“Tristana” di Luis Buñuel

La storia si svolge a Toledo tra gli anni ‘20 e ‘30 e racconta di Tristana (C.Deneuve) una giovane orfana, che viene affidata alle cure di un vecchio tutore, don Lope (F.Rey), un borghese che cerca di sopravvivere, in una falsa dignità, alla sua decadenza.

Visti così bruciati i suoi sogni di giovinezza, costretta a trascinarsi con le stampelle in una casa che le sembra una prigione, la donna ha acquistato in veleno quanto ha perduto in pudore (si mostra nuda al giovane ragazzo sordomuto); e quando il marito, una notte, verrà colto da una crisi cardiaca, finge di chiamare il medico, espone il vecchio alle correnti d’aria e assiste indifferente alla sua morte.



Impossibile dimenticare la protesi della gamba mutilata che sul letto forma una sorta di composizione erotico-surrealista con il reggiseno, le calze e le mutandine che Tristana si è appena tolte prima di mostrarsi al giovane sordomuto. Se è vero che Tristana è la pupilla di don Lope è anche vero che il termine stesso ha il doppio significato di minore soggetta a tutela e di centro dell’occhio: insomma un pupilla per Buñuel resta sempre qualcosa da tagliare!
Frase del film: “Anche se sono degli incubi fanno bene, i sogni. Solo i morti non sognano”
Qua il trailer del film.