Percorso

Se “geniale” fosse l’Epoca: da Bruno Schulz a Elena Ferrante

Blog di Carlo Rafele

Da Shultz a FerranteNella stravagante giostra di illazioni supposizioni “se fosse”, di Wanted affissi sul frontone della basilica del Villaggio, di cani-segugio sguinzagliati a ghermire l’odore dei soldi, nel clamore che il Nome Elena Ferrante sta suscitando nei due emisferi occidentali, affiora un dettaglio trascurato ma di primaria evocazione, irrompe l’ospite inatteso, il viaggiatore “cerimonioso” e muto, rimasto in piedi allo scoccare del banchetto nuziale, che espone l’effigie e le stimmate di un sublime, indimenticato scrittore-disegnatore della migliore stirpe polonaise: Bruno Schulz.

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Shakespeare secondo John Middleton Murry (e un ignoto traduttore italiano)

Blog di Carlo Rafele

Shakespeare secondo John Middleton Murry (e un ignoto traduttore italiano) Se cercate una formula flash che in sole quattro righe – pardon, quattro versi – possa svelare o compendiare l’epopea miracolosa del poeta drammaturgo di Stratford-upon-Avon - di cui abbiamo celebrato il 6 aprile i presunti 400 anni dal giorno della morte – occorre rovistare tra le pieghe di un Sonetto scritto intorno alla metà del secolo XIX da uno scrittore di nome Matthew Arnold:
Al problema nostro altri stanno / Tu libero ne sei.
Noi chiediamo e chiediamo / Tu sorridi.

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Io ricordo con rabbia: Valerio Zurlini e l’intervista del 1981

Valerio Zurini

Blog di Carlo Rafele

Nel calendario dell’anno 2016, il nome di Valerio Zurlini spicca per l’incrocio di possibili anniversari: 90 anni dalla nascita, 40 anni dall’uscita del film-testamento, Il deserto dei tartari, 50 anni dalla stesura della pre-sceneggiatura – tuttora inedita – de Il giardino dei Finzi Contini, progetto poi abbandonato ma ripreso quattro anni più tardi, com’è noto, da Vittorio De Sica.

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Noi vorremmo che tu, Jacques Rivette, ci spiegassi che cos’è il cinema…

Blog di Carlo Rafele

Jaques Rivette spiega il cinemaSe non fosse una parola scaduta da tanti decenni, da evitare sia nella pratica della scrittura che nelle conversazioni tra amici - perché fin troppo usata, grossolanamente “abusata” – dovremmo oggi sussurrare che Jacques Rivette, scomparso lo scorso 19 gennaio a 87 anni, sarà ricordato come uno dei più temerari sperimentatori che il cinema abbia conosciuto nel primo secolo della sua storia.

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