Percorso

Ebraismo - A. Matta

Albert Einstein, un genio al cinema

di Alessandro Matta

 Studente , portavoce Ass. Naz. Ex deportati a Cagliari. Nato a Cagliari il 24 Ottobre 1983. Diplomato presso il Liceo Socio Psico Pedagogico Eleonora D'Arborea di Cagliari , vive a Cagliari , dove studia nella Facoltà di Giurisprudenza. Appassionato da oltre 10 anni di cultura Ebraica, si appassiona in particolare al cinema a tema o a interesse Ebraico, studiando approfonditamente questo campo e arrivando a creare una cineteca privata su questo tema arrivata oggi a collezionare migliaia e migliaia di vhs e dvd contenenti  fiction, documentari e trasmissioni tv a tema o a interesse Ebraico , probabilmente una collezione unica nel suo genere in Sardegna. Molto Attivo ed esperto anche  nel campo della memoria e della didattica della Shoah  nella società ma soprattutto nelle scuole di ogni ordine e grado , è portavoce a Cagliari dell'A.N.E.D. - Associazione Nazionale ex deportati nei campi Nazisti.

L'Einstein della CavaniNonostante le perplessità suscitate da una recitazione non sempre all'altezza e da un doppiaggio non molto riuscito, la fiction “Einstein” di Liliana  Cavani, in onda in due puntate su Rai1 lo scorso 26 e 27 Ottobre, ha avuto successo, essendo seguita da un buon share di telespettatori.

Pur non esente da sfaccettature o errori grossolani o gravi mancanze (per esempio: che fine ha fatto nella scena dell'arrivo negli Usa di Einstein, il momento in cui nel documento per l’immigrazione alla domanda sulla “Razza” rispose scrivendo “Umana”?), la fiction della Cavani si presenta come un ritratto molto compiuto del grande fisico tedesco ebreo, padre della scienza moderna e della teoria della Relatività , che fa un ennesimo uso, molto frequente in questi ultimi sceneggiati, della tecnica del flashback continuo nel raccontare le biografie di  un grande personaggio del XX secolo. Ma, la fiction della Cavani non è l'unica ad aver cercato di raccontare la storia del buffo scienziato dai capelli bianchi spettinati. Molti altri film,  sopratutto televisivi,  hanno cercato, a modo loro, di parlare del grande scienziato.

Albert EinsteinFu la Rai la prima a cercare di ricostruire la storia di Einstein,  nel 1975, con lo sceneggiato “Albert Einstein” di Massimo Scaglione, con Giancarlo Zanetti, Raoul Grassilli, Gianni Mantesi. In questo film ( oggi dimenticatissimo  e sconosciuto) si presenta un ritratto del padre della scienza moderna,  modesto ma spettacolare, in ogni caso, specie nel momento in cui nel film entrano in scena Einstein da vecchio, interpretato da Giancarlo Zanetti, e George Bernard Shaw, interpretato da Raoul Grassilli. Estremamente diverso, oggi più conosciuto e ricordato , è invece il  secondo film, prodotto dalla Rai, su Einstein , di cui alcuni spezzoni sono stati riproposti, di recente, in “Super Quark”, dedicata al grande scienziato: “Vita di Einstein” per la regia di Lazar Iglesias, fu il frutto, nel 1990, di una coproduzione internazionale fra Rai1, Tele France1  e l’inglese, Tele Chip. In questo lungo sceneggiato, la vita di Einstein è ripercorsa per intero, dalla sua infanzia sino alla vecchiaia negli Usa. Cosa molto importante di questo sceneggiato è aver evidenziato (cosa che non fa la Cavani nella sua fiction) la poca affabilità di Einstein con la cultura tedesca, in particolare quella cultura  che sarebbe stata alla base, negli anni '30, delle deliranti idee sulla “razza ariana” contro le “razze inferiori” e soprattutto contro gli Ebrei.

Einstein - MatthauSpostandoci invece nel campo delle fiction, finora solo un film , perdipiù comico,  ha mostrato la figura di Einstein al grande pubblico. Si tratta della commedia “Genio per amore” di Fred Schepisi, con Walter Matthau nei panni del grande scienziato: la commedia si svolge negli Usa degli anni '50, dove Einstein , ormai vecchio, con l'aiuto di tre suoi amici scienziati,  matti come lui,  progetta un piano per “salvare” una sua improbabile nipote da un fidanzato, a suo avviso, insopportabile, facendola cadere tra le braccia di un povero meccanico,  dal cuore grande. Un’idea briosa, fatta della consueta ironia,  propria anche del grande scienziato, (si pensi solo alla scena del film dove egli ricorda alla nipote la sua sempre emerita ignoranza in matematica  e il fatto che lui a scuola in quella materia venisse sempre rimandato a settembre,  cosa verissima!).

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