Percorso

“The Reader” di Stephen Daldry

Oscar a Kate Winslet come miglior protagonista. di Clara Spada
 
E' un dramma profondo che si presta a varie letture il film "The Reader", che propone una storia intrigante e avvincente, di ottima fattura. Candidato all'Oscar ha visto premiare come migliore protagonista femminile l'interprete-chiave del film, Kate Winslet.
La trama si può riassumere in poche parole: una storia d'amore e di sesso, una iniziazione alla vita, un primo inspiegabile abbandono, un ultimo tragico abbandono nello scenario di una Germania in macerie e che, a poco a poco, torna ad essere bella e si trova a fare i conti col passato.
Una storia che si muove tra certezza della pena, certezza della colpa. Tutto un popolo è colpevole? La legge è quella dei vincitori? I vinti hanno attenuanti?
Chi ha vissuto sulla propria pelle il dramma dell'Olocausto non può dimenticare né perdonare e neppure cedere alla comprensione: ciò che ha sofferto e sopportato è troppo. Va oltre.
Dalla parte dell'aguzzino è sempre il piccolo uomo ad essere comunque schiacciato dagli accadimenti della Storia, rimane stritolato dagli ingranaggi della macchina del potere, talvolta per paura, più di rado per un "qualcosa" che ha dentro, un intimo male oscuro più forte di tutto, più forte della vita stessa. Questo piccolo essere, travolto dalla enormità degli eventi, rifiuta di rendersi conto di ciò a cui va incontro pur di non svelare una sua diversità sociale.
 
Nel film il piccolo essere è una donna, Hanna Schmidt, analfabeta. Pronta a tutto per salvaguardare il suo segreto, ciò che la fa sentire un essere inferiore nel suo paese, tempio della Kultur. Di lei si sa poco o niente. Lavora alla Siemens, è brava, è carina, viene promossa. Rifiuta: dovrebbe svelare la sua diversità. Accetta dalle SS un posto di guardiana nei campi di concentramento, non si fa problemi, si adatta a quella vita di morte, ligia al dovere, non può permettersi di sbagliare, si scoprirebbe. Nei primi anni del dopoguerra lavora come bigliettaia nei tram: è brava, è ancora carina, viene promossa; ma nel nuovo posto dovrebbe saper leggere e scrivere. Fugge e sparisce nel nulla. Il suo male oscuro la divora. Non cede neppure all'amore di un adolescente che legge per lei e la incanta con suoni di lingue a lei ignote e versi di poeti.
Il ragazzo, un tenero bravissimo David Kross, ne resta sconvolto e cresce con un incolmabile vuoto interiore per l'amore svanito. Studia giurisprudenza e segue un seminario con un professore che potrebbe essere stato una vittima del nazismo (un eccelso Bruno Ganz).
 
Con lui segue un processo contro alcune guardiane dei campi e della marcia della morte. Tra di esse riconosce Hanna, ne è sconvolto. Le varie udienze gli fanno capire la verità, il perché Hanna si addossa tutte le colpe. Lui sa ma l'orrore per il passato della sua gente è più forte della verità che potrebbe ridurre la pena inflitta a Hanna o che Hanna, ancora e sempre preda del suo male oscuro, si autoinfligge. Il professore lo scruta, lo interroga, ma il ragazzo si svela a metà, non può tradire colei che ha tanto influito sulla sua vita.
Diventerà avvocato, vivrà in apparenza una vita normale e di successo, ma la consapevolezza della verità nascosta lo tormenterà di continuo. Il tempo allevia le ferite e lui riprende a leggere per la donna che tanto gli ha dato e gli ha tolto.
Le cassette incise e un registratore giungono in prigione. Hanna ne è spaventata, incredula, infine pronta ad ascoltare, determinata ad imparare.
 
Scontata la pena, prima di lasciare il carcere, lui va a trovarla. Le ha procurato casa e lavoro, adesso lei sa leggere e scrivere. Le mani si sfiorano ma Hanna avverte nel tocco di lui la condanna per gli orrori commessi. Adesso, sconfitto il male oscuro, anche lei ne è consapevole. Si uccide.
Kate Winslet è veramente da Oscar, merita il premio, la sua interpretazione toccante trasmette le varie mutazioni del suo io. Dura e insensibile come una scatola vuota, a poco a poco si riempie di parole che sono Kultur, si commuove per la musica di un coro in chiesa, le sue carezze si addolciscono. Non è più l'interprete della ragazzina da prima classe del Titanic, è la rappresentazione tragica di un dramma in tutte le sue sfumature. Il tormentato Ralph Fiennes, l'avvocato, è ugualmente in sintonia con la parte e a tratti ricorda Laurence Olivier. Il film, a parte qualche sequenza di troppo e un po' di retorica (giusto per salvare entrambe le parti in causa) è indubbiamente da non perdere.
 
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