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Percorso

La fotografia incontra il cinema

A Quartu e a Cagliari la mostra cine fotografica di Giovanni Coda. di Elisabetta Randaccio

Giovanni Coda-30 ExpositionLa mostra antologica "Giovanni Coda-30 Exposition", a Quartu S.Elena inaugurata il 1 ottobre all'ex Convento dei Cappuccini, è, in primo luogo, una importante opportunità per la città di Quartu, alla ricerca di una "rinascita" culturale attraverso eventi di rilevante spessore capaci di attirare interesse critico e di pubblico.

Certamente, poi, si tratta di un omaggio a un artista "completo", da anni residente a Quartu, pluripremiato soprattutto a livello internazionale, il cui percorso trentennale ci racconta la complessa strada della sperimentazione, mai fine a se stessa, del racconto per immagini, inteso nella più ampia accezione (video, fotografia, teatro).

Giovanni Coda-30 Exposition

La mostra, organizzata dal V-art, dall'associazione culturale "Labor", in collaborazione con il comune di Quartu S.Elena, la Fondazione di Sardegna, la Regione Autonoma della Sardegna, la Fondazione Sardegna Film Commission, Streen, è curata da Roberta Vinali, che è riuscita a sintetizzare l'essenza dell'arte di Giovanni Coda, intesa, lo si legge nella presentazione, come "un viaggio dell'anima nei meandri di un processo fotografico che si compie scatto dopo scatto gettando un ponte tra visibile e invisibile". Non c'è, infatti, nell'opera di Giovanni Coda una cesura netta tra fotografia e cinema; il racconto per immagini è, per il regista sardo, un paradigma espressivo, "necessario" per cui, come lui stesso ha affermato, persino lo storyboard, precedente alle riprese di un film, si sviluppa non attraverso i classici disegni, ma mediante gli scatti che devono già fermare l'idea di uno sguardo, di un movimento, di un paesaggio.

Giovanni Coda-30 Exposition

Così, la ricerca delle location, fondamentali nel cinema di Coda, è un vagare tra luoghi capaci di integrarsi perfettamente con la narrazione di cui faranno parte. Questo ritroviamo nella mostra, la quale dà spazio anche ai backstage dei suoi lavori cinematografici, perché il film non è esclusivamente il risultato finale per la sala, per il pubblico, ma un continuum artistico, di cui bisogna tenere presente anche i particolari "nascosti", le scene tagliate, gli sguardi non pervenuti nei fotogrammi, ma divenuti importanti per creare il ciak definitivo. L'esposizione presenta altri progetti fotografici realizzati in periodi diversi della trentennale carriera di Coda, tra gli altri, "Passage poectronique", installazione dedicata a Oscar Manesi e Gianni Toti e "Mexicana", dove la riflessione sulla vita e l'opera di Frida Kahlo si ripercuote nella "necessità di scoprire un nuovo mondo e quella di riscoprire se stesso". Inedita, invece, la serie fotografica risalente ai mesi del lockdown del 2020, nella quale, in un mondo immerso in uno strano silenzio e in una costretta immobilità, trovano spazio le nature morte della quotidianità, gli oggetti casalinghi diventati improvvisamente muse per l'artista forzatamente solitario, così come le vedute dalle finestre della propria casa che aprono spazi alle sagome degli uccelli "danzanti".

Giovanni Coda-30 Exposition

Insomma, l'esposizione può rivelare al pubblico che non ne conosce l'opera, l'anima artistica di Coda e a chi ha amato i suoi film il desiderio di vedere al più presto la sua ultima fatica, "Histoire d'une larme", toccante riflessione sul tema dell'eutanasia ispirato dal libro "Ocean terminal" di Piergiorgio Welby.

Dopo l'appuntamento a Quartu, "Giovanni Coda-30 Exsposition" avrà una installazione a Cagliari, nel Centro Fotografico di Christian Castelnuovo (dall'8 al 29 ottobre). In seguito, sarà al "Temporary Storing" della Fondazione per l'arte Bartoli Felter (gennaio 2022) al "Mancaspazio" a Nuoro (febbraio 2022) e, successivamente, a Oristano, Sassari, Alghero, Torino e Roma.

13 ottobre 2021

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