Percorso

Nicoletta Machiavelli: la donna che ispirò Tarantino

Nicoletta Machiavelli

Il ricordo della “stella che si è voluta oscurare", protagonista di spaghetti western girati in Sardegna. di Elisabetta Randaccio

Ricordare Nicoletta Machiavelli, scomparsa nel novembre del 2015, e ripercorrere la sua carriera, significa tratteggiare una vita esemplare, “segno dei tempi”, soprattutto degli anni sessanta e settanta, di cui ha incarnato i valori di libertà e anticonformismo, ma pure le tante contraddizioni e asperità.

A lei è stata dedicata una serata, alla Cineteca Sarda di Cagliari, il 26 aprile scorso, con interventi dei critici Marco Giusti (di cui è stata proiettata una bella intervista con la Machiavelli risalente al 2009) e Sergio Naitza, nell'ambito di Lo sguardo e la memoria, serate sul cinema (una volta la settimana fino all'11 maggio) e la Sardegna.

Nicoletta Machiavelli e Ugo TognazziInfatti, il film proiettato a chiusura dell'incontro è stato Una questione d'onore di Luigi Zampa (1965), girato e ambientato in Sardegna, una mediocre commedia che, però, fu una delle prime prove interpretative dell'attrice toscana, una buona performance a confronto di quelle pessime del cast, compreso un patetico Ugo Tognazzi, il protagonista. La nostra Isola, che la Machiavelli nell'intervista di Giusti ricorda come terra bellissima, sarà la location per altri due film dell'attrice: Giarrettiera colt di Gian Rocco (1968) e Scarabea di Hans Jurgen Syberberg (1969). Il primo è un western-cult realizzato nel villaggio western di Sinis, prodotto dalla stessa Machiavelli, dove finalmente abbiamo due donne protagoniste in un genere marcatamente “maschile” (infatti, nel cast, si segnala anche Marisa Solinas), il secondo è un'opera un po' folle e, nello stesso tempo, ambiziosamente autoriale, in cui il regista tedesco adatta al paesaggio sardo una novella di Tolstoj.

Nicoletta MachiavelliIn questo film, la Machiavelli è una sorta di apparizione femminile per il protagonista, si aggira bellissima nei panorami montuosi e marini della Sardegna, vestita o nuda, solare ninfa hippie. Questi tre lungometraggi riassumono abbastanza bene la carriera dell'attrice, arrivata a diciotto anni a Roma per un provino ne La Bibbia di John Huston. La ragazza aveva la necessità di “liberarsi” da una famiglia importante, dal rapporto pessimo con il padre e, se non ebbe la parte di Eva nella pellicola di Huston, soprattutto grazie al suo elegante e sensuale aspetto fisico, fu scritturata per alcuni film (tra cui il già citato Questione d'onore e il divertente episodio con Alberto Sordi diretto da Carlo Lizzani in Thrilling, 1965). Il produttore De Laurentiis, in seguito, le offrì un contratto settenale, facendole spazio nel suo “harem” di attrici. Ma la Machiavelli era troppo intelligente e la sua ambizione per il cinema non era così potente da sottoporsi alle pretese (evidentemente ambigue) di De Laurentiis, che, per certi versi, per questo motivo la “punì”, proponendola, soprattutto nei cast di alcuni spaghetti-western, allora cornucopia per i produttori italiani.

Nicoletta MachiavelliIn realtà, Giarrettiera colt, Navajo Joe di Sergio Corbucci (1966) e Un fiume di dollari (1966, ma, sotto lo pseudonimo di Lee W. Beaver, troviamo il maestro Carlo Lizzani), saranno le pellicole che gli spettatori ricorderanno anche per la presenza della magnetica interprete. Lo stesso Quentin Tarantino avrà in mente questi western italiani, di cui è un cultore così come lo è delle interpreti del nostro cinema di genere, quando in Kill Bill identifica la “Sposa” con il cognome “Machiavelli”. Il successo, però, in quegli anni, si associa a scelte di vita, a volte estreme, sicuramente anticonformiste, con episodi da cronaca scandalistica, spesso anche per colpa di amici e amori sbagliati o troppo complicati. La Machiavelli continua a girare, soprattutto dopo che De Laurentiis emigra (o scappa, a seconda delle interpretazioni) negli Stati Uniti e così, libera dal contratto, potrà scegliere le sue partecipazioni cinematografiche.

Nicoletta MachiavelliAncora una volta, alterna opere interessanti (Mordi e fuggi di Risi, per esempio) ad altre di nicchia o banali. Il cinema sembra interessarla sempre di meno, la sua esistenza viene segnata da disavventure di vario tipo. Marco Giusti ci racconta come, per quanto riguarda la pur estesa filmografia girata in Francia (tra cui si può ricordare almeno Tony Arzenta di Duccio Tessari con Alain Delon, 1973, e L'importante è amare di Andrzej Zulawski con Fabio Testi e Romy Schneider, 1975), la Machiavelli non ricordasse quasi niente, avendo vissuto quel periodo con grandi difficoltà personali. Si può ricordare anche, in questi anni, la partecipazione allo sceneggiato giallo di successo, diretto da Alberto Negrin, Lungo il fiume e sull'acqua (1973). Una crisi mistica la “salva”: approda in India dal monaco Osho e, quando torna in Italia, è più serena, ma certamente sempre meno motivata nel suo mestiere e senza più quell'afflato tra il ribelle e il selvaggio che, comunque l'aveva caratterizzata.

Nicoletta MachiavelliCosì, quando ha l'opportunità di approdare con il figlio negli Stati Uniti, strappa, come afferma nella succitata intervista, il biglietto di ritorno e decide di abbandonare definitivamente la carriera cinematografica. Si stabilirà, poi, a Seattle, dove farà l'insegnante di italiano e anche la guida turistica. La sua morte è stata improvvisa e inaspettata, l'ha portata via una malattia incalzante e spietata.
Come ha sottolineato Marco Giusti, è stata “una stella che si è voluta oscurare, un angelo caduto, ma felice”. Avrebbe potuto essere una seconda Stefania Sandrelli (a lei, per certi versi, simile nei tratti somatici così tipici dell'epoca cinematografica), ma il suo percorso è stato caratterizzato dal lavorare nei film più per indipendenza - anche economica, certo - che per amore della settima arte.

Nicoletta MachiavelliE' stata, come era caratteristico di quegli anni in Italia, quasi sempre doppiata, ma la sua espressività, il suo “bucare lo schermo”, è un fatto incontestabile.

L'equilibrio e la serenità ritrovata nell'ultimo periodo della sua esistenza è percepibile nell'intervista realizzata da Marco Giusti: ancora bella, acuta e ironica ripercorreva i film girati con divertimento, ricordando situazioni e aneddoti di un tempo lontano, incredibile, ma senza rimpianto.

4 maggio 2016

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