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Percorso

Rebecca, la prima moglie


Un mixaggio perfetto reintitolerebbe questo film “Rebecca, la donna che visse due volte” e io ci aggiungerei un sottotitolo: “Niente è ciò che sembra”. Guardare questo capolavoro è un po’ come un giro sulle montagne russe: si inizia con un stato d’animo sereno e rilassato, si continua a salire in un crescendo di tensione e poi all’improvviso si precipita e la tensione sale alle stelle facendoci perdere ogni convinzione; quando scendiamo siamo ancora confusi ma felici di avere fatto l’esperienza.
Solo il genio di Sir Alfred Hitchcock poteva, nel 1940, ritmare un racconto sprovvisto completamente di ritmo e trasformarlo in una fiaba nera che appartiene alla tradizione del film gotico. Il romanzo in questione è “Rebecca” della scrittrice Daphné du Maurier (scrittrice alla quale Hitchcock si rivolse per il precedente film La taverna della Giamaica e dalla quale attinse l’idea centrale del racconto “The birds” per il suo omonimo film Gli Uccelli).
Dopo Intrigo internazionale è il più lungo film di Hitchcock – qui al suo esordio in terra americana – che gli valse 8 nomination e 2 premi Oscar (miglior film, fotografia). Sir Alfred non andò mai a ritirarli, mandando al suo posto il produttore David O. Selznick ed il direttore alla fotografia George Barnes. Selznick era un produttore molto in voga ad Hollywood anche perché in quel periodo era impegnato con la produzione di Via col vento e questo fu un bene in quanto gli impediva di stare dietro ad Hitchcock per tutte il tempo delle riprese.
''Rebecca, la prima moglie''Essendo un produttore invadente e autoritario che tendeva a controllare e influenzare il regista, fece divieto di alterare la trama del romanzo e per questo il nostro regista inglese è costretto a convertire ogni dettaglio in una fonte di suspence, disseminando la storia di piccoli elementi di tensione ed evitando cosi la banalità del melodramma. Inoltre come spesso faceva con i produttori invadenti, Hitch tendeva a girare a frammenti che solo lui poi sarebbe riuscito a combinare nel suo puzzle ideale di montaggio. Nonostante ciò non riuscì a tenere completamente fuori il produttore ed è forse per questo che Hitckcock dice di non sentirlo un suo film al 100% in quanto manca di quel tocco di umorismo a lui tanto caro.

''Rebecca, la prima moglie''Addentrandoci nella trama del film, vediamo come si parta da un’apparente storia ordinaria per creare poi la suspense e la tensione (lezione che in tempi più recenti pare abbia appreso lo stesso Spielberg!). Dopo un prologo onirico e fascinoso di 5 minuti, fa seguito un lunghissimo flashback che forma il resto del film. A ben guardare, lo stesso prologo, in cui la voce narrante racconta di un sogno, può essere considerato un flashback esso stesso: «La scorsa notte ho sognato di essere tornata a Manderley. Mi sembrava di essere ferma davanti al cancello che chiude il viale e di non potere entrare da non so quanto tempo, perché il passaggio mi era stato sbarrato…»; (“la scorsa notte” presuppone un oggi assimilabile al presente dell’enunciazione). Questo prologo suggestivo ne riporta alla mente un altro anche’esso anticipatore di flashback famosi come quelli che ci racconteranno la vita di Charles Foster Kane nel film-capolavoro di Orson Welles, Quarto Potere. L’incipit di Citizen Kane, con quel cartello “No Trespassing” (non oltrepassare) e con la mdp che, dopo alcune dissolvenze incrociate lungo una rete metallica, ci fa intravedere un castello, è molto simile a quello di Rebecca perché anche qua si accenna ad una “difficoltà nell’accedere” ad un antico maniero –quello della tenuta di Manderley-.
''Rebecca, la prima moglie''La voce narrante ci porta poi a Montecarlo, luogo ideale per l’inizio della nostra favola (apparente). Qua si svolgerà il primo atto del film che potremmo, all’interno di una struttura drammatica, chiamare “dell’incontro e dell’euforia”. Infatti, una giovane ragazza (Joan Fontaine), che fa la dama di compagnia incontra su una scogliera un aristocratico inglese vedovo, Max De Winter (Laurence Olivier). La ragazza fermerà Max mentre è intento a guardare giù a picco sul mare quasi a volersi buttare. Tra i due nasce un’amicizia che presto sfocerà in amore, si sposeranno ed al ritorno dal viaggio di nozze si trasferiscono nella splendida dimora dell’uomo, Manderley , in Cornovaglia.

