Percorso

A "Jimmy della Collina" doppio premio

Enrico Pau vince a Giffoni con il suo “Jimmy della collina”. I giovani giurati folgorati dalla storia dell’adolescente di Sarroch. Emozionato  il regista cagliaritano. di M.E.T.

 Si è conclusa la 37 esima edizione del “Giffoni Film Festival” con numerosi premi per gli italiani in concorso.  Tra i film in gara, a “Jimmy della Collina” di Enrico Pau, il premio “Arca Enel” per le emozioni trasmesse e la fedeltà nella rappresentazione dei personaggi, e come secondo classificato nella sezione “Y Gen” il Premio del Presidente della Repubblica Italiana. Ad essere apprezzata dai giovani giurati di Giffoni la storia di Jimmy, adolescente che approda all’interno di un carcere minorile perché gli mancano pochi mesi alla maggiore  età.

Nell’assenza di riferimenti  a Sarroch, dove il ragazzo vive con la sua famiglia di operai, esce fuori dalla legalità. Si spalancano le porte del carcere minorile, che lo gettano in una profonda angoscia. Poi il riscatto nelle colline che avvolgono la comunità di recupero per giovani carcerati, da cui inizia una nuova vita. Ecco cosa ha raccontato il regista Enrico Pau.

Come sono stati conquistati i giovani giurati di Giffoni?
E’ stato molto emozionante perché racconto la storia di un adolescente e per i ragazzi di Giffoni è stato fondamentale l’incontro che hanno fatto con me. Mi hanno rivolto mille domande, tutte molto interessanti. A loro è piaciuto molto il film, che è duro, è una storia non consolatoria, ma c’è anche della poesia. E’ stato apprezzato lo sguardo sincero sulla vicenda del carcere.

 Per lei cosa ha significato quest’esperienza?
Il film ha vinto anche l’anno scorso al festival di Locarno, però questa volta è stato diverso, il battito cardiaco è stato molto forte. Io non ho mai ritirato un premio personalmente, è stata la prima volta, salire sul palco davanti a moltissimi ragazzi,  che esultavano per “Jimmy” è stata un’emozione unica. Giffoni ha un patrimonio unico rispetto alle altre manifestazioni del mondo, cioè quella di essere fatta dai giovani e per i giovani.

Nel film sono riprodotti i suoni della fabbrica e del carcere. Che ruolo ha il suono?

Fondamentale. Il rumore di ferro di fondo tipico del carcere è come una colonna sonora. Per le musiche ho contattato un gruppo emergente del panorama rock cagliaritano, i Sickitikis, prodotti dai Subsonica.
 
Locarno 2007, Giffoni 2007 per il suo film ci sono problemi di distribuzione?
Devo dire che dopo Giffoni è aumentato l’interesse verso il mio film,  si sta muovendo qualche cosa.

Progetti futuri?
Sto lavorando a una sceneggiatura, ma preferisco non parlarne.
 
Milena Agus vorrebbe lei come regista per il film del suo romanzo “Mal di pietra”. Cosa ne pensa?
Io sono legato a Milena da una profonda amicizia, ho letto il suo romanzo, è molto bello, mi sarebbe piaciuto farlo. Lei è stata molto carina a pensare a me, è difficile organizzare un film così. La storia è ambientata nella zona Marina, dove io sono cresciuto, ma forse il film ha preso la direzione della Francia.

 Dietro il suo film c'è una vicenda produttiva fortunata.
Sì devo proprio confessarlo. La produzione è della X Film di Roma del giovanissimo Guido Servino. Abbiamo avuto una piccola quota dalla Regione Sardegna e da alcune istituzioni locali: il film è girato fra le città di Cagliari, Sarroch, Quartucciu, Serbania. Una parte consistente del budget è arrivata da una fondazione privata sarda, la Ope, una cooperativa di costruzioni formata anni fa in Sardegna da un gruppo di muratori. Nel tempo è diventata un'importante realtà imprenditoriale che investe anche nella cultura.
 
Foto Priamo Tolu

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