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Percorso

"Sonetaula" non incanta Berlino

Salvatore Mereu settimana scorsa ha partecipato alla 58ma edizione della Berlinale, sezione Panorama, col suo ultimo lavoro "Sonetaula": Elisabetta Pilia (che si definisce semplice spettatrice sarda che non possiede conoscenze cinematografiche accademiche) era lì e dopo aver notato qualche defezione ci ha mandato questo suo resoconto che gentilmente pubblichiamo.

Berlinale, Berlino Berlino, 12 febbraio 2008
Prima Internazionale nella sala Zoo Palast alle ore 21.30
“Il suono del tavolone” …che cosa potrebbe ispirare il suono che fuoriesce da tale legno? Forse un suono stonato come quello del percorso di vita dell’interprete principale del film, Zuanne Malune detto Sonetaula...
Sala non gremita ma dignitosamente affollata, circa 500 spettatori presenti in una sala capace di ospitarne 1070, lo Zoo Palast, che durante la Berlinale ha proiettato i film della sezione Panorama, film che vengono votati dagli spettatori.
Applausi e calorose grida di alcuni suoi compaesani hanno accolto il regista Salvatore Mereu (nella foto) che molto emozionato ha annunciato che proprio alcune ore prima della proiezione e’ ridiventato padre. Gioia e sorpresa tra il pubblico.

Salvatore Mereu Prime immagini del film: un giovane sdraiato su un giaciglio improvvisato con delle sedie poste in un angolo, ascolta le effusioni amorose che provengono dalla camera dei suoi genitori. Al termine dell’amplesso, il padre raggiunge il figlio con cui dialoga un po’, per poi addormentarsi su una stuoia accanto a lui usando il primo gradino della scala come cuscino.

Inizio intrigante del film, nella sua fredda messa in scena.

Il padre, Egidio Malune, esiliato per scontare ingiustamente un’accusa di omicidio, e’ in permesso di visita alla famiglia per breve tempo, ma non tornera’ piu’ a casa. Il figlio si occupera’ con il nonno del gregge, unica fonte di sostentamento della famiglia.
Un giorno Sonetaula vendica il furto di una pecora sua sgozzando tutto il gregge dei responsabili del furto. Questi lo denunciano, e Sonetaula, per evitare la prigione, decide di vivere da latitante legandosi poi ad una banda di malviventi.
Il film prosegue con un ritmo inutilmente lento.

 
Fin dalla prima mezz’ora dell’inizio del film e’ cominciata la processione di spettatori annoiati che hanno lasciato la sala. Un centinaio circa hanno rinunciato a vederne la fine. Gli altri 400 spettatori rimasti hanno potuto vedere sprazzi di momenti poetici -per un totale di almeno 20 minuti sui 157 della durata del film- e di alta interpretazione, soprattutto da parte di Francesco Falchetto e Manuele Martelli che interpretano rispettivamente Sonetaula e suo nonno. Inoltre e’ sorprendente assistere alla crescita fisica di Sonetaula che nel film passa dalla fase adolescenziale a quella di giovane uomo.

 A parte non condividere il ritmo registico del film, mi sono saltate all’occhio alcune dissonanze per quanto riguarda l’ambientazione storica del film e l’uso del dialetto. Stranamente infatti in questo paese immaginario, Orgiadas, negli anni ’40 nessun uomo porta il costume tradizionale, impensabile per allora come ci confermano tanti reperti storici. In quel paese gli uomini parlano con accenti e dialetti diversi, a tal punto che una delle interpreti femminili, Maddalena, si esprime sia in sardo sia in italiano con un forte accento spagnolo. O come quando Sonetaula, ora in una città del continente, si rivolge in sardo a dei continentali i quali, non si sa bene come, lo capiscono e gli rispondono in italiano. Queste discrepanze linguistiche a mio avviso lasciano alquanto perplessi, in quanto il regista Salvatore Mereu ha giustificato le tante settimane di riprese, i lunghi anni di preparazione del film, nonche’ il suo costo di 4 milioni di euro, affermando di aver voluto costruire e realizzare il film con molta accuratezza come se il film fosse un documentario.

Non mancano le scene cruente e qualche azione maldestramente eseguita, come quella del taglio della testa ad un cadavere o dell’assalto alla corriera.
Alla fine del film dopo un’altra serie di avventure, Sonetaula muore ammazzato da un colpo d’arma da fuoco provenuto da un gruppo di una decina di uomini, forse guardie forestali.
Dopo questo susseguirsi di orrori, come la scena dello sterminio del gregge, di ostinazione e di risposte violente alla violenza, il pubblico era meno entusiasta di quanto fosse stato all’apertura del film.

Berlinale, Sonetaula Molto applauditi invece gli attori non professionisti che hanno ammesso che recitare è molto più faticoso di quanto non pensassero. Uno dei produttori presenti, Andrea Occhipinti, ha ringraziato la numerosa troupe per la pazienza dimostrata durante il duro lavoro e per aver con successo raggiunto locations difficilmente accessibili.

Il film ha delle aspirazioni poetiche che alle volte riesce a realizzare, come durante qualche dialogo di Sonetaula con il nonno, o quando i paesaggi sono fotografati nella loro completezza. Trattengo nel pensiero quelle scene ispirate ad un sincero affetto per la propria Terra e da quell’interpretazione del particolare che grazie alla poesia si sublima e riesce a trascendere la singola identità per ritrovarsi in un sentimento comune. Ogni film è un contratto e una promessa con il pubblico, attendo il prossimo film dove spero di vedere realizzata con più forza quella vena poetica qui distillata nei molti fotogrammi.
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