''Rebecca, la prima moglie''Ed eccoci al secondo atto del nostro film che potremmo chiamare disforia o del disadattamento. Questa "Cenerentola"- di cui non sapremo mai il nome, un po’ imbranata e dalla femminilità ancora acerba, entra improvvisamente a far parte di un mondo estraneo. Manderley è infatti una reggia con vista sul mare, circondata da boschi; al suo interno troviamo lunghi corridoi, saloni con altissime vetrate e stanze di dimensioni colossali- un po’ il carattere irreale degli ambienti espressionisti- con tanto di maggiordomo e servitù. Sarà proprio la governante, la signora Danvers, donna gelida e ancora morbosamente legata a Rebecca, la prima moglie di Massimo, ad accogliere la “nuova” signora De Winters. Come una sorta di Sfinge a guardia della dimora, la governante, all’arrivo della nuova coppia, schiererà l’insieme dei domestici all’ingresso quasi a sbarrare metaforicamente, l’ingresso della futura padrona di casa. Per lei sarà difficile ambientarsi perché costretta a lottare con due nemici.
''Rebecca, la prima moglie''La prima, in carne ed ossa, le ha già sbarrato la via in testa al gruppo dei domestici perché avendo un culto della figura della defunta Rebecca ne è “innamorata” in maniera fanatica e non sopporta che una ragazza cosi insignificante ne prenda il posto. Per lei la nuova signora è una mediocre nullità che non può reggere il confronto con l’unica vera Signora De Winters, Rebecca.
La signora Danvers è un personaggio chiave all’interno della vicenda: Non la si vede quasi mai camminare; la nuova signora de Winter se la ritrova sempre alle spalle o comunque all’improvviso e questo la rende particolarmente terrificante. Nella sua figura e nel rapporto morboso con Rebecca possiamo trovare un velato riferimento di Hitchcock all’omosessualità.

''Rebecca, la prima moglie''La seconda nemica è Rebecca, morta ma mai così viva e presente nelle menti delle persone che hanno fatto la sua conoscenza e ne sono stati stregati (compreso Massimo che scopriamo ancora perseguitato dalla sua tragica morta). Rebecca apparentemente perfetta ed elegante, come un fantasma è presente anche negli oggetti un tempo suoi e a questo proposito è di grande impatto, sia visivo che emotivo, la sequenza in cui la governante Denvers si impone alla giovane moglie come giuda nella stanza di Rebecca, rievocando il passato e aumentando il disagio della giovane ragazza La governate sembra posseduta da visioni, racconta di Lei, unica e vera "padrona", mostra il suo letto sontuoso e gli armadi colmi di pizzi, accarezzando morbosamente l'iniziale del suo nome ricamata sui cuscini, la spazzola, il profumo. Il tempo insomma si è fermato grazie alla follia passionale della signora Denvers.
Per tutto il film Hitchcock continua a frustrare il nostro desiderio di vedere Rebecca, affidandone il suo ritratto unicamente agli oggetti che le sono appartenuti e parrebbe che nessun futuro potrà mai esserci per la seconda moglie, così sottotono rispetto alla prima ma, come da premessa, “niente è come sembra”.

''Rebecca, la prima moglie''In perfetto stile hitchcokiano, un imprevisto dà una svolta alla sfortunata vicenda, facendoci così entrare nel terzo atto di questo dramma carico di tensione.
Vengono ritrovati un’imbarcazione e all’interno di questa un corpo, quello di Rebecca. Tutti allora si chiedono di chi sia quel corpo che Massimo riconobbe tempo addietro in occasione del naufragio e della conseguente morte di Rebecca e questo sarà l’inizio di un duro processo. Maxim allora confessa alla giovane moglie il suo odio per Rebecca che non morì affogata ma, durante l’ennesimo dei loro litigi, la donna lo provocò dimostrandosi ancora una volta una donna perfida e spietata che aveva sempre usato la propria forza di seduzione per il suo arrivismo. Massimo l’aveva spinta provocandogli una caduta mortale. Sconvolto dall’accaduto aveva messo il corpo nella barca e l’aveva fatto affondare. Le indagini che proseguono sembrano inchiodare Massimo, ma quando tutto sembra essere perduto avviene per la seconda volta qualcosa di inatteso… ma basta così, il film lo dovete vedere fino al suo spettacolare ed inatteso epilogo finale!!!

''Rebecca, la prima moglie''132 minuti di pellicola meritavano un‘analisi più lunga del solito. Hitchcock è infatti riuscito a rendere persino l’architettura (castello, scale, statue, finestre, tende, luce…) un vero personaggio secondario racchiudendo al suo interno tutti gli elementi che in seguito saranno meglio sviluppati nei suoi successivi e più noti capolavori: il gusto per il dettaglio, il dubbio opprimente, il trauma che si cerca di rimuovere, le atmosfere cupe, l'ossessione e la follia accompagnati al tema del doppio. Tutto è studiato, nel minimo dettaglio, a partire dalla regia e dalla misteriosa fotografia (bianco/nero) basata sul continuo drammatico contrasto luce-ombra.
Frase del film: «Il chiaro di luna può giocare strani scherzi alla fantasia, mi sembrò magicamente che giungesse luce dalle finestre poi, portata dal vento, una nuvola coprì la luna e sembrò una mano scura davanti ad un volto, l'illusione svanì, quelle mura mi parvero simili ad una conchiglia vuota in cui non risuonassero più echi di vita passata…»

Citazione della settimana: La mia missione nella vita: "Semplicemente far emergere l’inferno che c’è dentro le persone." (Alfred Hitchcock)

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