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L’autunno del Cinema. di E.A.

Cinemecum riprende le pubblicazioni quindicinali. Riprendiamo dopo la pausa agostana, ma non ce la siamo presa comoda, le nostre sono state delle vacanze forzate. Purtroppo la situazione non ci ha concesso di ricominciare come di consuetudine a settembre, a causa dei ritardi dell’amministrazione regionale che ancora non ha deciso a chi destinare i contributi per l’anno in corso (sì l’anno in corso, quello che sta finendo…!)

È difficile comprendere come la Sardegna possa puntare a diventare un’isola con un’attrattiva turistico-culturale per tutto l’arco dell’anno se si ha a che fare con una classe politica che non consente nessuna programmazione alle associazioni e con un ente di promozione come la Fondazione Film Commission (Sfc) che dopo tre anni non ha ancora neanche un sito istituzionale degno di questo nome! Si avvicendano le Giunte, passano gli Assessori: esperti, giovani, di destra o di sinistra, si susseguono le promesse e i proclami, ma nulla in realtà cambia, neppure nelle intenzioni.

Cabiddu e FirinoNel cinema quest’anno si è tornati all’origine della Legge n. 15 del 2006. Dopo le aspre polemiche nei confronti della Fondazione Film Commission per la gestione dei bandi del 2013 è tornato tutto in capo all’Assessorato. L’assessore Claudia Firino, dopo pochi mesi dal suo insediamento, aveva annunziato tavoli di lavoro e bandi per contributi addirittura retroattivi che avrebbero dovuto compensare la mancata distribuzione di fondi nel 2014. Il tempo è trascorso invano sino allo scorso settembre quando i bandi (i tavoli di lavoro sono finiti nel dimenticatoio) finalmente sono usciti, ovviamente non retroattivi, ma solo per i progetti da realizzare fra settembre e dicembre 2015. In questo modo sono rimasti esclusi tutti i festival che si svolgono d’estate, spesso i più importanti, almeno dal punto di vista del richiamo turistico. Grande e giustificato il disappunto degli organizzatori. Ora siamo a metà novembre e ancora gli esiti dei bandi non si conoscono. Si può lavorare così? Si possono organizzare rassegne, iniziare lavori, progettare eventi senza la sicurezza di ricevere quei contributi pubblici sempre più vitali per ogni attività? Secondo noi, no, ma, come si suol dire: spazio all’improvvisazione!

Per quanto riguarda le produzioni, invece, è stata nominata la commissione tecnico-artistica di cui all’art.11 della Legge Cinema; ma così come è sempre successo anche in passato, uno dei membri ha rinunziato e il procedimento si è nuovamente bloccato. Si è in attesa della nomina del sostituto che dovrebbe arrivare a giorni. Nel frattempo registi e produttori fremono e si danno un gran da fare per aiutare la Regione a rimpiazzare il membro dimissionario. Un intervento che se pur giustificato dalla necessità di uscire fuori dal pantano, suscita non poche perplessità. Chi deve essere giudicato non dovrebbe scegliersi il giudice, visto che sono i film degli stessi registi, quelli a cui la commissione deciderà di destinare i contributi della Regione.
L’autunno del cinema isolano ha, intanto, portato un cambiamento/non cambiamento anche al vertice dell’associazione Moviementu che raggruppa gli operatori in Sardegna.

Antonia IaccarinoL’ultimo presidente, la sceneggiatrice e scrittrice Antonia Iaccarino, si è dimessa, ed è uscita anche dall’associazione, non condividendone più la politica, e al suo posto è tornato Marco Antonio Pani. Ottenuta, a spese della Sfc, la vittoria al Tar per la ripartizione dei fondi regionali per il cinema, sembra che la politica di Moviementu sia orientata a favore dal mantenimento dello status quo. Le precedenti esternazioni e richieste a favore di una modifica della legge per rendere il sistema più agevole e trasparente e anche per un rafforzamento della Film Commission sono dimenticate. L’orientamento ora è di ridurre la capacità economica della Fondazione che, come ribadito nell’ultima conferenza stampa dei registi, dovrebbe trovare altri canali per procurarsi i denari, altrimenti non ne rimarrebbero a sufficienza per i film d’identità regionale, tutelati dalla legge del 2006.

A far rumore è, infine, il silenzio della politica regionale che sembra non avere un’idea programmatica del cinema in Sardegna. Si parla di soldi messi a bilancio che già in passato sono rimasti carta straccia e nulla fa pensare che nel futuro prossimo si cambi registro. Da parte nostra permane la paura che i passi avanti comunque compiuti dalla Film Commission per aprire la Sardegna al mondo e per accogliere con i fondi di ospitalità sempre più produzioni sull’isola potrebbero fermarsi. Rimaniamo della idea che sia il momento di fare i conti per comprendere in che modo il cinema e la legge abbiano aiutato economia e promozione della Sardegna e in che modo possano contribuire in futuro. Ma analizzare, progettare e programmare non interessa a nessuno; l’urgenza è la necessità sono sempre altre, molto più spicciole e personali, e non sempre coincidono con quelle della Isola.

18 novembre 2015

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