Percorso

‘’Habemus consultam’’ sul Cinema. Ecco i nomi

L’assessore Firino parla di “accelerazione”, ma non si accorge che c’è il freno a mano tirato. di E.A.

La Regione ''accabadora''

La Ras ha comunicato i nomi dei componenti della “consulta” prevista dalla legge sul cinema del 2006. Eccoli: il documentarista Antonello Carboni, l’esercente Roberto Podda, l’esponente delle Associazioni di cultura cinematografica Massimo Atzori, il docente David Bruni e il membro della Sardegna Film Commission, Andrea Contu.

Si legge nel comunicato regionale: “Una nomina attesa, che ci permetterà di accelerare con le procedure relative ai bandi, facendo sì che i nostri operatori possano anche agganciare i bandi ministeriali”, dichiara l’assessore Claudia Firino ringraziando, per la collaborazione, il presidente della Commissione Cultura del Consiglio regionale”. L’Assessore parla di accelerazione e ci sorge il dubbio che sia una battuta ironica.

La giunta Pigliaru si è insediata nel marzo 2014. Nel mese di novembre l’assessore Firino convocò una riunione degli operatori del settore in cui promise la pubblicazione dei bandi per l’intero settore e la convocazione di tavoli di lavoro per discutere delle modifiche alla legge cinema del 2006, sempre più necessarie. Ad oggi, dopo più di un anno dal suo insediamento è riuscita solo a nominare i membri della consulta, un organo sostanzialmente inutile, alla quale negli anni passati si è solo chiesto di ratificare decisioni già decise; tuttavia necessario per la pubblicazione dei bandi. E ciò solo dopo un bell’articolo polemico di Sergio Naitza sulle pagine dell’Unione Sarda e le pressioni e le minacce di occupazione dell’Assessorato da parte degli operatori di settore, i quali stufi dell’attesa si sono rivolti alla Commissione cultura del consiglio regionale e hanno consegnato una lista di persone dalla quale scegliere i componenti.

Francesco PigliaruOra ancora mancano i bandi e i tavoli per discutere di una legge che fa acqua da tutte le parti. Nonostante le promesse, la Giunta Pigliaru sinora ha mostrato assoluto disinteresse nei confronti del settore. La nomina delle consulta, che andrebbe abolita, è un segnale che si intende proseguire all’insegna della improvvisazione e solo sotto minaccia. Il settore ha invece estremo bisogno di una visione e di un progetto supportati da una totale modifica della legislazione.
La legge attuale è obsoleta: affida la pubblicazione dei bandi all’Assessorato, che dal 2006 ad oggi ha dimostrato la sua totale inadeguatezza, tanto che la gestione degli ultimi bandi era stata affidata con una delibera provvisoria, alla Fondazione Sardegna Film Commission. E ora i bandi da chi verranno gestiti? Non è dato saperlo. Soprattutto, con quali regole? La volta scorsa la gestione e le scelte erano state aspramente criticate.
L’Assessore sembra avere le idee ancora poco chiare e ha rinunziato, nonostante le pubbliche promesse, a convocare gli operatori al fine di trovare una soluzione condivisa. La dottoressa Firino si è sempre rifiutata di rispondere alle nostre domande, dunque, siamo certi eviterà anche quest’ultima che le vogliano porre: come si sente una giovane donna giunta a ricoprire un incarico così delicato nel disattendere le promesse annunziate davanti a centinaia di lavoratori del settore?

Claudia FirinoE non è questione di soldi: non sono necessari per convocare i tavoli di lavoro. Ci vuole solo la volontà e una approfondita preparazione sui temi da discutere. Non sappiamo, nonostante la nomina della consulta, quando saranno pubblicati i bandi per i quali i fondi sono già stati stanziati. Certamente i soggetti interessati sono stati messi a dura prova: è già trascorso più della metà dell’anno 2015 e probabilmente i bandi si riferiranno addirittura all’attività svolta nel 2014. Solo in Sardegna può accadere! Le azioni politiche sono rivolte al passato e raramente al futuro.
In ogni caso la situazione è sempre in stallo. Soffiano troppi venti dentro l’Assessorato. Si ha paura di modificare la legge e come al solito si preferisce lasciare le cose come stanno. Nello stesso tempo legge e statuto della Fondazione Film Commission non vengono rispettati e tuttora manca un organo fondamentale nella Fondazione, il consiglio generale, fondamentale per assicurare democraticità all’attività della stessa fondazione: forse proprio per questo mai istituito. Quello che sorprende è che per dare un assetto moderno al settore basterebbe volgere lo sguardo alla Regione Puglia dove lo stesso partito del quale fa parte la Firino è riuscito in pochi anni a fare della Puglia una regione modello per il cinema.

Apulia Film CommissionCome? Ha semplicemente creato un organo: L’Apulia Film Commission che gestisce tutto il denaro destinato al cinema; è formata da persone competenti ed opera in maniera autonoma dalla Assessorato. Con un particolare: l’attività della Fondazione pugliese è regolata da un insieme di regole precise racchiuse in alcuni codici che assicurano efficacia, obiettività e trasparenza, regole che forse non piacciono a qualcuno.
La Puglia, poi, incute timore anche ai nostri registi perché si pone come obiettivo non quello di valorizzare il cinema di Puglia, bensì quello di portare il cinema nella regione per creare un sistema virtuoso a vantaggio di tutta l’economia. La legge sarda invece tende a premiare il cinema sardo e i nostri registi. Giusto, sbagliato? Bisognerebbe discuterne comunque per trovare uno soluzione adeguata alle nostre esigenze. Discutere e agire con coraggio, lasciando perdere giochini di potere e mettendo da parte interessi di parte. Per fare questo ci vuole un Assessore autorevole e una Giunta convinta che turismo, cultura e promozione siano il futuro dell’isola.

13 giugno 2015

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