Percorso

''Noi siamo Francesco'': il sesso e la disabilità

''Noi siamo Francesco''

La regista Guendalina Zampagni racconta la sua ultima commedia impegnata. Intervista di Elisabetta Randaccio

Quando parliamo di cinema italiano e ne stigmatizziamo pregi e difetti, credendo di avere un quadro completo della situazione, siamo sicuri di aver visto i prodotti più interessanti? Un tempo esisteva la censura che procurava l'invisibilità del film, ora questo orribile lavoro di cacciata dagli schermi è opera di distribuzioni non in grado di combattere un monopolio indecente, il quale vuole resettare le diversitá delle scelte degli spettatori, facendo credere come le esigenze del mercato "più forte" siano quelle uniche proposte dai potenti. E' abbastanza inquietante subire un "pensiero unico", realizzato bene o male non importa, pure nell'arte cinematografica...


''Noi siamo Francesco''Riflessioni valide anche per l'ultima fatica della regista Guendalina Zampagni, "Noi siamo Francesco", uscita la scorsa settimana per pochi giorni e diventata quasi "invisibile". Veramente irritante constatare quanto la fatica, l'energia e la passione per realizzare un'opera cinematografica si disperdano nell'incapacitá italiana di trovare soluzioni mirate per ciò che resta della nostra industria filmica.
Peraltro, l'argomento del film è serio, importante, per quanto trattato con la giuste leggerezza e delicatezza che lo allontanano da certe fiction. In "Noi siamo Francesco" si parla di disabilità e dei problemi nel vivere, in determinate condizioni, la sessualità. Guendalina Zampagni, regista estremamente sensibile, ha risolto un problema, sulla carta, rischioso, con realismo e leggerezza, con riflessione acuta, ma senza melodrammaticità cupa. In questo è stata anche aiutata dalla sceneggiatura scritta a quattro mani con Aurelio Grimaldi, vincitrice nel 2010 del premio "Solinas".

''Noi siamo Francesco''Chiediamo, dunque, a Guendalina Zampagni, come è nata questa idea così particolare?
La prima curiositá sul tema mi è venuta vedendo una trasmissione televisiva sull'argomento. A raccontare la storia era un ragazzo, Francesco - e il nome del protagonista è rimasto alla fine questo - il quale, pur non avendo nè braccia nè gambe, esprimeva, nella sua narrazione una forte positivitá, anche nella sua storia d'amore sfociata, poi, in un matrimonio. Da qui ho iniziato una ricerca, che é andata di pari passo con l'esperienza fatta da mia figlia  (tra l'altro, nel film interpreta la giovane Sofia) in un corso di teatro, iniziato a scuola, sull'espressioni artistiche di un gruppo di persone anche con disabilitá. Quello che ho scoperto sono state vicende emozionanti, soprattutto riguardanti i sentimenti. E ho deciso di realizzare, dunque, una storia d'amore molto speciale. Doveva, però, non tralasciare l'ironia e quella straordinaria voglia di vivere e sperimentare tipica delle persone che mi avevano ispirato."

''Noi siamo Francesco''L'attore principale, molto bravo e molto bello, Mauro Recanati, non è, in verità, senza braccia?
Ti racconto l'avventurosa scelta del protagonista, che doveva essere un ragazzo americano, George, veramente senza braccia. Quando, finalmente, avevamo iniziato le riprese, sua moglie é rimasta incinta e il giovane non se l'è sentita di continuare. In quel momento, mi é caduto il mondo addosso e ho pensato come quel film, costruito per due anni, non si sarebbe mai fatto. Poi, mi sono venuti incontro i professionisti dell'azienda di effetti speciali Moka, i quali hanno deciso di sponsorizzare il lungometraggio, risolvendomi un grande problema economico.

Gli effetti sono splendidi, tutto è molto realistico...
Si, ma avevo molta paura perché non volevo risultati ridicoli. Sono stata anche fortunata della presenza nel set di Eleonora, un donna di Bari, con quel tipo di disabilitá, la quale ha insegnato a Mauro i gesti, le tecniche.

''Noi siamo Francesco''Il film é molto curato tecnicamente, ma l'elemento rilevante é l'attenzione alla recitazione.
Il rapporto con gli attori, con i personaggi da loro interpretati è quello, per me, maggiormente interessante nella costruzione di un film. Posso definire la mia regia, anche quella del mio lungometraggio precedente, Quell'estate, una regia semplice, ma gli attori mi intrigano. I ragazzi protagonisti vivevano la prima esperienza cinematografica, per quanto avessero un curriculum teatrale importante, poi ci sono stati i grandi: Elena Sofia Ricci e Luigi Diberti, veramente fantastici.

''Noi siamo Francesco''La Ricci ha affermato di aver avuto la possibilitá di interpretare un personaggio insicuro e forte allo stesso tempo. L'ho vista molto differente dai piatti ruoli da fiction televisiva.
La Ricci é bravissima, le si deve solo offrire una parte approfondita e sfaccettata. Interpretare la madre di Francesco non era semplice, lei l'ha risolto con grande professionalitá.

Ancora un volta in un film italiano troviamo la Puglia, peraltro in una storia dove il contesto é sfumato.
Per me anche l'ambiente doveva essere bello, sovrapporsi a una storia problematica, ma in cui non doveva mancare la bellezza, così come affascinante é il corpo di Francesco, pur non rispettando il canone (ma quale è veramente il criterio del bello?). Tutto ciò che vedi nel film l'ho trovato nei luoghi dove ho girato, anche se quando abbiamo lavorato era gennaio e faceva freddo, ma il cielo, l'ambiente era, come si nota nelle scene, molto suggestivo.

Guendalina ZampagniHai, finora, nei tuoi film, parlato di giovani, sará così anche nel tuo prossimo lavoro?
Intanto, forse, nei miei lungometraggi, ho raccontato dinamiche familiari, dove gli adulti avevano un loro posto definito. Il mio prossimo film, che non so ancora quando potrò iniziare, però, è incentrato su una donna che si separa dal marito. Ma quello per me interessante é la duplicitá sviluppata dalla ragazza in quella situazione, un focus sulle proprie contraddizioni.

22 luglio 2015

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