Percorso

“Bella e perduta” di Pietro Marcello

Una favola bressoniana sull’Italia allo sfascio. di Carlotta Lucato

''Bella e perduta''Bella e perduta - Italia, 2015 - Colore e bianco/nero - 87’
E’ un messaggio di amore struggente e malinconico, e tuttavia intriso di speranza, quello che Pietro Marcello dedica all’ Italia nel suo Bella e Perduta, presentato a Locarno in prima mondiale ed in gara al Concorso Internazionale.

Molti gli applausi in sala alla fine della proiezione per la stampa di questo film estremamente curato nella ricerca estetica (come è legittimo aspettarsi da un regista che ha fatto studi di Belle Arti), con dialoghi scarni e scandito dai tempi lenti tipici della vita rurale.

Documentario e favola si mescolano per dare voce a più storie: in primis quella di Sarchiapone, fil rouge del film e voce narrante, un cucciolo maschio di bufalo campano che, non producendo latte, pare condannato dalle leggi degli uomini a morte certa. Se non fosse che ha la fortuna di incontrare un uomo singolare, Tommaso Cestrone, che di professione fa il pastore ma che ha il pallino di salvare dalla macellazione i bufali maschi.

''Bella e perduta''Inoltre Tommaso è custode volontario di una reggia del Casertano, la Reggia di Carditello, abbandonata da secoli nel totale degrado. La sua morte inaspettata durante la notte di Natale mette in pericolo la sopravvivenza di Sarchiapone, ma Cestrone comunicherà dall’aldilà con Pulcinella - intermediario, secondo la tradizione etrusca, tra i vivi e i morti - chiedendogli di intervenire in salvataggio del giovane bufalo. Pulcinella e l’animale trasmigreranno verso la Tuscia in cerca della salvezza, la loro e quella dei paesaggi che toccheranno. Un film nato con l’intento di raccogliere storie provenienti da più regioni d’ Italia, per testimoniare in quali condizioni l’incuria umana e un rapporto afasico con la natura hanno ridotto il nostro Paese. Ma la morte improvvisa del protagonista del primo episodio, che non è personaggio filmico ma persona realmente esistente, Tommaso Cestrone appunto - soprannominato dai media “l’Angelo di Carditello” - ha modificato le intenzioni del regista in corso d’ opera.

''Bella e perduta''Pietro Marcello sceglie di trasformare il film da opera corale in racconto di viaggio e anche di formazione. Un viaggio dalla sua terra, il Casertano della Terra dei Fuochi, fino alla Tuscia, attraverso un impianto favolistico che non può non richiamare alla memoria il bressoniano Au Hasard Balthazar. Ma laddove Bresson portava un messaggio apocalittico, di sfiducia totale nell’ umanità, in Bella e perduta si apre un varco alla speranza: il cambiamento passerà attraverso la figura di Pulcinella e alla sua progressiva assunzione di responsabilità di cittadino nel contesto sociale e nell’ ambiente in cui vive.

''Bella e perduta''Prodotto dalla società Avventurosa in associazione con Rai Cinema, girato in pellicola 16 mm scaduta e con un uso della fotografia sapiente (ad esempio la scena iniziale dei Pulcinella in stanza o le esterne in campagna, esaltate attraverso una differente esposizione della pellicola), Bella e Perduta è un film in cui Pietro Marcello mostra una singolare profondità analitica per i suoi trentanove anni. Si dice fermamente convinto che il motivo per cui la Campania, nonostante la sua evidente sofferenza socioeconomica, continui ad essere viva e pulsante sul piano artistico e intellettuale, sia dovuto proprio all’ estrema necessità di raccontare e di riscattarsi che questa emergenza innesca nelle menti di chi non si accontenta di vivere nell’ inedia. “Credo ancora nella lotta di classe”, dice Marcello. “D’ altronde il Neorealismo è nato per gli stessi motivi”.

24 agosto 2014

 

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