"Sonetaula" non incanta Berlino
Salvatore Mereu settimana scorsa ha partecipato alla 58ma edizione della Berlinale, sezione Panorama, col suo ultimo lavoro "Sonetaula": Elisabetta Pilia (che si definisce semplice spettatrice sarda che non possiede conoscenze cinematografiche accademiche) era lì e dopo aver notato qualche defezione ci ha mandato questo suo resoconto che gentilmente pubblichiamo.

Prima Internazionale nella sala Zoo Palast alle ore 21.30
“Il suono del tavolone” …che cosa potrebbe ispirare il suono che fuoriesce da tale legno? Forse un suono stonato come quello del percorso di vita dell’interprete principale del film, Zuanne Malune detto Sonetaula...

Inizio intrigante del film, nella sua fredda messa in scena.
Il padre, Egidio Malune, esiliato per scontare ingiustamente un’accusa di omicidio, e’ in permesso di visita alla famiglia per breve tempo, ma non tornera’ piu’ a casa. Il figlio si occupera’ con il nonno del gregge, unica fonte di sostentamento della famiglia.
Un giorno Sonetaula vendica il furto di una pecora sua sgozzando tutto il gregge dei responsabili del furto. Questi lo denunciano, e Sonetaula, per evitare la prigione, decide di vivere da latitante legandosi poi ad una banda di malviventi.
Il film prosegue con un ritmo inutilmente lento.
Fin dalla prima mezz’ora dell’inizio del film e’ cominciata la processione di spettatori annoiati che hanno lasciato la sala. Un centinaio circa hanno rinunciato a vederne la fine. Gli altri 400 spettatori rimasti hanno potuto vedere sprazzi di momenti poetici -per un totale di almeno 20 minuti sui 157 della durata del film- e di alta interpretazione, soprattutto da parte di Francesco Falchetto e Manuele Martelli che interpretano rispettivamente Sonetaula e suo nonno. Inoltre e’ sorprendente assistere alla crescita fisica di Sonetaula che nel film passa dalla fase adolescenziale a quella di giovane uomo.

Non mancano le scene cruente e qualche azione maldestramente eseguita, come quella del taglio della testa ad un cadavere o dell’assalto alla corriera.
Alla fine del film dopo un’altra serie di avventure, Sonetaula muore ammazzato da un colpo d’arma da fuoco provenuto da un gruppo di una decina di uomini, forse guardie forestali.
Dopo questo susseguirsi di orrori, come la scena dello sterminio del gregge, di ostinazione e di risposte violente alla violenza, il pubblico era meno entusiasta di quanto fosse stato all’apertura del film.

Il film ha delle aspirazioni poetiche che alle volte riesce a realizzare, come durante qualche dialogo di Sonetaula con il nonno, o quando i paesaggi sono fotografati nella loro completezza. Trattengo nel pensiero quelle scene ispirate ad un sincero affetto per la propria Terra e da quell’interpretazione del particolare che grazie alla poesia si sublima e riesce a trascendere la singola identità per ritrovarsi in un sentimento comune. Ogni film è un contratto e una promessa con il pubblico, attendo il prossimo film dove spero di vedere realizzata con più forza quella vena poetica qui distillata nei molti fotogrammi.