Percorso

Cinema d'esSex. ''E la chiamano estate'' di Paolo Franchi - VIDEO

La forza dell'impotenza. Imbrigliare i desideri non ci rende esseri umani migliori, viverli senza vergogna sì. di Mariangela Bruno

''E la chiamano estate''Nonostante la vittoria del Marc’Aurelio d’argento per la miglior regia e la miglior interpretazione femminile alla settima edizione del Festival Internazionale del Film di Roma, il film di Paolo Franchi è stato severamente stroncato dalla critica a suon di fischi e risate.

Un giudizio selvaggio a cui un film sul sesso e sull’amore non poteva sottrarsi, specialmente in una terra strana come quella italica. A difendere l’opera cinematografica è l’affezionato cast composto da Isabella Ferrari, Jean-Marc Barr, Luca Argentero, Eva Riccobono e Filippo Nigro. Basterà la loro parola? Vedremo.

Abbiamo analizzato tre scene cardine di E la chiamano estate, secondo le nostre regole del gioco, per scoprire se rientra nel Cinema d'essai, nel Cinema d'esSex o nel Porno d'essai:

''E la chiamano estate''SCENA UNO
Tecnica Cinematografica: la fotografia, molto più della regia, demarca perfettamente il doppio volto di Dino, protagonista errante del film. Osserviamo una  camera continuamente in movimento, isterica che riesce a regalare, nonostante la confusione, inquadrature pulite e perfette. Manca comunque di poesia. Voto 1
Carica Erotica: volutamente senza erotismo, questa scena vuole raccontare il disagio di una sessualità fuori dalla norma. I rapporti sessuali sono meccanici e nutriti dal disprezzo di sé, vissuti quasi come una punizione. Corpi nudi che si toccano per bisogno senza degnarsi di uno sguardo. Niente che il cinema non abbia già magistralmente raccontato. Voto 1
Intreccio Narrativo: siamo in un letto scricchiolante di un camper ormai da rottamare in compagnia di una prostituta dall’aria triste. Franchi ci fa capire sin da subito che il problema non è l’impotenza di Dino con Anna (Isabella Ferrari nel film) ma qualcosa di più profondo. Al di fuori della sua relazione sentimentale, infatti,il protagonista ha un’intensa  e sregolata vita sessuale. Nessun attacco alla virilità, quindi; ora si che possiamo dormire sonni sereni. Si presenta come un film dalle buone intenzioni, nonostante tutto. Voto 2
Totale: 4

''E la chiamano estate''SCENA DUE
Tecnica Cinematografica: i colori del film passano dal blu pavone al bianco neve a seconda del grado di lussuria. Questo gioco fotografico ricorda Antonioni, ma senza catturarne il genio. La telecamera, diversamente da come è diretta nel raccontare il malessere di Dino, è indifferente  e narra la storia di Anna senza raccontarla davvero, lasciando parlare i fatti. Fatti che però non si incastrano bene tra i colori di questa sceneggiatura. Voto 1
Carica Erotica: Anna e il suo giovane e occasionale amante hanno una sola cosa in comune, che è anche l’unica che conta: l’attrazione per l’altro. Nelle loro fugaci notti in hotel, c’è desiderio e si vede. Ed è proprio questa consapevolezza che rabbuia l’unione bianca dei protagonisti. Voto 3
Intreccio Narrativo: Anna è follemente innamorata di Dario, che riesce ad avere rapporti sessuali con chiunque eccetto che con lei, a causa dell’amore profondo che prova nei suoi confronti. Ciò nonostante, lei decide di continuare questa relazione felice e infelice,  senza avere rapporti sessuali per un anno. Finché non incontra un giovane spasimante a cui si concede per poi abbandonarlo senza troppe spiegazioni. Ci sarebbe sembrato più accurato che anche il personaggio di Anna venisse approfondito, dopotutto è anche lei altrettanto propensa a vivere questa apparente follia. Voto 2
Totale: 5

''E la chiamano estate''SCENA TRE
Tecnica Cinematografica: immagini eteree e molto luminose, sorreggono una storia nella storia, che fa acqua ovunque. Allucinazioni, sogni e realtà vengono stilisticamente confuse ed i confini, che sorreggevano la logicità della narrazione spariscono, e lungi dal sorprendere scendono nel patetico. Voto 1
Carica Erotica: più che una scena d’amore liberatoria siamo in una scena sessualmente immatura, ci auguriamo sia voluta. Isabella Ferrari l’abbiamo apprezzata di più con Nanni Moretti in Caos Calmo. Si poteva fare di meglio. Voto 1
Intreccio Narrativo: l’esito drammatico di questo film regala un tocco di indefinito a tutta la storia, che però non basta a testimoniare il malessere o la gioia di una sessualità fuori dalla norma. L’elemento veramente negativo dell’opera che la relega nell’anonimato è l’imbarazzante assenza di dettagli. Un taglio troppo superficiale, quello di Franchi, per una tematica così accattivante. Voto 2
Totale: 4

Calcoliamo. 4+5+4= 13. 13/3= 4,33

Il profilo risultante per “E la chiamano estate” di Paolo Franchi è Cinema d’esSex

Un film che ci solleva dalla consapevolezza che tra amore e sesso ci siano barricate di mattoni e che, lungi dal rimuoverle, tentiamo incessantemente di rafforzarle lasciandoci, così, un’immagine sbiadita di un cuore puro in un corpo ignobile. Imbrigliare i desideri non ci rende esseri umani migliori; viverli senza vergogna insieme a chi li condivide, sì.




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