Percorso

Editoriale - Una legge nata pasticciata

di Enrica Anedda

cinemecum soru floris cerina de pau mongiuSi è svolto pochi giorni fa l’incontro fra l’assessore e i registi. La risposta, per quanto ci consta è stata negativa su tutti i fronti. Troppo tardi! I decreti sono già stati approvati.
Ciò significa che le somme destinate al finanziamento dei film saranno probabilmente di molto inferiori a quanto è stato stabilito all’inizio. Questa la situazione: 1.300.000 euro per i lungometraggi, 200mila per le sceneggiature, 100.000 per i corti, 80.000 per la distribuzione, 420.000 per la Film Commission, 900.000  per università, cineteca e festival. Ma rimane il fatto che ogni anno i fondi destinati alle produzioni potrebbero scendere sotto il 70% a vantaggio di altri settori. Inoltre, ancora più grave, il bando per l'affidamento della gestione del fondo di rotazione a una banca è andato a vuoto e quindi, per quest' anno, probabilmente la somma destinata ai lungometraggi rimarrà inutilizzatata. In poche parole la Regione non potrà finanziare film ambientati in Sardegna.
Ma non era questo l'obbiettivo principale della legge ?

Perché i registi hanno atteso tanto tempo per esternare le loro lamentele sulla legge e perché solo ora scoprono il coraggio alla critica? Quando venne approvata 13 mesi fa sembravano soddisfatti: alcuni di loro sostenevano che era meglio un uovo oggi che una gallina domani, forse speravano di ottenere i contributi nel giro di pochi mesi. I registi, come unica conquista, hanno ottenuto che per il 2008 non ci saranno più prestiti visto che la Regione interverrà sempre in coproduzione. Difficile comprendere come la Regione, che non è stata in grado neppure di gestire lo sportello della Film Commission, possa portare avanti dei contratti di cooproduzione cinematografici, senza aver fissato regole e modalità sugli utili e sulle perdite.

Eppure tutto sarebbe stato più semplice se si fosse istituito un unico organo (fondazione cinema o  agenzia) a partecipazione prevalentemente pubblica, agile, indipendente dall’assessorato, formata da persone competenti, che coordinasse tutte le attività legate al cinema. Una fondazione che anche attraverso la istituzione di una scuola, della quale c’è tanto bisogno, potesse essere in grado con il tempo di conferire prestigio al cinema in Sardegna. Ancora una volta non riusciamo a fare quello che invece da tempo ha ottenuto la Sicilia dove è stata istituita una sede dalla scuola nazionale di cinema. Nella nostra legge di scuola non c’è nessuna traccia,  forse dal punto di vista economico non interessava a nessuno.

Cinemecum.Soru, CerinaLa legge è nata pasticciata e continua a esserlo sempre di più: prevede tutta una serie di organi che fanno capo all’assessorato: nuclei tecnici, commissioni, consulte, fondazioni e ora, colpo di scena, anche organismi privati a fine di lucro ! Ebbene sì.  Da un lato si approvano i decreti attuativi e si fa un gran parlare, dall’altra forse pochi si sono accorti che nella finanziaria sono state inserite due modifiche, apparentemente piccole, ma in realtà violente come due colpi di sciabola: se venissero approvate la Film Commission diventerebbe un organismo privato a fine di lucro. Ancora una volta, dunque, si sceglie di andare controcorrente, come se vivessimo in un isola sperduta, sorda ai cambiamenti che avvengono nel resto del paese. In tutta Italia, infatti, le Film Commission, sono organismi a partecipazione  prevalentemente pubblica, per lo più fondazioni, che promuovono il cinema e il territorio nell’interesse generale; in molte regioni si stanno trasformando in organismi che gestiscono e coordinano tutti i settori del cinema, compreso quello della produzione. In Sardegna invece che cosa si vuole fare?

Dopo tutte le polemiche sulla Film Commission, dopo le tante lamentele sulla inefficienza del servizio, non sarebbe stato piu logico e urgente nominare il direttore della Film Commission, quella figura esperta e imparziale prevista dalla  legge e  mai  realizzata?  Perché si tenta di stravolgere  la struttura del servizio per modellare un organo privato con fine di lucro ? Qual è la ragione ?
E il pensiero va naturalmente  alle polemiche sull’affidamento di alcuni servizi di film commission  ad Arte Video che non è una associazione senza fini di lucro. Oggi non avrebbero più senso, perché, una volta approvate le modifiche nella finanziaria, chi vincerà la gara (se una gara si farà, ma di bandi e gare in questo periodo è meglio non parlare) potrà essere una società privata  e  gestirà tutti i servizi.
Alla faccia dell’interesse generale!
Ecco l’articolo  13 della finanziaria: nella legge regionale 20 settembre 2006, n. 15 (norme per lo sviluppo del cinema in Sardegna), sono apportate le seguenti modifiche:
a) nel comma 2, dell’articolo 2 (La Sardegna Film Commision è gestita da un organismo associativo senza fini di lucro cui partecipano la Regione, come socio di maggioranza, gli enti locali ed altri soggetti pubblici e privati senza fini di lucro)  sono soppresse le parole: “associativo senza fine di lucro”, e “come socio di maggioranza”.
 
Clicca qui per i precedenti articoli e commenti sui decreti della legge sul cinema!
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