Percorso

Speciale Cda Film Commission. Marco Benoni

Patron di Artevideo e vicepresidente della Sfc assicura: “Nessun conflitto di interessi. In futuro servirà maggiore autonomia dalla Regione”. di Carlo Poddighe

Marco BenoniMarco Benoni, classe 1960, Presidente di Federcultura Sardegna e di ArteVideo Produzioni, è membro aggiunto del direttivo di Moviementu-Rete Cinema Sardegna. È stato nominato nel nuovo Cda della Film Commission ed eletto numero due della medesima Fondazione, nella prima riunione del Consiglio di Amministrazione, tenutasi lunedì 2 febbraio, la stessa in cui si è deciso di confermare il regista sassarese, Antonello Grimaldi, come presidente.

Da sempre molto vicino all’ex Governatore e attuale segretario regionale del Partito democratico, Renato Soru, nel 2006 con la sua casa di produzione si aggiudicò l’appalto di alcuni servizi dell’allora appena costituita Film Commission (Fc).

Giovanna CerinaMarco Benoni, con il suo ingresso in Cda torna alla gestione diretta del Cinema in Sardegna, cosa cambia in questa seconda esperienza?
Nel 2006, con la Legge Cinema non si è certo trattato di una questione di gestione. Personalmente, ho vissuto quell’esperienza importante della mia vita con senso di responsabilità e con la consapevolezza di poter dare il mio contributo insieme ad altri, a fianco di Giovanna Cerina, attraverso una legge, uno strumento utile e per certi aspetti indispensabile per lo sviluppo del cinema in Sardegna come opportunità accessibile a tutti. Oggi con la nomina del Cda della Film Commission, siamo arrivati ad una fase attuativa e operativa, prevista e auspicata dalla stessa Legge Cinema. Si potrebbe dire che siamo passati dalla teoria alla pratica e, sinceramente, sono ancora più motivato per la dimensione concreta di questa nuova sfida.

Renato SoruQuali sono i problemi del Cinema in Sardegna?
Parliamo prima delle opportunità. Penso davvero che la Sardegna abbia un vantaggio competitivo rispetto ad altre regioni e nazioni del mondo. Il nostro patrimonio naturale, ambientale e culturale può essere valorizzato per creare benessere diffuso nel nostro territorio, per le nostre comunità locali e per creare nuove opportunità di lavoro per professionisti, maestranze tecniche e artistiche. Abbiamo una materia prima preziosa e invidiata da tutto il mondo, dobbiamo essere capaci di organizzare intorno a questo patrimonio che ci è stato affidato, un progetto sostenibile economicamente e rispettoso dal punto di vista ambientale e culturale: possiamo sviluppare in Sardegna un vero distretto industriale dell’audiovisivo. Nel 2006 potevamo addirittura avvantaggiarci del fattore tempo, ora abbiamo accumulato gravi ritardi e numerosi errori, bisogna quindi recuperare il tempo perso, ma sono fiducioso perché sento che c’è una tensione positiva, una forte aspettativa e attenzione diffusa nell’opinione pubblica e nelle istituzioni.

Sardegna Film CommissionQuali saranno le sue priorità d’azione?
Posso solo dire alcune delle cose che penso, perché è giusto che le decisioni il Cda le prenda collegialmente. Intanto bisogna fare in fretta, accelerare questo processo di rilancio della Film Commission e recuperare la fiducia in parte minata da troppe lungaggini e incompiute: bisognerà subito portare a compimento alcuni procedimenti e bandi, il cui iter è già stato concluso da tempo e che giacciono in attesa di un organo responsabile che provveda a ratificare l’ultimo passaggio amministrativo. La Film Commission deve poi investire nel rapporto di collaborazione e nel coinvolgimento degli operatori e di tutti gli stakeholder. Il successo di questo progetto si fonda su un patto di corresponsabilità e reciprocità tra gli operatori (lavoratori, professionisti e imprese) e le istituzioni. È importante trovare tutte le risorse necessarie per l’attuazione di questo progetto. Non possiamo però gravare solo sulle spalle della Regione e per questo è fondamentale crescere nell’autonomia, puntando ad attrarre investimenti e puntando ai fondi europei che richiedono una crescita nella capacità di programmare e progettare. È necessario allargare la partecipazione al progetto Sfc. Siccome si tratta di un progetto di sviluppo del territorio è importante aprire all’ingresso e all’apporto di nuovi soci fondatori e sostenitori, in sintonia con quanto stabilisce la legge e lo statuto della fondazione.

