"La matassa" di Ficarra e Picone
Questa "matassa", diretta, sceneggiata, interpretata da Salvatore Ficarra e Valentino Picone, fa ridere.
Spinta a vederlo dal successo di pubblico (e di incassi) e dalla critica che lo ha snobbato, ho con piacere assistito ad una frizzante, semplice, ingenua commediola indubbiamente divertente per quanti non cercano sempre il film "d'autore".
Lo scenario si muove tra Catania e Paternò e potrebbe essere qualsiasi altro luogo siciliano. Strade assolate, persiane socchiuse con occhi che spiano e vedono tutto e niente, chiese monumentali col portone spalancato come braccia accoglienti sia che si tratti di matrimoni o di funerali, interni decadenti e giardini segreti testimoni di passate ricchezze. Un coro di personaggi raffigurantie il multiforme sentire della società isolana fanno da saporito contorno ai due "cugini" Ficarra e Picone, da vent'anni separati e riuniti da antichi contrasti e bisticci familiari, risalenti a nonni e bisnonni, di cui si è perso il capo. Quel capo che nel tempo si è aggrovigliato tanto da formare una matassa inestricabile.
Per ristabilire la pace familiare bisogna tagliare i fili e buttar via la matassa, sentenzia don Gino, interpretato da un ottimo Pino Caruso
Le gag si susseguono incessanti e richiamano quelle di Gianni e Pinotto, di Franchi e Ingrassia, alcuni momenti iniziali di Totò.
Come ho detto scappa più di una risata ma alla fine ci si rende conto di avere assistito a una novità per i nostri tempi. Nel film non ci sono volgarità, doppi sensi, parole poco eleganti, ma piuttosto si assiste a un ritorno della grande famiglia e ai suoi valori, famiglia unita attorno alle estive tavolate all'aperto, quando ci si divertiva con poco e ci si voleva bene anche se qualcuno era più furbo dell'altro. Bravissimi e teneri i "cugini" bambini, immagini che si inseguono per tutto il racconto.
Ficarra e Picone sono bravi e niente meglio di questa "Matassa" può far da trailer alla loro prossima avventura come conduttori di "Striscia la notizia".