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Percorso

“Angoscia” di George Cukor


''Angoscia'', locandinaLa storia del cinema è disseminata di grandi invenzioni anche dal punto di vista tecnico. Ancora oggi è in corso la grande rivoluzione del passaggio dall’analogico al digitale ma andando indietro nel tempo assistiamo ad altre due grandi rivoluzioni: l’avvento del sonoro che ha avuto delle ripercussioni non solo nell’estetica dei film, ma prima di tutto nelle tecniche produttive e negli assetti economici dell’industria cinematografica e infine l’introduzione del colore, anch’essa una svolta epocale. Prima che di colore sarebbe però più giusto, per quanto riguarda i primordi del cinema, parlare di colorazione; gran parte degli spettatori di oggi forse ignorano che il colore fu usato ampiamente anche dai pionieri del cinema. Méliès, Lumière hanno fatto ricorso a delle empiriche forme di colore (si parla di “pochoirs”, di “imbibizione” e “viraggio”). Mentre da noi il primo film a colori arriva nel 1952 con il divertente “Totò a colori” di Steno, già negli anni ’40 si registrano varie prese di posizione rispetto all’avvento del colore per cui da un lato c’è una sorta di resistenza  a parte di alcuni registi che vedevano nell’introduzione del colore un semplice espediente spettacolare, dall’altra si afferma una tacita convenzione per cui alcuni generi come il western e il musical vengono girati a colori e altri come il noir e il dramma psicologico rimangono in bianco e nero.

''Angoscia''Il film che andremo a riscoprire questa settimana si colloca, a ragion veduta, proprio fra questi due generi. “Angoscia”, (traduzione un po’ sgangherata dell’originale titolo “Gaslight”), è un film del 1944 diretto dal regista americano George Cukor e ambientato in una Londra vittoriana, carica di nebbia e inquietudini. Il musicista Gregory  (C.Boyer) seduce e poi sposa Paula (I.Bergman), convincendola ad andare a vivere nella casa dove lei visse con la zia e dove quest’ultima venne uccisa in circostanze misteriose. In breve tempo il carattere freddo e diabolico di Gregory viene fuori in tutta la sua malvagità. Fu lui infatti che anni addietro uccise la zia di Paula e ora, andando in quella casa, vuole impadronirsi dei gioielli che il giorno dell’omicidio non riuscì a portar via. Attraverso una sottile strategia psicologica il perfido marito cercherà di far impazzire la sua giovane sposa affinché lei stessa, considerandosi pazza, acconsenta ad essere internata in manicomio.
''Angoscia''Le giornate, ma soprattutto le notti della povera Paula, oramai assoggetta interamente a Gregory, trascorreranno tra angosce, paure e continue insicurezze alimentate in maniera abilmente perversa dall’uomo che Paula ancora crede un onesto e premuroso marito. Sarà l’intervento di un bravo funzionario di Scotland Yard (J.Cotten) che, insospettito dallo strano comportamento di Gregory, fa riaprire il caso sulla morte della zia di Paula e smaschera l’assassino (che risulta anche sposato ad un’altra donna)  e il suo piano perverso.

Tratto dal dramma teatrale “Gaslight” del 1938, “Angoscia” è un bel melodramma "gotico" che il regista Cukor ha diretto con sapienza abbandonando per un attimo le vesti -più abituali per lui- di autore di commedie (ricordiamo che nel 1964 ha vinto l’oscar per il film “My fair lady”).
''Angoscia''Fu considerato il “regista delle donne” perché riuscì sempre ad ottenere il massimo e a valorizzare tutte le attrici che con lui lavorarono (G.Garbo; J.Crawford; R.Hayworth; A.Magnani; A.Hepburn). In questo film carico di tensione, si aggiunge un’altra donna all’”harem” di Cukor: la bravissima e insuperabile Ingrid Bergman che per questa pellicola vinse il suo primo Oscar come miglior attrice protagonista (la seconda statuetta fu per la scenografia). Sarà la presenza della stessa Bergman, sarà la suspense e l’intreccio da giallo, che spesso e volentieri lo spettatore disattento è portato a credere che quello che sta vedendo sia un film di Hitchcock. Come dargli torto d’altronde, visto e considerato che la stessa attrice svedese sarà la prescelta dal maestro del brivido in altri film che condividono con “Angoscia” tematiche, ambientazioni e genere.
''Angoscia''Oltre che negli indimenticabili “ Notorius” e “Io ti salverò” la Bergman sarà diretta da sir Alfred ne “Il peccato di Lady Considine” un film del ‘49 che vede partecipe anche qui l’attore J.Cotten (il diligente agente di polizia che abbiamo visto risolvere il caso liberando la povera Paula). Come dunque non essere nostalgici del bel bianco e nero d’altri tempi  che soprattutto in questa pellicola nei campi e controcampi  dei primissimi piani sui volti della coppia Boyer-Bergman, sono qualcosa di veramente grandioso nel suo mettere in mostra la bravura recitativa dei due attori: l’uno ambiguo e malvagio e l’altra vittima passiva e indifesa che trasmette allo spettatore una condizione di vera angoscia e disorientamento.

Curiosità: nei panni dell’odiosa governante Nancy troviamo la diciottenne Angela Lansbury, ormai nota a tutti per “La signora in giallo”, che qua ebbe una nomination all’oscar come miglior attrice non protagonista.

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