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Cinema indipendente. ‘’Le sedie di Dio’’: la notte in cui nasce un film - Trailer

Il regista francese Jêrôme Walter Gueguen presenta il suo lavoro: un esperimento coraggioso di metacinema. di Valentina Bifulco

Jêrôme Walter Gueguen“Per tre anni, sto facendo un film sulle sedie è stata la frase che, pronunciata con spiazzante solennità, ha alimentato una mia personale sfida: fare un film. Utilizzare la sedia come falso soggetto che funzioni da pretesto per parlare di un altro soggetto: il film stesso. Quindi, parlare delle sedie e dell’industria delle sedie per parlare del cinema e dell’industria del cinema”.

Jêrôme Walter Gueguen è un regista, autore e montatore francese. Dopo la laurea in Cinema a Parigi, si è trasferito in Italia dove ha collaborato con il collettivo Caucaso, con sede a Bologna, nella realizzazione di video e performance mescolando cinema, musica, pittura e fotografia. Al suo ritorno in Francia, ha conseguito la laurea in regia all'Istituto Internazionale dell'Immagine e del Suono e ha iniziato a collaborare con la casa di produzione Les Films di Lemming. Il suo primo lungometraggio, Le sedie di Dio, è un’opera coraggiosa, un esperimento di metacinema che trasporta lo spettatore attraverso differenti livelli di lettura.

''Le sedie di Dio''Ci racconti come è nata l'idea e come hai deciso di svilupparla?
Per un primo lungometraggio volevo trattare un soggetto che potevo controllare bene. A quell’epoca convincere produttori e trovare soldi per fare un film era la mia preoccupazione quotidiana. Mi confrontavo, ogni giorno, con questo mondo e spesso quello che trovavo erano porte chiuse. Mi alzavo la mattina con una sola preoccupazione: fare un film. Me lo ripetevo, come una formula magica. È nel libro "Fare un film" di Federico Fellini che ho trovato una delle chiavi de Le sedie di Dio. Fellini parla della notte nella quale inizia a sognare il film che sta facendo. È una notte particolare, un’esperienza che vivono tutte le persone che lavorano ad un film. Più o meno una settimana dopo l'inizio delle riprese, s'inizia a sognare la squadra e a mischiarla con i personaggi. Con Le sedie di Dio ho voluto raccontare questa notte.

''Le sedie di Dio''"Le sedie di Dio" è stato definito un eccentrico lungometraggio che usa il pretesto delle sedie per raccontare il mondo. Ti ci ritrovi in questa lettura?
Bella, sì, mi piace. Eccentrico per me è un complimento. Spero di fare film eccentrici fino a 80 anni. Quando vedo un film nuovo o classico mi piace scoprire un mondo ed esserne sorpreso. Ci sono film che raccontano il mondo e film che creano i mondi che raccontano. E poi ci sono quelli in mezzo. Le sedie di Dio è uno di questi. Siamo stati nel mondo con un nostro essere parallelo, esacerbato, e ne abbiamo ripreso le immagini.

Cosa rappresentano le sedie del film?
Ognuno può farsi una propria idea di quello che rappresentano le sedie vedendo il film. Però forse l’importante sarebbe sapere cosa rappresenta dio. Il tuo è un esperimento di metacinema, che attraverso l'espediente delle sedie parla della'industria cinematografica.

Come pensi che sia la situazione della settima arte oggi? 

In Italia so che la situazione è catastrofica, e mi attrista quando mi ricordo i numerosi capolavori che sono stati prodotti in passato. Cos'è successo? Il cinema é l’incontro favoloso tra l’arte e l’industria. Lo stato dovrebbe aiutare i registi perché i soldi di un film vengono usati per il cibo, il materiale, gli spostamenti. L’industria cinematografica può essere un investimento, i soldi girano, sono reinvestiti. Il cinema crea lavoro e ha un grosso potenziale economico per un paese.

''Le sedie di Dio''

"Le sedie di Dio" rappresenta un esercizio di sperimentazione cinematografica molto originale, tanto che a volte si ha l'impressione di perdersi nei vari livelli di lettura. Qual è il messaggio, l'obiettivo, lo scopo di questo film?
Sperimentazione da un lato, però con alla base una storia molto classica. Ho voluto lasciare alcune libertà agli attori, facendoli improvvisare molto sul set. Per fare questo dovevamo avere una trama infrangibile composta da vari messaggi, diverse chiavi e piani di lettura. Lascio a voi il compito di giudicare qual’ è il messaggio del film. L’unica cosa che vorrei dire è che la scelta finale del protagonista è una scelta che io personalmente non avrei mai preso. Ho visto tanta gente intorno a me scendere a compromessi per realizzare i propri sogni, e alla fine non erano soddisfatti. Se si scende a compromessi non si raggiungono i sogni veri ma solamente sogni fatti male.

''Le sedie di Dio''Progetti futuri?
Attualmente sto lavorando alla post-produzione di un corto che racconta come aiuto mia nonna ad ammazzarsi. La stessa nonna che compare ne Le Sedie di Dio. Quest’anno compirà 98 anni. Sto anche scrivendo un video musicale per Iosonouncane. Ha fatto un album veramente meraviglioso. Siamo cercando una casa di produzione sarda. Che si sappia in giro! E sto scrivendo, con Filippo Balestra, il poeta genovese che interpreta Ignazio l’operaio nel Le sedie di Dio, un lungometraggio. Anche qua, siamo cercando una casa di produzione in Italia. Per adesso il film si chiama L’avventura 2. La storia riprende L’Avventura di Antonioni, solo che nel 2, finalmente, dopo un po’ di tempo, torna la ragazza sparita. Forse... Sono in programma in Sardegna un paio di proiezioni de Le sedie di Dio durante l’estate, vi aspettiamo tutti!


IL TRAILER

29 aprile 2015

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