Percorso

L’opinione. di E.A.

Fra identità e sviluppo: dove va il cinema sardo?

Incroci“Credo nella dialettica e nella contrapposizione delle idee; questo convegno mi ha dato grande soddisfazioni ed è stato occasione per lavorare in sinergia e ricostruire anche rapporti”.
Suonano come un monito alla collaborazione le parole del prof. Antioco Floris, direttore del Celcam, il centro universitario per il cinema che ha organizzato il convegno appena conclusosi dal titolo “Estetica, identità e industria culturale del cinema locale”.

Realizzato in collaborazione con la Fondazione Sardegna Film Commission, ha registrato risultati lusinghieri non solo per la quantità di interventi e di spettatori ma soprattutto per la qualità delle relazioni intrecciate, che si spera aprano le porte ad altri progetti.

Estetica, identità e industria culturale del cinema localeIl più urgente è quello che ha annunciato il vice presidente della Film Commission, Marco Benoni: un incontro per fare il punto sulla situazione del cinema sardo e per consentire un confronto fra altre realtà
Il convegno ha avuto un impronta prevalentemente accademica volta a riflettere sull’identità del nostro cinema nel confronto con altri paesi e regioni; ma nell’ultima giornata si è spostato su temi più politici grazie agli interventi di Stefania Ippolito, presidente dell’Unione delle Film Commission italiane e di Alessandro Groppiero, del Fondo per gli audiovisivi del Friuli Venezia Giulia, offrendo spunti interessanti per il futuro del cinema in Sardegna. In particolare Groppiero ha messo in luce come la valorizzazione dell’identità regionale non possa andare a discapito di altri interessi: primo fra tutti la visibilità del film.

Estetica, identità e industria culturale del cinema localeÈ inutile produrre film che il pubblico non vede e in Sardegna di esempi ne abbiamo molti, purtroppo. L’esponente friulano ha sottolineato come i problemi della produzione non si risolvano con le politiche regionali. Il Friuli sostiene le produzioni locali concedendo un finanziamento massimo di 100mila euro a film (che non può superare il 30% del budget totale); le scelte ricadono sulle produzioni che hanno già una distribuzione e/o una coproduzione. In sintesi le produzioni locali che valorizzano l’identità vanno aiutate, ma non mantenute.
Su questi concetti si dovrebbe riflettere anche in Sardegna, dove il cinema va avanti con una legge, nata senza un confronto con le altre realtà - che vuole valorizzare l’identità regionale, tanto cara agli organizzatori del convegno ma che non favorisce la vera crescita di una industria e una filiera cinematografica. 

Estetica, identità e industria culturale del cinema localeIl cinema sardo deve decidere dove vuole andare nel confronto con tutte le voci e nella dialettica delle idee. Basta con le contrapposizioni e con gli interessi di parte. E’ più che evidente oramai a tutti e Antioco Floris ne ha dato atto, che solo dall’unione di tutte le forze può scaturire un vero salto di qualità per l’isola e per il nostro cinema
E finita l’epoca degli slogan, anche accattivanti come “Il cinema è una industria ecosostenibile”, è il momento di tracciare una direzione alla politica cinematografica nell’interesse dell’economica di tutta l’isola. Ci vuole una visione condivisa per una seria riforma della legge. Sono importanti gli uomini e le competenze, ma sono necessarie anche regole di trasparenza che pongano le premesse da cui ripartire. Nel cinema abbiamo costruito una realtà simile a quella dei trasporti: compriamo i treni prima di avere le rotaie adatte per farli viaggiare.

Estetica, identità e industria culturale del cinema localeLe rotaie in questo caso sono appunto la legge e le regole.
Chi sta ai vertici e prende decisioni deve rinunciare a competere per ottenere finanziamenti e contributi. Un componente del consiglio di amministrazione della Fondazione SFC non deve neppure pensare di partecipare ai bandi regionali per il cinema al fine di ottenere finanziamenti per le sue società. In Sardegna è capitato anche questo. Ma non solo. Siamo una isola che pubblica i bandi alla fine dell’anno e che si ritrova con un mese di dicembre sovraccarico di appuntamenti anche importanti per poi ritornare magari nel deserto culturale nei mesi successivi. A breve la commissione tecnica che ha scelto i progetti partecipanti agli ultimi bandi regionali comunicherà le proprie decisioni: sapremo quali saranno le produzioni fortunate che riceveranno i contributi della legge, quali film nel prossimo futuro sventoleranno la bandierina dell’identità regionale.

Estetica, identità e industria culturale del cinema localeCome al solito ci saranno i delusi e i contenti. Fa parte del gioco. Ma subito dopo dobbiamo ripartire e ci aspettiamo dunque che le parole del prof. Floris sulla necessità del confronto e della dialettica e le promesse di Marco Benoni e Nevina Satta diventino realtà. Il confronto per essere efficace deve partire da un osservatorio sui dati reali conseguiti ai contributi concessi per il cinema dal 2006 ad oggi: quale ritorno economico e di immagine ha ricevuto la Sardegna dall’applicazione della legge e dall’operato della Fondazione Film Commission? Che vantaggi abbiamo ricevuto dai film dagli autori sardi e quali dalle altre produzioni attratte dai bandi di ospitalità?  Contestualmente è prezioso il confronto con le altre regioni e paesi che del cinema hanno già fatto una risorsa importante.

Se è vero che il cinema è una finestra sulla realtà, anche la politica che lo regola deve aprirsi all’ esterno. Come ebbe a precisare la prof. Nereide Rudas, madrina dell’incontro del 2014 fra le associazioni cinematografiche: “L’identità si rafforza solo nel confronto”.

16 dicembre 2015

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