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Percorso

La Cagliari scomparsa al Babel Film Festival

Il Festival delle lingue minoritarie inaugurato con 'Casteddu Sicsti' di Paolo Carboni. di Elisabetta Randaccio

Babel Fim FestivalDopo alcune interessanti anteprime, prende il via una nuova edizione del "Babel Film Festival", la manifestazione e concorso per il cinema delle lingue minoritarie, arrivato al suo sesto compleanno. Promosso dalla Società Umanitaria-Cineteca Sarda di Cagliari in collaborazione con la Fondazione Sardegna Film Commission, l'Associazione Culturale Babel, "Terra de punt" e "Areavisuale", il Festival si svolgerà dal 2 al 7 dicembre a Cagliari con proiezioni e eventi localizzati nella sala della Cineteca Sarda, a "Sa Manifattura", al Teatro "Nanni Loy" e alla MEM.

Il programma è denso, estremamente interessante: 10 lungometraggi, 40 documentari, 24 cortometraggi di fiction, nonché 21 film fuori concorso, seminari, incontri con gli autori, eventi speciali. Da segnalare che quest'anno, parallelamente alla manifestazione cagliaritana, buona parte delle opere cinematografiche del "Babel" saranno proiettate a Roma, Milano, Napoli, Ostane, Martignano, Udine, Catania, Sassari. Insomma, il Festival è cresciuto in maniera straordinaria, perchè, in realtà, nel suo genere è un 'unicum', mentre l'attenzione mondiale per le lingue minoritarie è sempre più importante e aumentano le produzioni cinematografiche pensate in tale contesto. Come ha affermato Antonello Zanda, direttore artistico del "Babel" insieme a Tore Cubeddu e Paolo Carboni, durante la conferenza stampa di presentazione dell'evento, "gli stati che tutelano le lingue minoritarie producono film in questo senso.

''Cagliari Sicsti''Un esempio è proprio la Sardegna. Ma anche nazioni dove la repressione linguistica e culturale è notevole, come capita, per esempio, per la popolazione dei curdi in Turchia, riescono a realizzare film parlati nella lingua minoritaria, magari in luoghi diversi". In effetti, a scorrere titoli, autori, paesi dei film in concorso, ci si rende conto quanto la lingua sia fondamentale per la costruzione dell'identità di un popolo. Un'altra caratteristica del "Babel" è l'essere una manifestazione non elitaria, ma capace di coinvolgere il territorio. Questo è possibile anche attraverso le dieci giurie che, oltre quella principale, comprendono università, scuole superiori, associazioni culturali e cinematografiche; tutte assegneranno premi alle migliori opere in concorso. Una novità di questa edizione sono le masterclass di formazione, la "Babel Academy" a cura di Daniele Maggioni, che per 5 mattinate, nella sala della MEM a Cagliari, vedranno professionisti del cinema trattare temi rilevanti per chi i film li vuole realizzare, ma anche per il pubblico degli appassionati.

''Cagliari Sicsti''"Babel Film Festival" ha avuto la sua premiere domenica primo dicembre nei locali di "Sa manifattura" con la proiezione del film di Paolo Carboni "Casteddu Sicsti". Si tratta di un progetto nato da un'idea di Antonello Zanda e Antonello Deidda. Quest'ultimo ha anche scritto un libro omonimo (pubblicato dalle edizioni La Zattera) sviluppatosi quasi contemporaneamente al film, con uno scambio di materiale e di ricerche che hanno giovato sia al lungometraggio sia al volume. Il tema è un percorso tra la memoria, quella reale e quella fantastica, ma anche con il supporto della ricostruzione storica, della Cagliari degli anni sessanta, o meglio nel passaggio dai sessanta ai settanta (forse, questo è più chiaramente definito nel libro di Antonello Deidda), quando il capoluogo sardo subì una vera e propria mutazione antropologica, urbanistica, culturale per avviarsi a una "modernità" ambigua e, per certi versi, devastante.

''Cagliari Sicsti''Paolo Carboni è riuscito in questo difficile itinerario di riproposizione di un mondo, praticamente scomparso, servendosi di almeno tre tipologie contenutistiche e formali: le interviste ai "protagonisti" dell'epoca, una parte, godibile e molto divertente, di fiction e l'utilizzo di splendidi frammenti di filmini di famiglia, che la Cineteca Sarda custodisce in un archivio, ormai, diventato ricco e preziosissimo. Il regista ha chiamato "Casteddu Sicsti" un "gioco", nel presentarlo, ma seppur l'elemento ludico non manchi, anche per la bravura degli attori (Piero Marcialis, Giampaolo Loddo, Giulio Manera, Rossella Faa) e dei "testimoni", il film, a cui contribusce la colonna sonora e l'ottimo montaggio di Davide Dal Padullo, ci restituisce, senza cadere nella retorica, un universo linguistico, culturale, storico che, forse, avevamo dimenticato o rimosso. In questo senso, rivedere le condizioni in cui versava il quartiere di Castello o il villaggio Pescatori, è inquietante, oppure sentire un cagliaritano così vivo, espressivo, ci fa riflettere su quanto quel linguaggio fosse legato strettamente a un contesto culturale preciso, oggi estremamente mutato.

''Cagliari Sicsti''Il personaggio quasi virgiliano interpretato da Nino Nonnis ci introduce, poi, alla memoria di personaggi che caratterizzavano la Cagliari dell'epoca e alle loro "avventure", spesso mitiche e per niente reali, tramandate come aneddoti esemplari del modus vivendi dei cagliaritani. I testimoni, poi, ci portano a rivedere anche alcuni fatti di cronaca travisati dai giornali dell'epoca. Si veda il famoso episodio della visita del papa a Sant'Elia: nella realtà, nessuno tirò pietre al pontefice, bensì ci fu una serie di scaramucce tra polizia e manifestanti, che vennero amplificate e distorte. Semmai, straordinarie sono le immagini amatoriali di quell'episodio, dove vediamo Paolo VI camminare tranquillamente tra la folla nel vecchio Borgo di Sant'Elia. Ma, con "Casteddu Sicsti" abbiamo modo di ripensare anche la forte passione sarda per la boxe, quando allo stadio "Amsicora" diecimila persone assistevano agli incontri dei campioni del periodo (tra gli altri Piero Rollo, Fortunato Manca, lo stesso Tonino Puddu che ci racconta nel film la sua carriera) o l'evoluzione dell'amore per il Cagliari Calcio che, in pochi anni passò dalla serie "C" alla "A", preparandosi per l'incredibile vittoria dello scudetto nel 1970.

Il gioco di "Casteddu Sicsti", insomma, appare molto serio con il suo modo originale e piacevole di ricostruzione mnemonica, indirizzato non tanto ai nostalgici quanto alla curiosità delle nuove generazioni. Perciò, è importante che sia visto, oltre i Festival, da un pubblico che non vuole relegare all'oblio i ricordi e la Storia.

3 dicembre 2019

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