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Percorso

Marcias racconta il tempo delle donne

In sala "Nilde Iotti, il tempo delle donne" di Peter Marcias. di Elisabetta Randaccio

''Nilde Iotti, il tempo delle donne''È uscito finalmente in sala "Nilde Jotti, il tempo delle donne" di Peter Marcias, presentato alle "Giornate degli autori", alla Mostra del Cinema di Venezia del 2020 e visto anche, nei mesi scorsi, su una piattaforma in streaming. Il documentario, un genere frequentato con successo da Marcias, si affianca ai brillanti ritratti femminili girati dal regista sardo nel passato: "Liliana Cavani. Una donna nel cinema", 2010, e "Tutte le storie di Piera", 2013.

Anche "Nilde Iotti" prosegue, dunque, un percorso che va al di là, come capitava anche nei lungometraggi già citati, della biografia pura e semplice. Infatti, quello che conta, come afferma lo stesso Marcias, è "raccontare più che la figura politica, la donna e il suo tempo", dove la parola "tempo" è il paradigma essenziale del film. Così, "il tempo delle donne" si trasforma in storia delle donne, sovrapponendosi con chiarezza quasi didattica alle vicende italiane, ai cambiamenti di costume, sociali, politici del nostro paese, da rileggere proprio in funzione della faticosa evoluzione (ancora non totalmente completata) del mondo femminile.

''Nilde Iotti, il tempo delle donne''In questo senso, dal secondo dopoguerra ad oggi il "tempo delle donne" si è preso un notevole spazio, attraverso caparbie lotte civili e non violente, riuscendo a rimuovere stereotipi e leggi arcaiche. Infatti, chi si ricorda come le donne fino al 1963, fossero escluse dalla carriera di magistrato, perchè vigeva (anche anni dopo il varo della nostra moderna Costituzione) una legge del 1919, a impedimento "morale" e "naturale". Per capire questa situazione, oggi, ritenuta, per fortuna, assurda, si possono leggere le parole di un articolo di Reneletti del 1959 (!) intitolato non a caso "La donna giudice ovvero 'la grazia' contro 'la giustizia'": "Già il fatto che, fra le tante professioni o mestieri, pure onorevoli, e per i quali è più adatta, la donna voglia scegliere e chieda proprio quella del “giudice”, che è la più difficile, quella per la quale essa è assolutamente inadatta, quella che fa tremare le vene e i polsi a chi è cosciente della sua gravità ed altissima importanza, già questo fatto – dico – dimostra quanta poca dimestichezza la donna abbia con la… logica!

''Nilde Iotti, il tempo delle donne''Essa difetta, in particolare, di quel senso logico e giuridico, che è indispensabile per ben giudicare". Dunque, se nel 1959 la donna era ritenuta priva di senso logico, non ci si stupisce come sia stato necessario aspettare al 1981 (!) per abolire, definitivamente, il "delitto d'onore". Il nuovo diritto di famiglia, poi, è del 1975, in cui finalmente, non si parla più di potestà maritale, ma genitoriale... Ecco, proprio una delle battaglie di Nilde Iotti, che riuscì a trovare un accordo politico trasversale, evocato nel film di Marcias, fu quello sulle nuove norme del diritto di famiglia, in particolare, il riconoscimento legale dei figli nati fuori dal matrimonio e l'abolizione deel reato d'adulterio femminile. D'altronde, Nilde Iotti, la quale, pur essendo stata staffetta partigiana, eletta membro della Costituente, aveva dovuto scontare una vera e propria emarginazione, sia da un'opinione pubblica bigotta, ma più pesantemente dai suo compagni di partito, per essere diventata la partner del leader del PCI, allora sposato e con figlio. In una bella lettera recitata da Paola Cortellesi nel film, la Iotti scrive a Togliatti tutta la sua amarezza di essere considerata "una ruba marito".

''Nilde Iotti, il tempo delle donne''La sua grande rivalsa avviene dopo la morte del compagno (1964), quando, grazie ai suoi meriti, ottiene la stima per le sue competenze, ma pure per una personalità dalle idee rigorose, caratterizzata dal rispetto per gli avversari politici. Non è stato, dunque, un caso che, prima donna nel nostro paese, è diventata presidente della camera per tre legislature, ottenendo un netto consenso parlamentare trasversale. Nel documentario di Marcias, la storia di una donna così importante, la sua evoluzione da giovane laureata in lettere, proveninente da una famiglia modesta, fino a diventare la terza carica dello stato, non viene modellata come un santino, ma, lo si è già detto, si sovrappone, anche attraverso le parole degli intervistati (dalle amiche giovanili della Iotti fino a tante figure, uomini e donne, rappresentative delle cultura e politica italiana del passato e del presente) alle vicende delle donne comuni, motivando, come ha scritto il regista sardo "l'universo femminile e rendendolo protagonista dal dopoguerra a oggi". Per questo motivo, "Nilde Iotti, il tempo delle donne", si ritaglia uno spazio per una riflessione, non solo didattica, sulla storia recente del nostro paese.

Il film è prodotto da "Gamesh Produzioni", "Movimento Film" con il contributo del Ministero della Cultura, con il sostegno di Regione Emilia Romagna, BPER Banca, Emilia Romagna Film Commision, Fondazione Sardegna Film Commision.

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