Percorso

Intervista a Ombretta Colli


Ombretta Colli e Giorgio Gaber

Ho imparato a camminare in Barbagia. di Marcello Atzeni

Buongiorno signora.
“Buongiorno. Queste «o» chiuse mi ricordano la Sardegna e in particolare la donna che ho stimato di più in vita mia: Franca Ortu di Gadoni. Ovvero mia madre.”
Eh, già sennoras e sennores, Ombretta Colli (cognome vero, Comelli)  da Milano,  attrice, cantante , presentatrice, ora impegnata in politica, se volete la moglie di Giorgio Gaber, che troppo presto ci ha abbandonato, ma lasciandoci in eredità la sua fenomenale bravura, è per metà sarda.

Ombretta ColliFrancesca (Franca) era, appunto, di Gadoni, un paese in provincia di Nùoro, famoso per il ponte sul Flumendosa, uno dei più alti d’ Europa.
“Da bambina- spiega-  proprio a Gadoni, ho imparato a camminare. Mi dicevano: dai, andiamo in tal posto e io, cammina, cammina, cammina,  arrivavo  in quei luoghi bellissimi! Ma che fatica! Sembrava che il percorso non finisse mai”. Abbandonati i sentieri delle montagne sarde, Ombretta Colli, figlia di un musicista milanese (nata a Genova, per puro caso, perché il padre, girava l’Italia per lavoro) polistrumentista, ma in particolare pianista, si avvicina al mondo della musica leggera. Ma prima, nel 1960, a 17 anni, partecipa  a Miss Italia e arriva seconda. Sono i prodromi. Frequenta il liceo.

Un giorno il padre viene chiamato da un amico. Un cantante emergente ha bisogno per promuovere il suo disco, di una modella. Quella prescelta si è volatilizzata. Senti, Comelli, non è che l’Ombretta può venire a sostituirla? “Quando mio padre mi chiama, gli rispondo: ma non se ne parla nemmeno!” Poi cambia idea e va all’appuntamento con il fotografo e il giovane cantante: si chiama Giorgio Gaber.

Ombretta Colli e Giorgio Gaber“Ho stampato il suo primo sorriso. Mi sembra sia successo stamattina”.
Insomma il Gaber è stato folgorato.
“Ci siamo folgorati a vicenda- ride l’attrice -e anche un po’ bruciacchiati.”
Fatte le foto, finisce lì. Apparentemente. "Sotto Natale mi chiama per farmi gli auguri. Penso: ma quanto è gentile! "E se dopo Capodanno ci vedessimo per pranzo?" Mi chiede. "Perché no?"  rispondo. Andiamo al ristorante. Al momento di pagare il conto inizia a frugarsi tutte le tasche. Non ha un soldo! E fu così per tutta la vita. Girava senza soldi, per lui non avevano alcuna importanza. Dopo sposata, andavo a chiedere nei bar dove lui era solito recarsi per la colazione e chiedevo: con Giorgio tutto a posto? Vi deve qualcosa? Un uomo di una generosità enorme. Per niente attaccato al denaro. Se ne scordava proprio, come se non fossero di alcuna utilità. Quando nostra figlia Dalia, crescendo doveva andare in discoteca andava da lui: mi servirebbero dei soldi. Ah! Per quelli chiedi a tua mamma. Rispondeva Giorgio.“
Immagino il distacco sia stato molto pesante.
“E’ come se fosse andato via oggi. Sono la presidentessa della Commissione pari opportunità della regione Lombardia, mi tengo impegnata per non pensare…”.

Il cinema: Elio Petri, Ettore Scola, Gigi Magni. Un loro ricordo.
“Petri, nonostante il genere dei suoi film era un uomo che amava scherzare molto. Simpaticissimo. Mentre Scola era più serioso. Magni? Per Gigi, tutto aveva origine a Roma. Capitava tutto lì, qualsiasi cosa gli chiedessi, tirava in ballo sempre Roma.”
E di Franco Battiato, che mi dice?
“Franco  è  stato il mio primo chitarrista. Sono legata a lui da una grande amicizia. Lei ha mai giocato a poker?”
Sì, giocavo un po’ d’anni fa.
“Beh, gliene racconto una: quando Franco faceva parte del tavolo, appena riceveva le carte, se erano buone, incominciava a fare la faccia contenta. Insomma, non sapeva proprio bleffare , che poi è la base del poker.” Battiato poi, negli anni ottanta scrisse anche diverse canzoni per la Colli. Come “Cocco fresco, cocco bello”. Nel 1983, esattamente.

Ombretta Colli e Giorgio GaberLa televisione. A metà degli anni settanta andò in onda  la mini serie  “Giandomenico Fracchia”. Le vicissitudini dell’impiegato Paolo Villaggio. La sua collega più avvenente era Maria Romini, interpretata dall’attrice milanese .
Che tipo era Paolo Villaggio? “Quando finivamo di registrare , lui si buttava nelle scale all’uscita della Fiera,  e urlava: non riesco a farle! Tutta la gente si girava e noi per camuffare dicevamo: no, tranquilli, stiamo provando una scena. Non è successo nulla. Era una tipo irrefrenabile “.
E in quello sceneggiato televisivo c’era anche un certo Gianni Agus
“Grandissimo attore, grandissimo sardo. Persona meravigliosa. Sempre attento a tutto, in primis alla salute, con controlli regolari. Ma di colpo è andato via. Anche lui mi manca molto.”

Dopo il matrimonio è tornata a Gadoni?
“Solo due volte. Una da sola, un’altra con mia figlia Dalia, mai con Giorgio. Andavo più spesso a Cagliari, dove abita un fratello di mamma arruolato nell’esercito. A Cagliari sono stata molto di più. Con i cugini cagliaritani ho un rapporto speciale. E’ da un po’ che non vengo, ma tornerò. Ma lei a Milano? Non le capita mai?”
Potrebbe capitare…
“In tal caso quando viene, mi chiami e le offro un caffè al bar di un altro mio cugino di Gadoni, che sta qui da tanti anni”.
Così ti viene in mente quando nell’ufficio, assieme a Villaggio e agli altri colleghi una volta che suonava la campanella, tutti correvano e canticchiavano : la pausa del caffè , la pausa del caffè!

Ombretta Colli

 

La sigla finale di quella fortunata trasmissione , “Facciamo finta ché...”, interpretata dalla stessa Colli, fu un notevole successo. Tra gli autori, un cagliaritano: Franco Pisano.
Insomma, Ombretta da Milano, ora molto impegnata in politica nella sua Milano, nella sua Lombardia è comunque legata alla nostra terra. E c’è ancora un altro rimando.
Un anno fece un tournée in Russia, assieme a Gianni Morandi e al “Coro degli Angeli”. Angeli sardi, è notorio.

Il cronista le racconta un aneddoto beccato dalle parti della madre: suo padre era un perito minerario che lavorava a “Funtana Raminosa”.
“Bellissima!" Dice facendo seguire una risata fragorosa.
“Mi immagino mamma che dice a papà. Dopo il lavoro, vai a fare la spesa e poi torna giù in miniera. Magari c’è qualcosa che ci può essere utile.”

20 dicembre 2017

 

Powered by CoalaWeb

Accesso utenti e associazioni