Percorso

Speciale Cda Film Commission. Andrea Contu

Presidente del circolo Arci di Carbonia è il più giovane membro del Cda: “Alla Fondazione è l’ora delle scelte programmatiche”. di Valentina Bifulco

Andrea ContuIl nuovo Cda della Sardegna Film Commission deve fare i conti con una situazione difficile, data da dubbi non sciolti, richieste non espletate, domande che non hanno ricevuto risposta. Come denunciano molti dei lavoratori del settore la Sfc deve cambiare rotta per poter diventare un punto di riferimento per il settore cinematografico sardo.

Abbiamo incontrato uno dei nuovi componenti del Cda, Andrea Contu, operatore culturale, Presidente del circolo Arci di Carbonia e membro della Presidenza nazionale dell’Ucca (Unione Circoli Cinematografici Arci), e gli abbiamo chiesto di raccontarci le sue aspettative rispetto a questo nuovo incarico.

È stato appena eletto nel Cda della Sardegna Film Commission, quali sono le sue aspettative rispetto a questo nuovo incarico?
Sento un enorme responsabilità che deriva dalla consapevolezza delle difficoltà in cui versa il comparto cinematografico in Sardegna. Il mio lavoro in qualità di operatore culturale, specializzato nel campo della promozione della cultura cinematografica e degli audiovisivi, mi ha portato a conoscere da vicino non solo quel mondo ma anche le tante persone che ci lavorano. A queste persone, alla cui comunità allargata di coloro che lavorano nel settore cinematografico sento di appartenere, vanno date delle risposte e soprattutto va manifestata una chiara volontà politica che vada oltre il contingente e sia fatta di investimenti e scelte di prospettiva che provino ad immaginare quale debba essere il futuro dell’industria cinematografica in Sardegna.

Andrea ContuQuali pensa siano le prime tematiche che dovrebbe affrontare il nuovo Cda?
Le difficoltà in cui si trova ad operare il comparto sono tante e ci sarà tanto lavoro da fare, insieme alle istituzioni e su vari fronti. La prima cosa che mi viene in mente è che lo Statuto della Film Commission Sardegna prevede che possano diventarne nuovi soci fondatori tutti quei soggetti pubblici e privati che ne condividano le finalità e non abbiano fini di lucro e possano diventarne soci sostenitori altri soggetti. Non può essere la sola Regione Sardegna a guidare un ente che per sua stessa vocazione deve perseguire l’obiettivo di “fare rete” e mettere a disposizione del comparto tutti gli strumenti utili alla sua crescita. In Puglia aderiscono alla Film Commission in qualità di soci ben 33 comuni. In Piemonte sono partners della Film Commission importanti istituzioni pubbliche e altri soggetti privati.

Quale pensa che sia la Film Commission italiana alla quale ci si dovrebbe ispirare e perché?
Più che a un modello da assumere per intero penso ai progetti che ha generato. In questo senso da operatore che si occupa della messa a valore e in rete dei prodotti audiovisivi e cinematografici penso a quanto fatto dall’Apulia Film Commission nel sostegno all’esercizio, e alla diffusione delle opere cinematografiche in genere, attraverso il progetto “Circuito d’Autore”. Preservare le sale e porre le condizioni per farne aprire di nuove significa non solo mettere le basi per sostenere la produzione e la distribuzione di nuove opere e di nuovi autori, ma rappresenta anche un modo per tenere vivi dei presidi di cultura e democrazia, dei luoghi per la formazione di nuovo pubblico.

Andrea ContuLei ha alle spalle una grande esperienza, sia come Presidente del circolo Arci di Carbonia che componente nazionale dell’Ucca (Unione Circoli Cinematografici Arci), ci racconta quali attività svolgete sul territorio?
Come componente della Presidenza nazionale dell’Ucca sono a contatto con la vasta rete dei circoli del cinema diffusi sul territorio. Si tratta molto spesso non di sale che svolgono normale esercizio ma di soggetti che si spendono nei propri territori per la diffusione del Cinema di qualità, spesso documentario, e di tutte quelle opere che trovano maggiori difficoltà a essere distribuite nei normali circuiti. Trovo che questo lavoro sia importantissimo. In tanti casi si tratta di attività totalmente volontarie. Centinaia di operatori culturali che diffusamente offrono la propria esperienza e la propria passione mettendole a servizio delle comunità alle quali appartengono. L’attività del Circolo che ho l’onore di presiedere si inserisce in questo solco. Da diversi anni promuoviamo la rassegna nazionale di Cinema del reale “L’Italia che non si vede” e collaboriamo nel sostenere tutte le iniziative cinematografiche che si svolgono nel nostro territorio, tra le quali il Mediterraneo Film Festival, oltre a quelle da noi prodotte.

Articoli correlati:

Il nuovo Cda della Film Commission alza bandiera rossa. Confermato Grimaldi, ecco gli altri nomi

Speciale Cda Film Commission. Marco Benoni

Speciale Cda Film Commission. Sergio Scavio

Powered by CoalaWeb

Accesso utenti e associazioni