“Caro Babbo Natale…” La letterina di Filippo Martinez
Non regali, ma baratti. Ecco cosa chiede il regista e rettore dell’università di Aristan - Facoltà di Scienze della Felicità
Caro Babbo Natale,
mentre il Cinema vive una stimolante metamorfosi tecnologica e filosofica che ci porta dal saltellante bianco e nero dei fratelli Lumière alla dissoluzione dello spazio bidimensionale in un perturbante spazio ologrammatico, non ti chiedo regali ma baratti. Mi accontento di quattro baratti.
1 - Portati via gli ululati dei cinematografari (cineprefiche) verso i politicanti e regala loro, a ciascuno di loro, un paio di solide scarpe da calcinculo perché, invece che lamentarsi, le usino con profitto.
2 - Portati via i registi che la menano per anni raccontando i loro progetti, distribuendo infiniti dettagli (non richiesti) in anteprima, sputando veleno sui colleghi che ottengono qualcosa per poi, finalmente, partorire costosi, stiracchiati topolini velleitari; portali via, sostituiscili con sei cannoli siciliani.
3 - Portati via la maggior parte dei critici cinematografici italiani perché non capiscono che i film di sfighe e struggimenti possono essere molto peggiori di un film divertente, magari (orrore!) con un buon successo di botteghino; portali via per favore, sostituiscili con mezz'ora di Buster Keaton.
4 - Infine caro Babbo Natale, portati via, torna da Coca Cola e restituiscimi Gesù Bambino perché - non offenderti - preferisco lui.
Filippo
16 dicembre 2015