Percorso

Cinema d’esSex. ''The Canyons'' di Paul Shrader

Lindsay Lohan e il pronodivo James Deen, oltre al genio di Gus Van Sant trasformano un film banale in capolavoro - VIDEO. di Mariangela Bruno

''The Canyons''Presentato fuori concorso alla 70ª Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, il film diretto da Paul Shrader è il risultato di una riuscita campagna di crowdfunding promossa sulla nota piattaforma web www.kickstarter.com. The Canyons è un film ripudiato da Hollywood, un racconto spento e asciutto che investe tutto il regno del cinema.

Il cast è certamente uno specchio per le allodole, ma dona alla storia un senso di incoerenza lungimirante. Oltre alla famosa regia, il film gode del pluripremiato sceneggiatore di American Psycho, Bret Easton Ellis; della nota attrice americana Lindsay Lohan, del porno divo James Deen, futuro coprotagonista di 50 Shades of Grey e di una partecipazione straordinaria del genio di Gus Van Sant.

Abbiamo analizzato tre scene cardine di The Canyons, secondo le nostre regole del gioco, per scoprire se rientra nel Cinema d'essai, nel Cinema d'esSex o nel Porno d'essai:

''The Canyons''SCENA UNO
Tecnica Cinematografica: lo stile di Shrader è didascalico. Probabilmente teme che non si capisca bene cosa si stia guardando, se la decadenza o la sopravvivenza della New Hollywood. La scenografia e i costumi hanno un gusto anni 80’ che spiazza lo spettatore, accompagnandolo in un presente irriconoscibile o magari fin troppo riconoscibile. Voto 2
Carica Erotica: siamo fin da subito sufficientemente preparati a vedere sullo schermo un incontro sessuale a tre non tradizionale. Non ci sono particolari sorprese e masturbazioni e telecamere sono meri strumenti di potere senza desiderio. Con un porno attore nel cast, ci si aspettava molto di più. Speriamo sia solo l’inizio. Voto 0
Intreccio Narrativo: il film si apre con immagini di un disastro cinematografico: sale abbandonate, cinema in rovina, luoghi desertificati. Una visione meno ordinaria di West Hollywood, ma di certo più coerente. La storia è un invito a guardare cinque vite come vizi di forma, come licenze poetiche di un’arte che impressione solo se stessa. Voto 1
Totale: 3

''The Canyons''SCENA DUE
Tecnica Cinematografica: lo spettatore è onnisciente, gli viene spiegata ogni cosa come se non avesse il diritto o la voglia di capire da sé, eppure non ha il permesso di vedere la scena nella sua interezza. Sul sesso la regia è pudica, che Paul abbia fatto marcia indietro? Voto 1
Carica Erotica: la scena è un pegno da pagare. I protagonisti maschili di questa scena vengono invitati ad avere rapporti omosessuali per soddisfare le voglie delle rispettive partner. Un piacere colpevole di scardinare il giogo di potere che Tara, Lindsay Lohan, subisce in quanto donna e in quanto oggetto di contesa patriarcale. Una visione banalizzante che si muove per tutto il film. Voto 1
Intreccio Narrativo: la scena è bene attrezzata, abbiamo: luci da discoteca colorate, intimo femminile color carne, boxer maschili fuori mercato, e due coppie anonime che scambiano i convenevoli con i preliminari. A questo punto della storia il sesso diventa l’unico modo per definire i ruoli di vittima e carnefice. Ci sarebbe piaciuto che fosse più marcata. Voto 1
Totale: 3

''The Canyons''SCENA TRE
Tecnica Cinematografica: una scenografia di proposito stereotipata, una regia intenzionalmente non spettacolare ed una sceneggiatura volutamente da soap opera. Non ci siamo dovuti sforzare molto. Voto 1
Carica Erotica: un comune sesso occasionale tra amanti sporadici. I baci sono vietati in quanto espressione di sentimenti non contemplati. Non ci è piaciuto il coito interrotto per eccessiva pignoleria. Voto 1
Intreccio Narrativo: l’intreccio si articola finalmente, anche se non si muove al di là della sfera personale e sessuale dei protagonisti. Sentiamo però il gusto del thriller, anche se Bret Easton Ellis dopo American Psycho non sarà più lo stesso. Voto 1
Totale: 3

Calcoliamo. 3+3+3=9. 9/3=3

Il profilo risultante per The Canyons di P. Sharder è: Cinema d’essai

Una critica al cinema che ha preso con sé la definizione di industria, tralasciando quella di cultura. Una vita che, ridotta ai minimi termini, non è scritta meglio di tante telenovela. Un film inaspettatamente banale che però è un capolavoro. Dopotutto, Gas Van Sant non si muove a caso!


27 maggio 2015

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