Percorso

''Patria'', la commedia tragica di Felice Farina con Francesco Pannofino – Trailer

Francesco Pannofino e Felice Farina

Intervista col regista romano che ha presentato a Cagliari il suo film: “I miei operai come Don Camillo e Peppone”. di Carlo Poddighe

La loro fabbrica sta per chiudere. La delocalizzazione porta lontano il lavoro anche da un territorio una volta ricco come il torinese. Salvatore (Francesco Pannofino), operaio siciliano trapiantato al nord di solida fede “fascista”, non ci sta. Sale su una torre dell’impianto e minaccia di lanciarsi nel vuoto, se la Tv non verrà ad ascoltare la sua solitaria protesta.

Pannofino e Farina al Cinema Greenwich di CagliariGiorgio (Roberto Citran), sindacalista “comunista” con cui poco prima era venuto alle mani, lo raggiunge per salvarlo quando Salvatore rischia di cadere dalla torre per un gesto maldestro. Tra i due, prima divisi su tutto, in una notte trascorsa a 50 metri d’altezza a ricordare gli eventi più tragici e determinanti degli ultimi 30 anni di storia d’Italia, nasce un’amicizia forte e solida, che porterà a un finale aperto alla speranza. Questo è Patria, il film di Felice Farina, presentato all’ultima Mostra del Cinema di Venezia e, sabato scorso, al Greenwich di Cagliari, presenti il regista e uno dei protagonisti, Francesco Pannofino.

Felice Farina, una storia inventata e gli inserti storici ispirati da un saggio di Deaglio (Patria, Il Saggiatore 2009) questa la ricetta del film.
Sì, la mia idea è stata quella di mischiare finzione e materiale d’archivio in una maniera molto intricata rispetto a quello che è stato fatto sin ora. Ho voluto fare un esperimento. Ecco lo posso definire un film sperimentale.

Pannofino e Farina al Cinema Greenwich di CagliariLa caratterizzazione di due personaggi principali: l’operaio fascista ignorante e istintivo, che si butta nella protesta anche solitaria, e il sindacalista comunista colto e razionale, che cerca la mediazione per salvare il salvabile, è molto da cliché?
È una semplificazione. È giusto leggerla così, perché è una cosa voluta. Ho voluto fare una cosa apparentemente terra a terra. Basarsi sulla dialettica fascista-comunista che oggi ha un po’ perso di senso. Questi due personaggi fanno riferimento alle coppie della commedia italiana classica, non so Don Camillo e Peppone, Totò e Fabrizi di Guardia e Ladri. Il modulo di riferimento e quello e mi serviva per dare una base molto semplice e popolare al film che poi invece è molto stratificato: tutti gli avvenimenti che loro ricordano sono legati e complessi. Rendere complessa anche la storia di base, quella dei personaggi, sarebbe stato un errore.

Pannofino e Farina al Cinema Greenwich di CagliariProprio in virtù della complessità del tema trattato: la perdita del lavoro e il ricordo di 30 anni di storia italiana, il film, alla fine, ha una sua morale?
Ha più che altro una nota di speranza. Alla fine vince quella che ritengo la parte migliore dell’Italia, quella che dimostra la propria capacità di fare, di adattarsi per poi risollevarsi anche dalle situazioni più disperate. Capacità che abbiamo dimostrato in tantissime occasioni della nostra storia anche recente.

Al di là anche delle divisioni manichee che sembravano esserci all’inizio del film?
La cosa riuscita secondo me del film è che questi due personaggi iniziano facendo a botte e finiscono col creare un’amicizia molto solida, forte e consolidata. Questo può essere l’indirizzo morale del film.

A proposito, dal film si deduce che proprio la cosiddetta questione morale è il vero problema del Paese?
Esatto, è questo il problema non risolto come continua a dirci la cronaca quotidiana. Finché non si risolverà il rapporto tra Politica e vita quotidiana non credo che l’Italia uscirà mai fuori dal casino in cui si trova.

IL TRAILER

10 marzo 2015

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