with Massimo Arcangeli, a linguist at the University of Cagliari, who spoke about the evolution of body language in the Italian Cinema from the early era of the “talkies”, with a detailed analysis of dialogue imported from the movies that became part of everyday life, from the gesture of victory to the middle finger, the gesture of  the umbrella (I Vitelloni) that has a  gay connotation (Toto, Imperatore di Capri, I Soliti Ignoti, etc.).

The Great Beauty of Paolo Sorrentino and the Dolce Vita of Fellini, side by side, mixed up with a Freudian twist by the similarity of titles in  “The Sweet Beauty”, were among the movies most quoted and discussed . Vera Gheno from the Accademia della Crusca, has highlighted the cultural stereotype and the social commentary that emerges from the lines of the characters of the Great Beauty; Julia Pierucci of Aarhus Universitetet , Denmark , has analyzed the role of the two films as a vehicle of memories, the first as cultural text, the second as a dense weave of intertextual references. Fabio Rossi, University of Messina has presented an excellent history of  dialect languages in  Italian Cinema through their use, features, representation and transformation , from 1860  by Alessandro Blasetti to Terraferma by Emanuele Crialese. The character of the immigrant who has lost his right to communicate, the victim of  other people’s slander, has been successfully analyzed by Aine O'Healy from Loyola Marymount University. 

Her report focuses on three contemporary Italian films: Soltanto il mare,  Terraferma and (S)comparse. The rapresentation of the South of Italy is expressed in the "southern way of thinking" with  the aesthetics of  southern coreography explored by Frederick Jordan , University Per Stranieri from Perugia;  it is captured in the fake dialect spoken by the characters of Belli, Sporchi e Cattivi, beautiful film by Ettore Scola, masterfully analyzed by Silvia Capotosto fromTor Vergata University; it’s the clever satire , "fictional autobiography" as in the work of Carmelo Bene, celebrated by Gianluca Pulsoni from La Sapienza University. "The Circus of Languages" presented by Mark Gargiulo captures the adventures and linguistic stunts of the genius of Italian Cinema: Federico Fellini. Many were the images and the words created by him that are now part of common vernacular -  words like “vitellone” to “bidone (trashcan)”,  or paparazzi  and dolcevita -  they show the strength and life force of the language in film.

An entire panel was devoted to the "New Sardinian Cinema" with Antioco Floris from University of Cagliari, he introduced perimeters for the study of  Sardinian Cinema, brilliantly inhanced by Ivan Girina from the University of  Warwick with a critical reading of the last work of Maria Bonaria Urban,  Sardinia on Screen.  She has submitted a linguistic analysis of the main titles of the film made ​​in Sardinia, from Cenere to the L’Arbitro, incapsulated into " a hundred years of Isolation ." Coming from a variety of scientific fields, and various points of view, the conference has shown the ability for all involved to interact with language, methods of research and analysis for a common ground dialogue. The hope and the desire of all participants  was to meet again and work together to ensure that this conference does not remain  unique and isolated.  Mr. Gargiulo promises another conference, in Bergen for 2015.  In the meantime, we look foward to the work of Aracne that will be released sometimes next year.

* Myriam Mereu Phd in Philology and Literature, University of Cagliari

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