Da più parti si chiede di modificare la Legge regionale 15/2006, la cosiddetta Legge Cinema. Secondo lei in che modo bisognerebbe intervenire?
Prima di tutto parliamo del metodo: bisogna arrivare in fretta ad un testo condiviso delle modifiche da apportare alla legge cinema. Per questo, per evitare ulteriori ritardi o errori che non ci possiamo più permettere, bisogna avviare da subito un confronto, quanto più allargato possibile, e che veda soprattutto il contributo di tutti gli operatori del settore. Le decisioni finali spettano ovviamente a chi ha la responsabilità legislativa e di governo delle istituzioni, che potranno esercitare al meglio il loro ruolo, se saremo capaci di fare sintesi e convergere intorno ai grandi temi di interesse comune, piuttosto che distinguerci su questioni marginali e interessi personali.

Sardegna Film CommissionProviamo a suggerire noi qualche modifica. La gestione dei bandi e anche quella dei finanziamenti dovrebbe essere prerogativa della Film Commission o rimanere in capo all’assessorato alla Cultura?
Non ci siamo ancora confrontati all’interno del Cda su questo argomento e tengo quindi a specificare che esprimerò per ora un mio personale pensiero. Nelle regioni e nelle nazioni dove le Fc funzionano bene, lo strumento principe per attrarre le produzioni e gli investimenti dell’industria cinematografica e televisiva è quello dei bandi, che operano su differenti tipologie di film fund. Un primo passo in questa direzione è stato fatto con la modifica dello statuto recentemente introdotta dalla Giunta regionale, che consente l’erogazione di benefici finanziari. Bisogna proseguire questo percorso per armonizzare le previsioni della Legge Cinema con l’esigenza concreta di dotare la Sardegna di una Film Commission efficiente e competitiva in ambito internazionale. Lo sviluppo del settore Cinema dal punto di vista economico deve essere sempre accompagnato da un adeguato sostegno agli aspetti culturali e alla produzione di opere di rilevante interesse regionale. È possibile che in futuro la Film Commission possa diventare anche uno strumento tecnico a disposizione della Regione per dare attuazione a tutti i differenti interventi previsti dalla legge.

ArtevideoLei è presidente della casa di produzione ArteVideo, ritiene che il suo ruolo nel Cda possa dare luogo a un conflitto di interessi?
Penso che la buona politica deve superare e vincere la sfida del conflitto di interessi, trasformandolo in virtuosa convergenza di interessi nella trasparenza. Nella gestione del bene comune, i portatori di interesse portano appunto competenze che spesso non sono presenti nelle istituzioni e nella pubblica amministrazione. Per il cinema, e per molte altre materie ad elevato contenuto specialistico, questo contributo è fondamentale. Diversamente, e con molta ipocrisia, per fugare ogni possibile rischio di conflitto di interessi, assistiamo al paradosso di affidare il governo delle cose importanti all’incompetenza. Per quanto mi riguarda il Cda della Fc è un organo di indirizzo, non deve valutare progetti ne stilare graduatorie, ruolo che a mio giudizio deve essere svolto in maniera imparziale da specifiche commissioni tecniche e secondo modalità ispirate alla par condicio e al rispetto delle regole vigenti in materia di gare e appalti. Insomma, oltre ogni norma e previsione di legge che deve essere sempre rispettata, penso che il conflitto di interessi si debba sconfiggere con i comportamenti personali e con la trasparenza.

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