“Tristana” di Luis Buñuel
La storia si svolge a Toledo tra gli anni ‘20 e ‘30 e racconta di Tristana (C.Deneuve) una giovane orfana, che viene affidata alle cure di un vecchio tutore, don Lope (F.Rey), un borghese che cerca di sopravvivere, in una falsa dignità, alla sua decadenza.
Visti così bruciati i suoi sogni di giovinezza, costretta a trascinarsi con le stampelle in una casa che le sembra una prigione, la donna ha acquistato in veleno quanto ha perduto in pudore (si mostra nuda al giovane ragazzo sordomuto); e quando il marito, una notte, verrà colto da una crisi cardiaca, finge di chiamare il medico, espone il vecchio alle correnti d’aria e assiste indifferente alla sua morte.
Come tutte le opere del grande regista spagnolo sarebbe necessario dilungarsi nell’analisi e nei tantissimi spunti che vi si ritrovano, ma per oggettivi limiti di spazio a mia disposizione cercherò di privilegiare solo qualche aspetto a mio parere interessante. La scelta di filmare quest’opera minore di Galdos è dovuta all’interesse che il regista ebbe per la figura di don Lope che rappresenta in effetti la sintesi di tanti personaggi buñueliani che hanno in sé i caratteri del vecchio “hidalgo” e del moderno libertino e aristocratico che rifiuta di vivere del proprio lavoro; ma allo stesso tempo ci si ritrova un po’ il “caballero” donchisciottesco con un personalissimo senso dell’onore e una spiccata antipatia per l’autorità, in primis quella ecclesiastica. Anche in Tristana, come in quasi tutta la filmografia di Don Luis, gli obbiettivi sono abbastanza chiari: la “fascinosa e discreta” borghesia e il suo prodotto storico (la proprietà nelle cose o le persone: possesso o costrizione).
Impossibile dimenticare la protesi della gamba mutilata che sul letto forma una sorta di composizione erotico-surrealista con il reggiseno, le calze e le mutandine che Tristana si è appena tolte prima di mostrarsi al giovane sordomuto. Se è vero che Tristana è la pupilla di don Lope è anche vero che il termine stesso ha il doppio significato di minore soggetta a tutela e di centro dell’occhio: insomma un pupilla per Buñuel resta sempre qualcosa da tagliare!
Frase del film: “Anche se sono degli incubi fanno bene, i sogni. Solo i morti non sognano”
Qua il trailer del film.