Percorso

L'Irlanda divisa nel ''Paradiso'' di Alessandro Negrini

''Paradiso''

Il muro d'odio crolla il tempo di un corto, di una serata danzante, di un momento unico e irripetibile. di Elisabetta Randaccio

“Alla National Gallery di Dublino mi colpì profondamente un quadro di Velazquez, La serva. In primo piano si vede, appunto, una serva stremata dal lavoro, mentre, invece, sullo sfondo osserviamo... l'ultima cena! Questo punto di vista mi ha subito interessato nel fare cinema: puntare la macchina da presa su persone apparentemente di secondo piano”.

Così esplicita la sua estetica cinematografia Alessandro Negrini, regista e poeta, incontrato alla proiezione del suo Paradiso alla Cineteca Sarda, a Cagliari. Paradiso è un documentario del 2009, che è stato riproposto perché nel capoluogo era stato proiettato solo un'altra volta, nel 2011, in uno degli eventi del Marina Cafè Noir. Certo, valeva la pena di rivedere un lavoro che, da quando è stato realizzato, ha girato il mondo attraverso tanti festival.

E' ambientato in Irlanda, a Derry, la città dal nome schizofrenico; infatti, come racconta anche il regista, se vieni da Dublino la cartellonistica la indica con Derry, se vieni da Belfast diventa “Londonderry”, a dimostrazione della ferita aperta, politica e religiosa, in terra di Irlanda, tra cattolici indipendentisti e protestanti lealisti, che, anche se parrebbe chiusa la parentesi della guerra civile, rimane con tutti i suoi rancori e strascichi nell'anima della popolazione.

Alessandro NegriniA Derry, nel 1969, si iniziò a costruire un “muro di protezione” attorno al quartiere protestante di The Fountain, una parte della città fino allora caratterizzata da una forte vivacità culturale, da uno spirito solidale e popolata da famiglie con tanti bambini. Per questo motivo, nel tempo, il quartiere si è trasformato in una sorta di “prigione”, da dove, come ci dice Negrini, “c'è chi non si è neanche accorto della situazione, chi vorrebbe abbellire il muro, chi vorrebbe evadere.” La zona, ormai si è spopolata, abitata prevalentemente da persone anziane. Negrini ha scoperto The Fountain, entrandoci casualmente da una sorta di tunnel e si è incuriosito della sua storia. Nel film racconta un “tentativo di evasione”, cioè l'organizzazione di una serata danzante in un locale dove, tra gli anni sessanta e l'inizio dei settanta, si ritrovavano i giovani di Derry, cattolici e protestanti, e in cui si esibiva una band di ragazzi che, ora quasi tutti ultrasettantenni, vorrebbero riproporre, almeno per una sera, il divertimento senza “muri”, come un tempo. Il film ci mostra la possibilità, attraverso la fisicità del ballo, di ritrovarsi fuori dagli stereotipi ideologici.

''Paradiso''Ma, dopo questa esperienza, la serata danzante, è stata riproposta?
Sì l'anno successivo, ma non funzionò. Sicuramente, però, fu provato come sia possibile "evadere" dai muri reali e virtuali. In questo caso il grimaldello sono stati la musica e il ballo. Certo, la comunità è ancora molto separata, inoltre risente dei traumi della guerra civile, dell'essere vissuti con l'idea del «nemico», che dava una sorta di identità, ora messa, in un certo senso, in crisi.

All'inizio del film è presente anche un membro della band, il sassofonista, che poi letteralmente sparisce, non partecipa all'evento: perché si è eclissato senza dare spiegazioni?
Detto che mettere d'accordo i musicisti è più complicato di far ragionare cattolici e protestanti, quando ho rincontrato Ronnie, il sassofonista, gli ho riferito come fosse diventato il personaggio più importante del film! Infatti gli spettatori, dopo la proiezione del documentario mi chiedono sempre di lui, della sua «scomparsa», che è imputabile alla sua grande timidezza, al suo non sentirsi all'altezza della situazione e pure all'influenza dell'alcol nella sua vita...

''Paradiso''Paradiso le ha procurato tante soddisfazioni...
È un film longevo che, grazie al pubblico e agli operatori culturali, ha girato molte nazioni, attraverso manifestazioni e festival. Ho scelto il genere documentario, ancor oggi alquanto negletto, per raccontare questa storia, perché mi sembrava la tipologia narrativa più adeguata, in cui potevo cambiare la sceneggiatura a seconda delle nuove situazioni affrontate, senza gabbie creative.

Come ha ottenuto performance così piacevoli e credibili da attori non professionisti?
Prima di girare ho condiviso molte giornate con i miei protagonisti; sapevo quanto non fossero tanto importanti perché li filmavo,  ma perché esistevano... Durante le riprese, così, si dimenticavano di agire davanti alla macchina da presa. Certo ho avuto, poi, la fortuna di incontrare personaggi quasi felliniani, a volte ingenui e spontanei. Con tutti ho conservato un rapporto di amicizia e di fiducia.

''Paradiso''Sta girando un nuovo film?
Il nuovo progetto si chiama Tides ed è sempre ambientato a Derry, la città dove vivo. E' incentrato sul fiume che taglia in due la città, anche ideologicamente: infatti, nella parte orientale vivono i protestanti, nella parte occidentale i cattolici. Nel porto di questo fiume, un tempo, partivano le navi per le Americhe, cariche di irlandesi in cerca di nuove possibilità esistenziali. Ora vi arrivano quelle dove giungono i nuovi emigranti. Ancora, insomma, una riflessione sui confini, sul motivo per cui abbiamo bisogno di questi limiti e sulla possibilità di superarli.

24 giugno 2015

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