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Percorso

''Captain Fantastic'' di Matt Ross

Il consiglio di Elisabetta Randaccio

''Captain Fantastic''Come in un film della New Hollywood degli anni settanta, di cui conserva la struttura tecnica, i colori marciti e il centrale tema del viaggio come spostamento formativo da una "frontiera" all'altra, "Captain Fantastic" di Matt Ross ci fa riflettere sulle possibiltà e sui fallimenti delle utopie politiche, sociali, etiche. Il protagonista Ben Cash - uno straordinario Viggo Mortensen - ha un cognome pesantemente simbolico da rimuovere come l'identità prefigurata di dover essere un cittadino solerte di una società capitalista e edonista.

 

''Captain Fantastic''Dunque la scelta, condivisa dalla moglie, ex avvocato figlia di miliardari, è di creare una vita alternativa con i sei figli da educare lontano dal consumismo, dall'individualismo, dal politically correct che vuole i bambini super protetti dai fantasmi ossessivi dei genitori, ma privati del senso di autonomia e indipendenza, poco creativi e curiosi. Il progetto dei coniugi Cash è abbastanza confusionario, poco politico e impostato ancora su alcuni valori tipici della mentalità americana, come l'importanza di sapersi difendere fisicamente, per esempio. Ma pedagogicamente i figli, a cui non si nasconde la realtà della vita, geniali nell'apprendere facilmente l'istruzione non imposta, privi di repressioni e vizi inutili, non scivolano nella fragilità psicologica e mostrano una energia inusuale.

''Captain Fantastic''Il resto lo fa il contatto con la natura (anche con la morte e il sangue, come accadeva per i fanciulli che vivevano nelle fattorie dell'Ottocento) e il senso di totale libertà. E, poi, perché festeggiare e darsi i regali il giorno in cui dovrebbe essere dedicato a Babbo Natale, un elfo grasso immaginario, e non in quello in cui nacque il grande Noam Chomsky? Evidentemente, però, qualcosa non funziona se la mamma cade in una sorta di devastante depressione e deve andare a curarsi nella città dove vivono i genitori, scegliendo, infine, il suicidio. Da questo momento, niente è più come prima e la famiglia si deve spostare con un pullmino d'altri tempi chiamato "Steve", verso la "civiltà" per far rispettare le ultime volontà della donna, ovvero farsi cremare e disperdere le sue ceneri nella fogna.

''Captain Fantastic''In questo modo, tutti si incontreranno e scontreranno con un mondo conosciuto in teoria, ma non nella pratica, con svariate e complicate, a volte esilaranti, conseguenze.
"Captain Fantastic" è uno di quei film capaci di riappacificarci con Hollywood: dunque si possono realizzare bei film, anche divertenti e di ottima fattura che non siano remake, reboot, macigni con supereroi o commedie cretine e animazioni già viste? Matt Ross è alla sua seconda prova e ha convinto chiunque dal "Sundance" a "Cannes", servendosi di attori bravissimi (ovviamente il giovane cast, ma anche Frank Langella nel ruolo di un nonno severo) e di una bella sceneggiatura firmata da lui stesso (forse con riferimenti alla propria autobiografia), che ne è la forza portante. Non siamo più negli anni settanta e, dunque, la grigia amarezza è smorzata da una dose di ottimismo immerso nell'ironia. Ma un apparente finale aperto può farci ancora discutere.

21 dicembre 2016

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