Percorso

Ebraismo - A. Matta

"Operazione Valchiria" di Brian Gibson

 di Alessandro Matta
 
Operazione Valchiria, locandinaGiunta finalmente nelle sale cinematografiche di tutto il mondo, comprese quelle  in Italia, dopo diverse polemiche, slittamenti  della data di uscita, oltre al rischio effettivo di non arrivare nelle sale, in quanto, ancor prima dell’uscita, è stata bocciata da critici, ritenuta  una “spettacolarizzazione” di un evento poco conosciuto, (il tentativo di assassinare Hitler il 20 Luglio 1944 per opera di un gruppo di cospiratori, capeggiati dal colonnelo della Wermacht Von Stauffenberg),  la pellicola “Operazione Valchirya” di Brian Gibson , sta creando  uno spartiacque critico. C’è   chi esalta il film  considerandolo  un “tassello” in più nella cinematografia sulla Guerra e sul Nazismo  e chi lo  boccia maggiormente,  dopo averla vista, reputandolo   una semplice operazione di marketing culturale,  molto presente, secondo alcuni, quando si tratta un tema come quello del nazismo e della  seconda guerra mondiale. Secondo il filosofo Bernard Henry Levy: «è sempre una buona cosa vedere che il mondo rende onore ai propri eroi (in questo caso, Claus von Stauffenberg, anima del complotto del 20 luglio 1944 che, come sappiamo, fallì nel tentativo di uccidere Adolf Hitler). Resta il fatto che questo film, per quanto appassionante sia, pone alcuni interrogativi: troppo complessi, troppo delicati per essere risolvibili nella sola logica dell'industria hollywoodiana».  Il primo sarebbe la scelta di Tom Cruise per interpretare il ruolo di un uomo,  presentato come l'incarnazione stessa dell'onore anti-hitleriano. L’attore è uno dei dirigenti di una setta, la Chiesa di Scientology, i cui valori non hanno legami con quelli che consentirono di abbattere Hitler: elitismo, darwinismo sociale e politico, educazione intesa come addestramento,  lavaggio del cervello come principio di convinzione, sequestri, applicazione delle tecniche della cibernetica al coordinamento del legame sociale, magia nera, visione apocalittica del mondo…
 
Tom CruiseE' questa la scientologia. E' questo, quindi, il credo di Cruise.
 Avergli permesso di incarnare Stauffenberg è un errore oppure  come ha detto il figlio Berthold von Stauffenberg quando  fu informato di ciò: «un grave, gravissimo oltraggio alla memoria del padre». A mio giudizio, il film presenta un’ ottima ricostruzione degli avvenimenti e un ottimo ritmo,  portato spesso ad un eccesso di azione, così tutto finisce,  spesso, col diventare una specie di “mission impossible” riambientata ai tempi del Nazismo. In secondo  luogo,  non si possono non notare due  grossolani errori,  dati dal regista (forse volutamente) nella descrizione del protagonista. Nel film  Von Stauffenberg, cieco in un occhio a seguito del bombardamento subito nel suo campo addestramento in Tunisia, indossa, in alcune scene,  un occhio di vetro in sostituzione della benda nera per coprire l’occhio perduto. Ebbene ... Stauffenberg non ha mai avuto o indossato un occhio di vetro. Secondo le testimonianze e le ricostruzioni fatte anche in altri film, aveva sempre e solo la benda! Inoltre, nel film Stauffenberg non ha la mano di legno che aveva al posto di quella amputatagli dopo l’incidente, ma il braccio viene sempre mostrato monco in modo  grottesco, (nella scena in cui Cruise è costretto a fare il saluto nazista). Che fine hanno fatto questi due particolari?
 
Operazione ValchiriaEvidentemente il regista ha voluto inserire elementi di fantasia per rendere più affascinante la storia, ma  si corre il rischio che alcuni critici o storici vedendo queste piccolezze, boccino l’intero film! Per non parlare poi del fatto che il film nasconde il fatto in sè  della resistenza tedesca all'hitlerismo, così come la descrive Joachim Fest, storico del Nazismo, non è infatti da tralasciare che nella casta degli alti ufficiali hitleriani, c'è  una differenza fra cospiratori tardivi (Stauffenberg) convinti, come nel film si dice, che la Wermacht era al di fuori di crimini di massa come quelli delle SS (cosa falsa)  e precoci (solo nel 1938,  dall'interno stesso dell'esercito, Hans Oster e Hans von Dohnanyi). Nella galassia generata dall'esplosione del primo nucleo nazional-socialista ci sono i nazional-bolscevichi che, come Ernst Niekisch ruppe con Hitler fin dal 1934; i nazional-conservatori nostalgici, come Canaris, di una grande alleanza a Est infranta dalla rottura dell'accordo Stalin-Hitler; ci furono associazioni studentesche, come il gruppo “La rosa bianca”, che nascosero ebrei durante tutta la guerra. Ci furono socialisti, cattolici, ebrei. Ci furono gli operai di Berlino. Ci furono, infine, quei weimariani impenitenti, come Willy Brandt, che preferirono esporsi al rimprovero d'essere «disertori» piuttosto che affrontare l'irrimediabile disonore di dover portare l'uniforme della Wehrmacht e, quindi, dei cospiratori del 20 luglio.
Cancellare tutte queste distinzioni: è qui la trappola. Per questo il film rimane  una buona ricostruzione, però senza coesione e senza una chiarezza precisa nella questione della resistenza tedesca a Hitler.

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