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Percorso

La Morte e la Rom

The Secret: le verità nascoste, un thriller su un genocidio dimenticato. di Alessandro Matta

''The secret''La scena è quella della America anni ’60: ricchezza, felicità, macchine colorate, vestiti eleganti e le tipiche famiglie statunitensi coi loro bambini in un bellissimo parco, in una assolata mattinata fatta di corse su un prato e enormi bolle di sapone.

Una scena idilliaca, nella quale i colori e i suoni delle mamme e dei bambini, viene all’improvviso come interrotto da una nota falsa, un accento molto duro, dalla caratteristica della interruzione della tranquillità e da una sensazione di contrasto totale con la serenità: un uomo che parla con un forte accento tedesco, e una donna che si volta, subito, lentamente, ad ascoltare… preoccupata, spaventata, ma in parte anche arrabbiata. Sembra quasi chiedere “Perché? Perché proprio qui, ora, in questa quiete?”

''The secret''Perché la donna ha un triste passato, nel quale un accento tedesco ha subito il potere di riportare indietro nel tempo agli orrori passati non da poco della seconda guerra mondiale, e dei campi di sterminio nazisti. Perché la donna è una sopravvissuta a quell’inferno. Ma soprattutto, perché la donna sente, anzi riconosce, in quell’accento, proprio uno dei suoi principali aguzzini. E da qui, inesorabile, la voglia di vendetta. E l’organizzazione del rapimento del presunto aguzzino per costringerlo a confessare i suoi crimini. Siamo ai livelli di una “Morte e la fanciulla” riadattato dall’Argentina dei Desaparecidos agli orrori della deportazione nazista e della Shoah, quindi? Si chiederanno in molti nel vedere le prime scene…

''The secret''E invece no. Perché “The Secret: le Verità Nascoste” il film di Yuval Adler che ha fatto appena in tempo ad affacciarsi nelle nostre sale cinematografiche per appena meno di una settimana, prima di nuove, inevitabili, misure di contenimento della terribile pandemia che ci ritroviamo a vivere e che hanno dovuto portare ancora una volta alla chiusura dei cinema, non è un film “sulla Shoah”. Yuval Adler, nella sua semplicità, ha voluto parlarci dell’altro genocidio compiuto dai nazisti e dai loro collaborazionisti: il Samudaripen, l’uccisione di almeno mezzo milione di persone: Rom, Sinti e camminanti sia in alcuni dei campi di sterminio che furono teatro della Shoah, sia attraverso varie eliminazioni di massa, spesso perpetrate da quei paesi che coi nazifascisti hanno collaborato più alacremente.

''The secret''Ed ecco, nel racconto della protagonista (come non amare sempre di più la bravissima Naomi Rapace, che tutti ammiriamo da quando debuttò nel 2009 nella bellissima trasposizione di “Uomini che odiano le donne”) spuntare fuori una storia certamente non vera e non storicamente precisa, ma basata su eventi reali: quella della Romania del fascista Antonescu, che tra il 1941 ed il 1942 ha assassinato di proprio pugno, senza l’aiuto di nessun nazista, centinaia di migliaia di Rom e Sinti, o scatenando contro di loro violenze paritempo a quelle dei pogrom antisemiti come quello di Iasi del 1941, o li ha deportati anche essi nei campi di lavoro della Transnistria insieme agli ebrei romeni e qui abbandonati a loro stessi. Una “Shoah” e un “Samudaripen” fatto tutto dalle autorità locali, quello della Romania, che insieme a paesi come la Croazia e la Slovacchia detiene un primato quale quello di essere uno dei paesi che o ha ucciso di proprio pugno gli ebrei o ha fatto di tutto per consegnarli ai nazisti magari pagando anche ingenti somme perché questi li deportassero allo sterminio.

Sono poche, in Italia, le pellicole finora girate sul Samudaripen, parola Rom questa che significa genocidio. Anzi, a dire il vero, solo una è la pellicola finora girata su questo genocidio: il film di Alex Ramati del 1991 “E i violini cessarono di suonare”, trasmesso solo una volta però, da Rai Uno, nel 1997 e a tarda notte. L’occasione quindi, data dal film di Adler, è quella finalmente di dare, attraverso un buon thriller, una visione su un genocidio dimenticato, per un popolo ancora oggi spesso vittima di discriminazioni e razzismo.

''The secret''Purtroppo, una occasione che rischia di perdersi, visto che il film, per l’appunto rimasto nelle sale appena meno di una settimana in Italia e poi “bloccato” dalla chiusura per la seconda ondata del covid19, rischia di passare “inosservato”. Compito di articoli come il mio quello di segnalarlo, e di sperare che quando a breve uscirà la versione in home video in dvd o blu-ray (ormai non passano più mesi e mesi tra la distribuzione nelle sale e l’uscita in home video o in qualche legale canale di streaming) gli insegnanti sappiano che esiste, su un genocidio dimenticato, anche un prodotto come questo, che forse proprio per la sua trama “thriller” più si avvicina all’interesse anche degli studenti meno attenti. Ovviamente, usandolo con le dovute cautele e le dovute metodologie didattiche di irrinunciabile accompagnamento.

17 novembre 2020

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