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Percorso

Laura Halilovic: ‘’Io rom romantica’’ – VIDEO

Laura Halilovic

La prima ragazza zingara a dirigere un film in Italia racconta la sua scelta ribelle: “Vado avanti, oltre le critiche''. di Valentina Bifulco

Io rom romantica è un film del 2014 di Laura Halilovic, la prima ragazza zingara a dirigere un film in Italia. Ventisei anni, bosniaca, Laura ha vissuto prima in un campo nomadi e ora abita in una casa popolare a Torino. Ha incontrato il pubblico cagliaritano all’interno della rassegna Nuovo Mondo 2 organizzata dal circolo del cinema Laboratorio 28.

Il film, ispirato alla vita della regista, racconta la storia di Gioia, una quattordicenne zingara che vive nel capoluogo Piemontese e decide di ribellarsi alle sue tradizioni per diventare una regista.

Come e quando hai capito che volevi essere una regista?
All’età di 8 anni ho visto Manhattan di Woody Allen e ho capito che volevo lavorare nel cinema. A 17 anni ho realizzato il cortometraggio Illusione che parlava del mondo degli adolescenti, e ho vinto nel 2007 il Primo premio al Sottodiciotto Film Festival. Da quel momento ho continuato ad impegnarmi per costruire la mia carriera di regista.

Laura Halilovic sul setImmagino che avrai dovuto affrontare delle difficoltà sia da parte della tua comunità che da parte del mondo al di fuori di essa.
Per poter realizzare Illusione abbiamo dovuto accordarci in diverse situazioni, con la mia famiglia e con il resto della comunità. Per il mio secondo lavoro, il documentario Io, la mia Famiglia Rom e Woody Allen (2009), ho inserito la storia della mia famiglia e devo dire che non è stato difficile come credevo. È un autobiografia, racconta la nostra storia, delle difficoltà che abbiamo affrontato nel trasferirci dal campo ad una casa e il lavoro di raccogliere il ferro. Ho dovuto affrontare difficoltà nell’essere accettata da tutte e due le parti: ho cercato di raccontare la mia cultura dall’interno, dandone una visione più veritiera, ma nello stesso tempo non esiste una donna rom che fa la regista e non è stato facile farlo accettare. Dall’altra parte ho dovuto allontanarmi dall’immagine della povera zingarella che il mondo mi cuciva addosso.

È difficile vivere schiacciata tra due pregiudizi?
Vado avanti ripetendomi che non mi interessa: voglio fare la regista e questo è il mio sogno. Se qualcuno vuole criticarmi che lo faccia, so che io ho lavorato tantissimo per arrivare dove sono oggi, e quindi vivo questa situazione senza troppi problemi.

''Io Rom Romantica''Ci racconti cosa è successo il giorno che hai detto alla tua famiglia che volevi fare la regista?
È successo un pandemonio. Volevo realizzare il cortometraggio e sono andata in giro a distribuire locandine per trovare gli attori. Si presentarono alcuni ragazzi e feci lo sbaglio di portarli a casa mia: erano due maschi e due femmine. Mio padre l’ha presa malissimo, anche perché tutta la mia comunità ha iniziato a dire che io mi portavo i maschi dentro casa, e mi ha ordinato di chiudere immediatamente questa follia della regia. Ho continuato di nascosto e il giorno che il corto vinse il Primo premio al Sottodiciotto Film Festival mio padre si calmò. Non è stato facile dirglielo, ma adesso hanno capito che questa è la mia strada e che nessuno mi può fermare.

Pensi di essere diventata un esempio per le giovani ragazza zingare?
Non sono vista per niente bene nella mia comunità, mi capita ancora di essere fermata da qualcuno che mi chiede quando farò un film con Rocco Siffredi. Nella tradizione zingara le donne non lavorano e se lavori sei una poco di buono. Sono una persona semplice, mi piacerebbe che altre ragazze zingare fossero stimolate a coltivare i propri sogni, proprio come ho fatto io. Vorrei anche riuscire a raccontare le donne della mia comunità, ma è molto difficile.

Laura HalilovicIn "Io rom romantica" la tradizione zingara è affidata alla figura di tua nonna, nel film lei afferma che non le piace vivere in una casa perché non c’è il vento, il popolo zingaro viene anche chiamato il popolo del vento, perché la metafora del vento è così ricorrente nella vostra cultura?
Perché il vento porta libertà, aria nuova, il vento non si ferma mai, e anche il mio popolo per gran parte della sua storia è stato un popolo in viaggio. Vogliamo essere liberi, di viaggiare o di fermarci, diciamo di volare!

Progetti futuri?
Si ho qualcosa in cantiere. Ma per ora, vi dico soltanto che sarà un cartone animato.


24 febbraio 2016

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