Una valigia con ali
La rassegna voluta da Giovanna Gravina, figlia di Volonté, ha spiccato il volo. Intensità ed emozioni nella testimonianze dei tanti ospiti che hanno accolto l'invito del festival maddalenino. Come spiega la Carnelutti: "Il mio lavoro è soprattutto togliere, togliere, togliere". Un suggerimento che dovrebbero prendere in considerazione anche i nostri amministratori. Ecco perché. Di Enrica Anedda

La prima tappa del circuito delle isole, che si è tenuta dal 2 al 7 luglio a La Maddalena, è figlia di due grandi idee. L’una di Gian Franco Cabiddu si può riassumere in poche parole semplici e facili: collaborare o, ancora meglio, fare insieme.
Unire le forze e le energie degli eventi che si tengono ogni estate in Sardegna in quattro piccole differenti isole (La Maddalena, Asinara, Tavolara, Carloforte), per realizzare una manifestazione unica “Le Isole del cinema”. L’esperimento, oramai alla sua terza edizione, è riuscito. Per chi conosce il mondo della cultura sarda, così diviso e affogato nell'invidia, appare quasi un miracolo; per Jodorosky invece sarebbe solo il conseguente risultato del suo teorema.
L’altra grande e altrettanto semplice idea, infatti, è di una donna, Giovanna Gravina, ed è quella di parlare di cinema partendo dal lavoro dell’attore: “Scegliamo i film in cui ci sia stata una prova d’attore che ci ha convinto. Ci interessa soprattutto l’attore e la sua fatica ”. La valigia dell’attore nasce a sua volta dalla collaborazione di un equipe di appassionati ed esperti di cinema riuniti nella associazione “Quasar”; oltre la Gravina in veste di direttrice artistica, Fabio Canu e il prof. Ferruccio Marotti che hanno contribuito in pari misura alla nascita dell'iniziativa.
L’altra grande e altrettanto semplice idea, infatti, è di una donna, Giovanna Gravina, ed è quella di parlare di cinema partendo dal lavoro dell’attore: “Scegliamo i film in cui ci sia stata una prova d’attore che ci ha convinto. Ci interessa soprattutto l’attore e la sua fatica ”. La valigia dell’attore nasce a sua volta dalla collaborazione di un equipe di appassionati ed esperti di cinema riuniti nella associazione “Quasar”; oltre la Gravina in veste di direttrice artistica, Fabio Canu e il prof. Ferruccio Marotti che hanno contribuito in pari misura alla nascita dell'iniziativa.

Un risorsa preziosa per la nostra isola e i risultati si vedono. Il festival è cresciuto parecchio rispetto agli anni scorsi, la sala era gremita durante le proiezioni e l’organizzazione impeccabile, qualcuno che di festival se ne intende, come Luca Bonelli, ha commentato “Festival più grossi avrebbero solo da imparare dall’esempio de La Maddalena”.
Le giornate sono libere per consentire agli ospiti di godere e conoscere le bellezze dell’isola. Alle cinque e mezzo l’appuntamento è al Municipio dove gli attori prescelti sono sottoposti per un paio di ore al fuoco incrociate delle domande dei critici Boris Sollazzo, Fabrizio Deriu e del prof. Ferruccio Marotti. Più che una intervista, una seduta psicoanalitica per sviscerare e raccontare al pubblico i segreti più profondi di questa antica arte. La sera alle 21,30 la presentazione dei film.

Molti forse credono che fare l’attrice sia solo riflettori e luci, Valentina Carnelutti è invece riuscita a trasmettere al pubblico maddalenino tutta la fatica di un mestiere che ha fortemente desiderato fare sin da piccola. “Non volevo fare nient’ altro - e aggiunge - "La meglio gioventù” in un certo senso ha cambiato la mia vita perché i produttori non mi guardavano più come una sconosciuta. Ma per me ogni volta è importante, ogni film è un'occasione per svolgere delle indagini sociali e intime su altre vite e altri mondi e per indossare i panni degli altri”. Essere attrice significa essere fragile e nuda, essere il niente per lasciare che piano piano si attacchino cose ed emozioni che appartengono al personaggio. Il mio lavoro è soprattutto togliere, togliere tutto quello di me stessa (toni, modi, tic ) per scolpire e liberare il personaggio”.

Anche la Ceccarelli, nonostante una lunga esperienza, ha confessato di vivere momenti di forte insicurezza e tensione specie nella preparazione e concentrazione delle scene più difficili. “Invidio quegli attori come Lo Cascio che quando arrivano sul set non hanno bisogno di raccoglimento e riescono a scherzare e ridere con leggerezza sino al ciak".
E da La Maddalena è partito anche un forte segnale sociale. A seguito della conoscenza di Don Ettore Cannavera, Francesco Origo ha portato un laboratorio di teatro nel carcere minorile di Quartucciu mentre Valentina Carnelutti alcune ore alla settimana fa volontariato nel carcere di Regina Coeli. "Non spetta a me dirlo, ma nella vita delle volte basta davvero poco per aiutare gli altri, io ci sto provando”.
Insomma “La valigia dell’attore” ci ha regalato un interessante spaccato del cinema italiano visto con gli occhi delle sue attrici più rappresentative, ora vedremo se gli altri appuntamenti delle Isole saranno all’altezza di continuare questo viaggio con la stessa intensità. Speriamo che tutti gli altri operatori culturali sardi abbiano l’umiltà e la prontezza di imparare e prendere esempio dalla professionalità e serietà del gruppo di Giovanna Gravina. Ma soprattutto ai nostri amministratori spetta il compito di sfrondare la selva infinita di piccoli festival e manifestazioni per coordinare quelli più meritevoli in una opera di promozione nazionale che contribuisca al rilancio turistico della Sardegna, attirando spettatori nell'isola e da tutta l’isola.
Le video interviste
Isabella Ragonese
Intervista a Francesco Munzi
Intervista a Sandra Ceccarelli
Intervista a Valentina Carnelutti
Intervista a Paolo Virzì